3a domenica di Avvento: 12 dicembre
Il testo biblico Lc 3,10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Breve contestualizzazione e spiegazione
– La nostra lectio segue lo sviluppo di Lc 3, la cui prima parte è stata presentata precedentemente. Nella seconda parte di Lc 3, i vv. 10-18 rivelano gli aspetti specifici della predicazione del Battista. La conversione è un “nuovo esodo” verso Dio e verso i fratelli, che passa attraverso la decisione fondamentale di vivere nella verità e nella giustizia del Signore. “Fare opere degne della conversione”, senza la pretesa di essere salvati per “discendenza” di Abramo. Il giudizio divino si abbatte su coloro che non vivono secondo la verità e la giustizia. L’immagine della “scure posta alla radice degli alberi” evoca la radicalità a cui è chiamato ciascun credente di fronte all’appello di Dio.
– Il dialogo dei vv. 10-14 esplica ancora più concretamente in cosa consiste la scelta della conversione: la solidarietà nel donare, l’onestà nel lavoro, il rispetto delle persone senza pretendere nulla. A parlare sono alcuni che rappresentano le situazioni più comuni di povertà. Giovanni dà risposta a tutti, sottolineando la finalità del cambiamento di vita.
– Nei vv. 15-18 l’argomento si sposta sull’identità di Giovanni e sulla figura del Messia. Sappiamo dei diversi modelli di messianismo presente al tempo di Gesù. Gli ebrei attendevano una liberazione dalla sottomissione politico-militare dei dominatori romani. L’attesa del popolo si rivolgeva a Giovanni, con la domanda insistente sulla sua messianicità. Questo straordinario personaggio diventa il punto di riferimento della comunità ebraica.
– Giovanni afferma in modo programmatico di essere solo il precursore di “Colui che verrà a battezzare in Spirito Santo e fuoco”. L’espressione è molto significativa per riflettere su Gesù che viene. Giovanni diventa il “testimone” della messianicità di Gesù di Nazareth, rimanendo nell’umiltà e nel nascondimento. Il simbolo dei legacci dei sandali e dei calzari indica la piccolezza del Battista in confronto con Gesù. “Spirito Santo e fuoco” indicano l’irrompere della potenza di Dio nella storia e il suo rivelarsi agli uomini. La venuta del Cristo determinerà la giustizia finale dell’umanità, separando il bene dal male. La predicazione di Giovanni ci aiuta a comprendere il processo di evangelizzazione portato avanti dal Battista e a prepararci alla venuta di Dio nella storia.
– Vale la pena di ricordare che il Battesimo con «acqua» ritorna nel simbolismo lustrale dei movimenti del tempo (esseni). Il movimento battista cerca la purificazione da ogni forma di impurità rituale. Giovanni è «precursore»: egli non è degno di portare i sandali del suo Signore; chi viene è «più potente». Il Battesimo di Gesù si compie con il dono dello Spirito Santo. Esso è il segno di un «nuovo inizio».
– Gli elementi simbolici che vengono associati alla predicazione di Giovanni hanno contatto con il linguaggio apocalittico. Il battesti intende scuotere la gente ed invitarla ad un cammino di conversione. Il «battesimo con acqua» si presenta come rito di iniziazione in vista di un cambiamento di vita. Il popolo è chiamato a rivivere in modo nuovo l’attesa del Cristo e a dare una svolta radicale nella propria esistenza.
– All’acqua simbolica del Battista si contrappone il fuoco dello Spirito Santo. Giovanni Battista è presentato come colui che «evangelizzava il popolo». Si tratta di un tema tipico del Terzo Vangelo: la missione di Gesù viene preparata dall’evangelizzazione di Giovanni Battista. Egli non è il Messia, ma viene per preparare la strada a Colui c he porta la salvezza.
Spunti per la meditazione
– Ala presentazione della figura di Giovanni Battista segue il dialogo sulle scelte di conversione. Chi va da Giovanni si lascia interrogare su «cosa bisogna fare» per entrare nel Regno. La Parola ascoltata è appellante: non si può rimanere indifferenti di fronte all’annuncio della Parola di Dio. Occorre imparare ad «ascoltare» la Parola e lasciarsi interrogare dal suo messaggio.
– La narrazione lucana evidenzia tre categorie che pongono domande a Gesù: le folle, i pubblicani e i soldati. Le folle esprimono il sentire comune della gente. Esse avvertono l’urgenza della conversione e della solidarietà. Giovanni risponde: ««Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Bisogna saper partire dalla dinamica della carità e del dono. Il Battista richiama la prassi nota nella tradizione ebraica della solidarietà e dell’accoglienza.
– Vengono poi i pubblicani che lavoravano come esattori delle tasse. La risposta consiste nel vivere la giustizia evitando ogni forma di corruzione. Infine anche i soldati pongono la stessa domanda. Giovanni risponde: ««Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». L’impegno della conversione consiste nel vivere onestamente, aprendo il proprio cuore ai fratelli e rispettando la dignità di ciascuno.
– Dalla domanda sulla conversione, nei vv. 15-18 si passa alla domanda sull’identità del Battista e sul ruolo del messia. E’ importante rilevare come il popolo «era in attesa». L’attesa evoca l’Avvento del Messia. Chi sarà? Come verrà? Cosa accadrà? Il Battista prepara la venuta del Signore, ma dichiara di non essere Lui il Messia. Occorre saper interpretare il segno del battesimo in vista del compimento messianico.
– Rivivere l’impegno del proprio Battesimo: il messaggio teologico del nostro brano è efficace. Occorre passare per la via stretta della conversione attraverso la purificazione dell’acqua per poi ricevere il dono dello Spirito Santo e del fuoco rivelatore. Dalla conversione all’illuminazione del cuore: ciascun credente è chiamato a vivere l’esodo verso Dio cominciando a cambiare dentro!
– La presentazione del Messia avviene in antitesi alla figura di Giovanni, che non «è degno di slegare i lacci dei sandali» di Colui che sta per venire. Nela sua profonda umiltà il Battista si riconosce «servo» del Signore (kyrios), che detiene il potere sulla storia. Le immagini agricole (pala per pulire le spighe e raccogliere il frumento) applicate al Messia indicano il giudizio finale che porterà la giustizia nel mondo. Quando il Signore arriverà, si compiranno le promesse di Dio e nessuno potrà sottrarsi al suo destino.
– L’immagine complessiva che emerge dalla predicazione del Battista orienta i lettori verso un’interpretazione escatologica del tempo messianico. Anche in Luca il Giovanni Battista rappresenta il «profeta degli ultimi tempi», la cui autorevolezza si esprime mediante la radicalità del messaggio e l’urgenza della conversione.
Alcune domande per la riflessione
– Quale parola richiama maggiormente il tuo impegno di vita oggi? Cosa significa per te «convertire il cuore a Dio»?
– Sei capace di testimoniare il Vangelo anche in situazioni di difficoltà? Che idea ti si fatto dalla comunità parrocchiale? Vale la pena di impegnarsi per il servizio e la condizione comune? Come vivi la preghiera? Senti la responsabilità di educarti alla preghiera?
– Siamo nel tempo dell’attesa: cosa cerchi di più per la tua vita oggi? In questa domenica si evidenzia l’invito alla gioia: cosa è per te la gioia? Come si può condividere?