Genova e Don Orione: dai primi contatti all’apertura delle sue Opere

Se l’apertura della prima casa orionina a Genova è datata 1924, il primo contatto tra Don Orione e questa città di mare era avvenuto molti anni prima

“Se il Piccolo Cottolengo si è diffuso e allargato ovunque questo si deve in gran parte all’esempio edificante di carità verso i poveri
che voi avete dato o i miei buoni e indimenticabili genovesi”
Don Orione ai Benefattori genovesi,
10 marzo 1937

Don Orione ha sempre voluto un gran bene ai genovesi. Li amò quali essi sono e i suoi numerosi scritti lo dimostrano: “Miei buoni e indimenticabili genovesi, che avrete un fare un po’ fiero, ma avete un cuor d’oro, un cuore grande, più grande che il vostro mare”.[1]
I contatti  di Don Orione con Genova iniziarono quando era ancora chierico, studente nel seminario di Tortona, egli infatti strinse fruttuosi rapporti con gli esponenti del cattolicesimo ligure, da lui considerati esempio di integralismo e di fede. L’11 settembre 1892 il vescovo di Tortona Mons. Bandi celebrò il Congresso Diocesano al quale vennero invitati esponenti di spicco di Genova (tra cui Dufour e il dott. Buffa di Rivarolo); Orione ventenne vi partecipò attivamente e lasciò nei più una straordinaria impressione. Venne perciò invitato al X Raduno dei Congressi che si sarebbe celebrato nel mese successivo proprio a Genova, a cui però per un disguido non poté prendere parte. Possiamo dire che, non ancora sacerdote, Orione entra in qualche modo nell’anima dei genovesi, sentiva che Genova lo ricordava e lo comprendeva, che gli si dava slancio e ampiezza di lavoro, annoverando tra i più accesi attivisti del movimento cattolico ligure. Luigi Orione cominciava ad amare Genova, a conoscere la sua storia e soprattutto a comprendere che “… il cuore dei genovesi, che nella scorza par rude talvolta, ma è cuore più grande del mare!”[2].

Due anni dopo manderà a studiare nei licei della città i suoi migliori studenti, fra i quali il servo di Dio Gaspare Goggi.

Il 1895 fu un anno fondamentale nella storia dell’amicizia fra Don Orione e Genova: appena ordinato sacerdote decise di trasferirsi nella città; era autunno e aveva appena ventitré anni.
Il giovane Orione fu tra i più “intransigenti” a difesa della libertà del papato e nell’aiuto alle classi operaie e ai poveri, seppe coltivare molte amicizie in ogni campo e a Genova ebbe relazioni con molte personalità di spicco, la cui amicizia coltivò anche quando era lontano, nei tre anni di Messina (1908-1911) o quando andò nel primo viaggio missionario in Brasile e Sud America (1921-1922).

Ma perché Don Orione si sentiva attratto da questa città? Perché proprio Genova per realizzare un giorno in essa la mirabile costellazione di carità che sentiva come un disegno della provvidenza divina?[3]

I testi ci aiutano nell’individuare alcune possibili spiegazioni. La prima ragione è di ordinamento ecclesiastico: Tortona, città in cui è nato (nella vicina Pontecurone) ed è vissuto da giovane, è diocesi ligure ed ecclesiasticamente si sentiva tale; in più Genova era una sede metropolitana e rappresentava la fonte delle iniziative della Chiesa. La seconda ragione potrebbe essere di ordine religioso: Don Orione amava profondamente la Madonna ed ebbe nella Madonna della Guardia sul Monte Figogna un grande punto di riferimento come devozione e richiamo. Infine, il terzo motivo che potrebbe giustificare l’orientamento preferenziale verso la città, potrebbe risiedere nei suoi legami attraverso l’amicizia feconda con illustri famiglie e noti e benestanti professionisti.

Tra questi ultimi emerge il nome di Tommaso Canepa, cristiano fervente, attivo, molto riservato, che contribuì alle prime opere del nostro Fondatore. Egli mise a disposizione la sua casa a Salita Angeli per Don Orione e i suoi religiosi quando erano di passaggio a Genova e avrebbe voluto che Don Orione vi aprisse un’opera. Saggiamente prende tempo: è giovane ed inoltre per agire nell’ambito della Chiesa aveva bisogno necessariamente del benestare del suo vescovo. La diocesi di Genova sfortunatamente in pochi anni ebbe diversi vescovi e questo non portò grande stabilità. Il modernismo, di cui venne accusato anche il barnabita P. Giovanni Semeria, aveva creato frizioni tra i cattolici, per cui l’ambiente non era sereno e Don Orione, che era troppo devoto alla Chiesa, non volle darle altri assilli ed aspettò tempi migliori.

Non dimentichiamo che nel frattempo si era avventurato in più attività: era intervenuto a portare aiuto ai terremotati di Reggio Calabria, di Messina e della Marsica; fu nominato vicario generale della diocesi di Messina; mandò i suoi primi missionari in Brasile; partì per il sud America e pensò tante altre iniziative. Non ha veramente sprecato il tempo.

La copiosa corrispondenza che intrattiene con gli amici genovesi, in modo particolare Canepa, la famiglia Gambaro e Mons. Malfatti rettore del santuario della Guardia sul monte Figogna, testimonia che ha Genova sempre nel cuore, anche quando è lontano.

Il colpo di fulmine era scoccato: assieme, Genova e Don Orione, di strada ne avrebbero fatta e tanta.

Queste sono le case della Costellazione di Carità di cui aveva espresso la profezia e il desiderio nel discorso tenutosi a Genova il 13 dicembre 1923 presso la sede dell’UNITALSI:

19 marzo 1924: nasce il Piccolo Cottolengo Genovese in una casa presa in affitto in Via Camoscio, 2, nel quartiere Marassi;

13 novembre 1925: prende in affitto dal Comune di Genova il vecchio ospedale, il Conservatorio di San Girolamo a Quarto dei Mille;

1928: Don Orione deve lasciare la struttura di Genova Quarto, perché il Comune non gli rinnova l’affitto, ma in cambio riceve in affitto gratuito (e dopo la guerra in proprietà) una casa in Via Bosco e il signor Tommaso Canepa gli offre la sua casa in Via Salita Angeli (19 marzo), che diventerà il rifugio di tanti orfanelli; (aveva già offerto anche la sua casa di Via Palazzo a Quezzi, oggi sede dell’Associazione “L’abbraccio di Don Orione”);

21 aprile 1930: il cardinale Minoretti di Genova benedice la prima pietra del nuovo edificio di Castagna, su un terreno offerto dalla famiglia Ravano (il primo padiglione sarà pronto nel 1936; 50 anni dopo, nel 1986, nascerà un secondo padiglione);

1933: acquisto dell’Istituto Paverano (il 13 marzo Don Orione firma il compromesso per l’acquisto; il 30 novembre don Sterpi ne prende possesso e il 1 dicembre inizia l’attività);

30 maggio 1939: viene inaugurata Villa Santa Caterina, a Molassana, per nobili decadute.

Dopo la morte di Don Orione vengono aperte nuove attività:

 11 ottobre 1940 a Camaldoli;
29 gennaio 1950 a Bogliasco
7 ottobre 1957 a Boschetto (Abbazia di San Nicolò)

Fonti

Archivio del Piccolo Cottolengo Genovese presente nella Casa di Paverano
Le Mani della Provvidenza, Opera Don Orione 2004, Genova
Amici di Don Orione, 2001, n°X
Don Luigi Orione e i Genovesi Raccontano, Quaderni del Chiostro 1998-n°16, Confraternita di S. Giovanni Battista De’ i Genovesi in Roma, pp. 9-10.

www.messaggidonorione.it

[1]  Lettere II, p.439
[2]  Lettere II, p.204
[3]  Don Luigi Orione e i Genovesi Raccontano, Quaderni del Chiostro 1998-n°16, Confraternita di S. Giovanni Battista De’ i Genovesi in Roma, pp. 9-10.