6 gennaio: Epifania del Signore
È ancora la luce, il segno di questa solennità: non solo brilla, ma guida, conduce al Messia, e finalmente lo identifica in un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoria.
Destinatari di questa luce non sono soltanto pochi fortunati privilegiati, ma lo siamo tutti!
Tanto la profezia di Isaia, che la lettera di Paolo a cristiani di Efeso, che il Vangelo di Matteo manifestano un respiro universale. Nessuno rimane escluso per principio dalla salvezza, la quale, ormai l’abbiamo capito, coincide con la persona di Cristo. Dio la offre a tutti indistintamente! Ciascuno ha la libertà di accoglierla, o rifiutarla. Cristo ha versato il suo sangue per tutti! Di questo sacrificio, ciascuno sceglie cosa farsene, assumendosi le conseguenze della propria scelta.
Ma il Vangelo ci dice qualcosa di più: addirittura teorizza un’inversione di senso…
Non siamo solo e sempre noi a dare lezioni di fede ai pagani; nel presente caso, sono loro, i pagani, a dare a noi una lezione di fede!
I sapienti d’Israele possedevano le profezie; i Magi scrutano la natura.
I teologi restano incagliati nelle sabbie insidiose dell’ermeneutica, si perdono nei labirinti delle interpretazioni, senza trovare la strada che li porti dalla pura teoria alla pratica della vita; i Magi, invece, abbandonano i loro comodi osservatori, si mettono in cammino, in ricerca, ed arrivano alla meta, trovano davvero il Messia, e sono salvati!
La metafora del viaggio, uno dei paradigmi più efficaci della Scrittura, segna la differenza sostanziale tra i capi dei sacerdoti e i tre astronomi venuti da Oriente: i primi se ne stanno tranquilli a Gerusalemme, nella convinzione forse un po’ ingenua, certamente presuntuosa, di possedere la verità; e chi possiede la verità ha finito di cercare, è arrivato al termine del viaggio, può dormire sonni tranquilli…
I Magi, invece, autentici scienziati, perché consapevoli che non c’è alcuna verità che si possa detenere una volta per tutte, mantengono la mente aperta, ricettiva; e soprattutto scrutano….
E dopo aver scrutato si mettono in viaggio.
La sperimentazione di laboratorio va verificata sul campo… Questa è serietà scientifica!
Che poi, la convinzione di avere la verità in tasca, non solo blocca la ricerca, ma espone questa (presunta) verità alle dinamiche non sempre positive della memoria…. Intendo dire che i concetti si possono anche archiviare e, col tempo, dimenticare.
È proprio l’errore che avevano fatto quei sapientoni di sommi sacerdoti: la profezia della nascita del Messia, vecchia di sei secoli, giaceva ormai nel “dimenticatoio”.
Sicché, per ridestare l’attenzione, ci volevano dei pagani venuti da lontano.
Ma ecco che cosa accade quando la ricerca, per troppo tempo sopita, viene improvvisamente ridestata da un evento imprevisto… Subentra il panico! E quando si va in panico non si riesce a ragionare lucidamente, si è come paralizzati, si reagisce d’istinto e, il più delle volte, si sbaglia.
Avete presente l’immagine di quegli animali che tentano di fuggire da una foresta in fiamme? Il terrore si è impadronito di loro, restano immobili,…e muoiono.
“Il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme…”
E mentre Erode, i sacerdoti, la gente si dibattono nella paura e intanto se ne stanno fermi, i Magi continuano il viaggio iniziato molti giorni prima, e arrivano a Betlemme, là dove si era posata la stella…
Comportamento da perfetti stolti, quello degli Israeliti!…analogo a quello di chi, per pigrizia, per ignoranza, forse anche per ignavia, esce fuori con trovate del tipo: “Preghi lei per me, padre, perché lei è bravo, perché lei ha la fede; la mia fede, al confronto, vale niente…”.
Comodo, non trovate?
Senonché, così pensando, si finisce come quelle 5 vergini stolte della famosa parabola (Mt 25,1-13), le quali non si curarono di prendere la riserva di olio, e pretendevano che le altre gliene dessero del proprio…
Ma si sa, quando quelli che stanno al potere sbagliano a fare i calcoli, qualcun altro deve pagare… La ragion di Stato vince, è fondamentale che vinca! se no, addio potere, addio privilegi, e addio soldi,…
E così Giuseppe, con la sua sposa e il bambino, son costretti a riparare in Egitto.
Ma su questo ci sentiremo un’altra volta…
Il Vangelo si interrompe sulla scena dei tre veggenti che tornano a casa, per un’altra strada, ci informa lo scrittore ispirato.
Nessuna meraviglia, non si può tornare sui propri passi, dopo aver incontrato Gesù! sarebbe da sciocchi… L’esperienza forte che hanno vissuto i Magi, li ha cambiati nel profondo, non son più gli stessi di prima.
Chissà che cosa avranno fatto, una volta rientrati nel loro paese?
Nostro malgrado, il Vangelo è, sì, una storia, ma non è solo una storia…
Le vicende raccontate hanno lo scopo e il merito di risvegliarci a noi stessi, di ripresentare alla memoria i momenti significativi della fede, quelli che ci hanno fatto decidere per Cristo.
Nel caso che avessimo rallentato, o addirittura interrotto la ricerca… rimettiamoci in viaggio.
Il tempo, per noi, non è ancora scaduto e il nostro paese è là che ci attende.
La Gerusalemme del Cielo.
dal sito: qumran2.net