Baskin al Villaggio
Anche il Villaggio della Carità di Camaldoli, Casa del Piccolo Cottolengo Genovese, ha preso parte al Progetto “Insieme si può” (Regione Liguria-Patto di Sussidiarietà DGR 975/2020) che promuove attività finalizzate all’inclusione sociale, al sostegno e alla piena autonomia della persona disabile.
Grazie al Progetto Regionale e alla cooprogettazione della nostra Associazione di Volontariato “Associazione Volontari Don Orione Genova”, è stato possibile acquistare i canestri da baskin e diverso materiale sportivo utile per svolgere l’attività.
Il termine baskin rappresenta l’unione di basket ed inclusione, nasce nel 2003 all’interno della scuola secondaria di primo grado Virgilio di Cremona grazie alle idee e alla passione di Antonio Bodini e di Fausto Cappellini che, insieme, danno vita ad un contesto in cui le diversità di ogni genere possono esprimersi, nel rispetto delle caratteristiche individuali, attraverso una lingua comune, il baskin appunto.
Nel baskin è l’inclusione a fare la differenza, coinvolgendo non solo le persone con disabilità, ma tutti (adulti, anziani, sportivi e non sportivi), ognuno con le proprie difficoltà e diversità.
Questi presupposti hanno portato l’équipe del Villaggio della Carità di Camaldoli (N.d.R Casa del Piccolo Cottolengo Genovese sita sulle prime alture di Genova che accoglie e cura persone disabili, persone anziane e persone con patologie psichiatriche) a lavorare per coinvolgere diversi Signori, desiderosi di sperimentare nuove discipline sportive, per provare questo sport.
Prima della pandemia i nostri “cestisti” hanno svolto l’attività nelle palestre sul territorio con il supporto della Associazione Sportiva Dilettantistica Futura Genova ASD, mentre durante il periodo pandemico lo spazio polivalente del Villaggio è stato attrezzato con due canestri specifici per il baskin, così da garantire continuità agli allenamenti.
La dinamicità della disciplina, la possibilità di coinvolgere tanti Ospiti, ha fatto divenire l’allenamento del lunedì mattina un appuntamento fisso, che genera benessere e divertimento.
Il baskin, dunque, attraverso un contesto tecnico e regolamentato vuole annullare le differenze e regala un importante spunto di riflessione: ripensare ogni contesto (e non solo prettamente sportivo) per creare situazioni strutturate dove le differenze non siano più viste come limiti ma come opportunità, differenziando i supporti e personalizzandoli, come la progettazione della Qualità di Vita prevede e insegna.
Ci auguriamo quanto prima di poter tornare a giocare anche nelle palestre sul territorio, per condividere allenamenti e partite con altre persone e vivere nuove sfide, sportive, relazionali e di inclusione.
Alberto Bianco
Terapista della Neuro e Psico Motricità
Credits Alberto Bianco