27 gennaio: giornata della memoria – MLO

27 GENNAIO 2021     

Cari amici

Ad AUSCHWITZ sono stato diverse volte ma, lo confesso,  dopo la prima, non volevo più tornarci. Tutto il mio essere,  sembrava ribellarsi a  varcare di nuovo  quei cancelli. Per non rivedere quelle “montagne” di valigie di cartone e scarpette di bambini Per non avere più incubi notturni sognando quel FILO SPINATO che ti lacera l’anima …E La scritta ironica e  intollerabile all’ingresso:

ARBEIT MACHT FREI” (Il lavoro vi fa liberi!). E il  macabro FORNO CREMATORIO …MA OGGI È IL GIORNO DELLA MEMORIA. Ed è doveroso ricordare. Per non correre il rischio, Dio non voglia, di dovere rivivere avvenimenti rimossi o colpevolmente ignorati. Voglio passare questa giornata ripensando a splendidi FIORI SBOCCIATI SUL… MARCIUME DI AUSCHWITZ. Mi fanno compagnia il ricordo che ne fece  S. Giovanni Paolo II e i pensieri di cielo di ETTY HILLESUM

  1. A) – GIOVANNI PAOLO II :MI INGINOCCHIO SU QUESTO GOLGOTA DEL MONDOCONTEMPORANEO

Þ     PERCHÉ SI GIUNSE A  TANTO? Auschwitz, accanto a tanti altri lager, resta il simbolo drammaticamente eloquente delle conseguenze del totalitarismo: Il pellegrinaggio a quei luoghi con la memoria e con il cuore, in questo 50.mo anniversario, è doveroso. Mi inginocchio…su questo Golgota del mondo contemporaneo”  Da tale  meditazione sgorgano interrogativi che l’umanità non può non porsi. Perchè si giunse ad un simile grado di annientamento dell’uomo e dei popoli? Perchè, finita la guerra, non si sono tratte dalla sua amara lezione le dovute conseguenze per l’insieme del continente Europeo?”

Þ     LA GUERRA: “SUICIDIO DELL’UMANITÀ”

“ Ricordare il passato è impegnarsi per il futuro. Ricordare Hiroshima è impegnarsi per la pace… a 50anni da quel tragico conflitto, esso appare con sempre maggiore chiarezza come “un suicidio dell’umanità”. Esso, infatti, a ben vedere, è una sconfitta per i vinti come per i vincitori”

E T T Y   HILLESUM:                                 

 UN FIORE CRESCIUTO SUL MARCIUME DI AUSCHWITZ

Pagine Dal Diario 1941-1943

 

  1. IO NON CHIAMO IN CAUSA LA TUA RESPONSABILITÀEsistono persone che si preoccupano di mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento, invece di SALVARE TE, mio Dio.    Mio Dio è un periodo troppo duro per persone fragili come me. Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offre riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento. Questo ritirarmi nella cella della preghiera, diventa per me una realtà sempre più grande. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano strade per la campagna: Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane C’È PUR SEMPRE IL CIELONon possono farci nulla. Possono renderci la vita un po’ spiacevole, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori: Dobbiamo pregare di tutto cuore che succeda qualcosa di buono. SE IL NOSTRO ODIO ci fa degenerare IN BESTIE come lo sono loro, non servirà a nulla.  L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. IO non chiamo in causa la tua responsabilità… TU non puoi aiutarci, tocca a noi aiutare TE, difendere fino alla fine LA TUA CASA IN NOI.
  2. MI HAI RESA COSÌ RICCA, MIO DIO, lasciami anche dispensare

agli altri a piene mani. La mia vita  è diventata un colloquio ininterrotto con te, Mio Dio, un unico grande colloquio. A volte, quando me ne sto in un angolino del campo, i miei piedi piantati sulla tua terra, i miei occhi rivolti al cielo, le lacrime mi scorrono sulla faccia, lacrime che sgorgano da una profonda emozione e riconoscenza. Anche di sera, quando sono coricata nel mio letto …lacrime di riconoscenza mi scorrono sulla faccia e questa è la mia preghiera… a volte vorrei incidere piccole massime e storie appassionate ma mi ritrovo prontamente con una parola sola: DIO Questa parola contiene tutto e non ho più bisogno di dire altro.

  1. IERI, PER UN MOMENTO, HO PENSATOche non avrei potuto continuare a vivere. La vita e il dolore avevano perso il loro significato,avevo la sensazione di “SFASCIARMI” sotto un peso enorme, ma anche questa volta ho combattuto una battaglia che poi all’improvviso mi ha permesso di andare avanti con maggiore forza.  Ho provato a guardare in faccia il “dolore dell’umanità”.
  2. 4.MIO DIO, PRENDIMI PER MANO,ti seguirò da brava, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita, cercherò di accettare tutto e nel modo migliore. Ma concedimi un breve momento di pace. Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà stare al freddo purché tu mi tenga per mano. Andrò dappertutto allora, e cercherò di non aver paura. A volte credo di desiderare l’isolamento di un chiostro. Ma dovrò realizzarmi tra gli uomini.  
  3. 5. IL MARCIUME CHE C’È NEGLI ALTRI C’È ANCHE IN NOI,continuavo a predicare; non vedo nessun’altra soluzione, che quella di raccoglierci in noi stessi edi strappare via il nostro marciume. Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi.
  4. SI DEVE ANCHE AVERE LA FORZA DI SOFFRIRE DA SOLIe di non pesare sugli altro con le proprie paure e con i propri fardelli. Lo dobbiamo ancora imparare e ci si dovrebbe reciprocamente educare a ciò, con la dolcezza e altrimenti con la severità.
  5. MIO DIO SO CHE SEGUIRÀ UN PERIODO DIVERSO,un periodo di umanesimo. L’unico modo che abbiamo di preparare questi tempi nuovi e di prepararli fin d’ora in noi stessi. Vorrei tanto vivere per aiutare a preparare questi tempi nuovi: La miseria che c’è qui è veramente terribile, eppure alla sera tardi quando il giorno si è inabissato dentro di noi, mi capita spesso di CAMMINARE DI BUON PASSO LUNGO IL FILO SPINATO e allora dal mio cuore s’innalza sempre una voce: LA VITA È UNA COSA SPLENDIDA E GRANDE, più tardi dovremo costruire in mondo nuovo.
  6. A OGNI NUOVO CRIMINE DOVREMO OPPORRE UN NUOVO PEZZETTINO DI AMORE E DI BONTÀche avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita.  CREDO IN DIO E NEGLI UOMINI E OSO DIRLO SENZA FALSO PUDORE. La vita è difficile ma non è grave: Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso; SE OGNI UOMO SI SARÀ LIBERATO DALL’ODIO CONTRO IL PROSSIMO, di qualunque razza o popolo; se avrà superato quest’odio .E’ l’unica soluzione possibile. E’ QUEL PEZZETTINO D’ETERNITÀ CHE CI PORTIAMO DENTRO. SONO UNA PERSONA FELICE E LODO QUESTA VITA, NELL’ANNO DEL SIGNORE 1942, L’ENNESIMO ANNO DI GUERRA.
  7. LE MIE BATTAGLIE LE COMBATTO CONTRO DI ME, contro i miei propri demoni: Non ho paura, non so, mi sento così tranquilla. Mi sembra che si esageri nel temere per il nostro corpo. Lo spirito viene dimenticato, s’accartoccia e avvizzisce in qualche angolino. Viviamo in un modo sbagliato, senza dignità. IO NON ODIO NESSUNO, NON SONO AMAREGGIATA: una volta che l’amore per tutti gli uomini comincia a svilupparsi in noi, diventa infinito.
  8. BENE, IO ACCETTO QUESTA NUOVA CERTEZZA: VOGLIONO IL NOSTRO TOTALE ANNIENTAMENTO. Ora lo so: Continuo a lavorare e a vivere con la stessa convinzione e trovo la vita ugualmente ricca di significato. La vita e la morte, il dolore e la gioia e persecuzioni, le vesciche ai piedi e il gelsomino dietro la casa, le innumerevoli atrocità, tutto, tutto è in me come un unico, potente insieme e come tale lo accetto e comincio a capirlo sempre meglio. Un’altra cosa ancora dopo quella mattina: LA MIA CONSAPEVOLEZZA DI NON ESSERE CAPACE DI ODIARE GLI UOMINI malgrado il dolore e l’ingiustizia che ci sono al mondo, lo non combatto contro di te, mio Dio, tutta la mia vita è un GRANDE COLLOQUIO CON TE.  A volte vorrei incidere delle piccole massime e storie appassionate, ma mi ritrovo prontamente con una parola sola: Dio, e questa parola contiene tutto e allora non ho più bisogno di dire quelle altre cose. 

 

  1. ORIONE:

“Bisogna andare al popolo, e sacrificarsi

e farsi ammazzare ma rifarlo cristiano.

Non si facciano illusioni le autorità: con le baionette e la galera a nulla approderanno, anzi sarà peggio. Il moto rivoluzionario dei giorni scorsi (1-2 Maggio 1917)  deve servirci a fare un buon esame di coscienza.  Che abbiamo fatto noi per il popolo? Siamo noi sempre il sale della terra  e la luce del mondo? Sentiamo, fratelli, la grave responsabilità  che ci sta sulla testa . Con la mitragliatrice all’imbocco delle strade si trattiene un popolo per qualche ora, ma non si ricostruisce la società. Domani verrà un’ondata, e con le anime  spazzerà via anche i nostri altari. E noi dormiamo?”