2a domenica di Avvento: 5 dicembre

Il testo biblico  Lc 3,1-6

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».

 Breve contestualizzazione e spiegazione

– La nostra lectio presenta l’annuncio della conversione svolto da Giovanni Battista in Lc 3,1-6. Siamo invitati ad entrare nella comunità dei credenti, accogliendo l’invito alla conversione e il segno del battesimo di penitenza. Il tempo dell’avvento è tempo di verifica e di purificazione della nostra vita. Giovanni Battista si presenta come il «profeta» della conversione e dell’annuncio della Messia.

– Dopo aver presentato i racconti dell’Infanzia di Gesù, l’evangelista colloca la figura di Giovanni Battista mentre predica nel deserto di Giuda. Lc 3 si articola un due unità: vv. 1-9 che presenta il contesto storico e biblico della missione di Giovanni: vv. 10-18: l’appello alla conversione e il dialogo con la gente del popolo. La figura di Giovani Battista sintetizza le attese dell’Antico Testamento. L’evangelista di mostra particolarmente attento al compimento delle Scritture e le «personifica» nella missione del «profeta escatologico» all’inizio del Vangelo.

– La posizione di Giovanni nei vangeli è quella di chi accoglie il lettore e lo avvicina a Cristo, così in Marco dove subito dopo il titolo appare il Battista (Mc 1,2-11), Giovanni è l’inizio del Vangelo di Gesù Cristo (Mc 1,1), ed è lui che da inizio al cammino della buona notizia, il Vangelo, appunto, che Gesù è presente nel mondo. Matteo, ugualmente presenta Giovanni all’inizio della predicazione di Gesù (Mt 3,1-12), prima si parla di Giovanni, della sua predicazione e del suo Battesimo, quindi l’attenzione si sposta su Gesù che va via dalla Galilea per andare dove si trovava il Battista per essere da lui battezzato ed iniziare la sua missione.

– Luca, poi non solo condivide quanto affermato da Marco e Matteo, ma vi aggiunge di proprio la narrazione degli eventi che precedono ed accompagnano la nascita del Battista, oltre a molti particolari della sua predicazione e delle conseguenze delle sue parole. Lo stesso evangelista Giovanni, oltre a condividere la posizione di preminenza di Giovanni e la descrizione molto ricca del suo incontro con Gesù al momento del battesimo, sceglie di mettere la menzione di Giovanni all’interno del suo prologo, la pagina più bella e preziosa della poesia cristiana.

– Gli Atti degli apostoli mostrano come l’avvento di Giovanni sia stato l’inizio di un tempo nuovo, il tempo appunto che inizia dalla sua predicazione: Atti 10,37: «voi sapete quanto è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il Battesimo predicato da Giovanni» (cf. anche: At 2,23; 26,26; 1, 21-22; 13, 22-25).

– Nella prima unità (vv. 1-6) Luca descrive le coordinate storiche e lo scenario “politico” entro il quale si colloca l’annuncio del Battista. Risuonano i nomi dei potenti politici del tempo: Tiberio Cesare, Erode tetrarca, Filippo, Lisania. Vengono citati anche i “potenti” uomini dell’istituzione sacerdotale ebraica: Anna e Caifa, che ritorneranno nel contesto della storia successiva, soprattutto nel racconto della passione di Gesù. Luca sottolinea la totale “differenza” tra la posizione privilegiata dei potenti e la piccolezza del Battista, profeta raggiunto dalla “parola” nel deserto. L’accentuazione lucana è posta sulla Parola di Dio, che chiama Giovanni a predicare nella regione del Giordano.

– E’ il deserto (eremos) a costituire lo scenario della predicazione. L’evocazione del tema del deserto implica la memoria dell’esodo e la stessa proclamazione profetica. Il Battista è considerato come il più grande profeta, il simbolo del profetismo escatologico che si realizza nella presentazione di Dio e del suo Messia. In questo senso viene citato l’oracolo di Is 40,3-5. A differenza dei sacerdoti del tempio e dei farisei, Giovanni segue una missione che accentua il motivo del deserto e propone un “nuovo esodo”, che deve partire dal cuore.

– Il testo isaiano costituisce l’inzio del “secondo Isaia”, profeta della consolazione e della speranza. Il Battista è “voce che grida”. L’evangelista interpreta questa missione guardando al comportamento di Giovanni che opera nel deserto. Occorre preparare la “via” al Signore”. La preparazione della via implica il “raddrizzare i sentieri”, “riempire i burroni”, “abbassare i colli” “spianare i luoghi impervi”, riportare i passi sulla “via giusta”. La parola chiave è «battesimo di conversione» (v. 3: baptisma metanoias) per vedere la salvezza di Dio.

Spunti per la meditazione

– Il tempo di Avveno si presenta come esperienza di “deserto”, di “conversione” e di incontro con il Dio che viene. Giovanni Battista è senza dubbio la figura più rappresentativa di questo tempo di attesa. Non ci sono solo queste coordinate a definire Giovanni, di Lui si dicono altre cose importanti, intanto lo stesso titolo di Battista che si riferisce alla sua attività di battezzare il popolo chiamandolo ad un bagno purificatore nel fiume Giordano. L’attività di battezzare è fondamentale nella sua vita. Il titolo di Battista è presente nei Vangeli: la gente accorreva da Lui per farsi battezzare e lui stesso spiega il senso del suo battesimo (Mt 3,11; Gv 1,26.33) che è un gesto che vuole spingere alla conversione. Il Battista suscita nel popolo il desiderio di poter ritrovare Dio nella propria esistenza che permette a Gesù Cristo, di poter operare efficacemente in quelli che con il Battesimo di Giovanni hanno preparato la loro vita ad accogliere il Messia.

– L’introduzione “storica”, fatta di nomi di uomini illustri ed autorevoli, pone in evidenza la presenza di due “autorità”: quella di Dio che parla attraverso il profeta e quella degli uomini che governano i popoli ed esercita il potere. La gente segue il Battista e cambia la sua vita accogliendo la sua Parola. Il bisogno della Parola di Dio, che entra nel cuore di coloro che cercano il Signore in sincerità e pace. Ecco il senso del “battesimo di conversione”: si tratta di accogliere la Parola liberante nel nostro cuore e di intraprendere il cammino della speranza a della vita.

– Il luogo del ministero di Giovanni è il deserto, non c’è nessun altro spazio nella Bibbia che abbia lo stesso potere evocativo. Il deserto è lo sfondo di tutta la storia della salvezza, a cominciare da Abramo fino a Mosè che conduce il popolo dalla schiavitù alla libertà attraverso il deserto. Nel deserto Dio guida il suo popolo, lo nutre e lo protegge, gli dà una legge, stringe un’alleanza. Il tempo del deserto è presente nella memoria del popolo come un tempo del quale si ha una nostalgia profonda. Esso rappresenta il tempo di una relazione semplice e diretta con Dio. Il profeta Osea paragonerà quello del deserto al tempo del fidanzamento e dirà che solo recuperando l’amore del deserto il popolo potrà ritrovare l’amore fedele di Dio e verso Dio. Gesù quando si riferisce al Battista lo lega al deserto (Mt 11,7; Lc 7,24), il legame fra Giovanni ed il deserto è presente in tutti gli evangelisti e dire che le persone per poterlo ascoltare dovevano andare nel deserto ripropone il cammino dell’Esodo del resto presente nelle parole del Battista che propongono la conversione.

– La predicazione profetica di Giovanni è dura, radicale, essenziale. Le immagini evocate fanno emergere un’immagine giudiziale del Messia, che sarà mutata dallo stesso Battista con un’immagine pasquale: Gesù è l’Agnello di Dio (Gv 1,29). Non dobbiamo avere paura del Signore, ma dobbiamo temere il peccato e l’egoismo che è dentro di noi. Il messaggio arriva soprattutto a coloro che si sentono “giusti”, figli di Abramo e al di sopra delle parti. Il Battista è un testimone che si fa “piccolo” e si riconosce un umile strumento nelle mani del Signore. Egli insegna la via della giustizia e della solidarietà: è su questa strada di verità che dobbiamo dirigere anche noi la nostra esistenza, verso l’incontro con Dio che viene.

Alcune domande per la riflessione

– Sei chiamato ad entrare nel processo della conversione: “matanoia”. A cominciare dal battesimo, il tuo impegno di fede deve portarti ogni giorno a configurare la tua vita in Cristo. Quali sono i segni che tutto questo è accaduto e continua ad accadere in te?

– Giovanni Battista è l’uomo dell’essenziale: sai vivere in modo essenziale la tua vita, testimoniando con semplicità la tua fede? Quale scelta puoi fare in questo periodo per prepararti ino modo efficace all’incontro con Dio?