Una casa che sa essere famiglia

Animatori geriatrici ed educatori, una presenza continua e rassicurante nelle Case del Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione.

Si prendono cura dei nostri Signori e delle nostre Signore ospiti nei vari reparti e le loro iniziative sono rivolte sia al gruppo nel suo insieme, sia alle singole persone, a chi, costretto a letto, non può partecipare alle iniziative comuni.

Servizio prezioso e indispensabile soprattutto in questo lungo periodo di pandemia in cui sono stati interrotti i rapporti con i familiari e le visite dei volontarie e degli amici che quotidianamente si intrattenevano con gli Ospiti accompagnandoli anche all’esterno per una boccata d’aria. (Non dimentichiamo che molti di loro non hanno più nessun familiare vivente ma solo un amministratore di sostegno).

Tutti noi abbiamo sofferto insieme a loro per questa chiusura forzata e inaspettata, come hanno sofferto ancora di più, forse, i familiari che non sono potuti entrare nelle nostre case a far loro visita. Molti hanno capito la straordinarietà del fatto e hanno accettato questa emergenza sperando durasse breve tempo, ma così non è stato.

Eppure i nostri Signori non sono stati trascurati o abbandonati a una solitudine individuale. Dobbiamo dare atto a tutto il personale medico e infermieristico, a tutti coloro che svolgono servizi alle persone, che non si sono limitati al semplice lavoro professionale, ma hanno curato il rapporto umano fermandosi a parlare con calma con ciascuno dei malati, incoraggiandoli e dando loro fiducia.

Ma soprattutto sono stati e sono tutt’ora molti animatrici e animatori ed educatrici ed educatori a dedicarsi a tempo pieno esclusivamente al benessere umano o, come si dice ora, alla qualità della vita delle persone più fragili. Hanno studiato e hanno i titoli professionali per svolgere al meglio questo delicato servizio.

In questo periodo di emergenza hanno sostituito, sia pure parzialmente, la presenza dei parenti creando un rapporto speciale e unico con chi abita le nostre case, accogliendo le loro confidenze, diventando reale sostegno psicologico e umano.

Li vediamo chinati su una persona a letto, a parlare affabilmente nella sala soggiorno, all’aperto, nel giardino, all’ombra di una pianta o di un ombrellone a leggere delle riviste.

Sanno di essere al Piccolo Cottolengo di Don Orione, che insegnava che anche nel più misero degli uomini o nel più grande peccatore brilla sempre l’immagine di Dio; e ancora oggi il nostro Padre Fondatore chiede a tutti noi che al di sopra di ogni cosa ci sia la carità, che ogni comportamento sia ispirato allo spirito del Vangelo, e di conseguenza ad una grande umanità e benevolenza.

A tutte e a tutti un caloroso ringraziamento.

Don Giuseppe Medda