Il Papa chiude la settimana per l’unità dei cristiani
Camminare insieme è già fare unità”, “l’unità è sempre superiore ai conflitti”, “i cristiani possano superare divisioni ed essere uniti” dalla forza dello Spirito. Così in sintesi Papa Francesco questo pomeriggio nell’omelia dei vespri per la chiusura della settimana dell’unità dei cristiani celebrati nella Basilica di san Paolo fuori le Mura nella Festa della Conversione di San Paolo. Hanno preso parte alla preghiera i rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali. “Le nostre divisioni – ha detto il Papa – feriscono la testimonianza cui siamo chiamati”. Paolo Ondarza:
“Cristo non può essere diviso! Le divisioni tra cristiani sono uno scandalo, tutti ne siamo stati danneggiati”. Papa Francesco conclude così sulla tomba di Paolo insieme a rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Per non portare scandalo camminiamo insieme, “camminare insieme fraternamente verso l’unità – prosegue il Santo Padre – è già fare unità”. “L’unità è sempre superiore ai conflitti”, dice il Papa, quella “diversità riconciliata”, dono dello Spirito Santo non verrà come un miracolo alla fine, ma viene lungo il cammino insieme:
Se noi non camminiamo insieme, se noi non preghiamo gli uni per gli altri, se noi non lavoriamo in tante cose che possiamo fare in questo mondo per il Popolo di Dio, l’unità non verrà!
La certezza è che, nonostante le difficoltà, Cristo accompagna tutti:
Il Signore ci aspetta tutti, ci accompagna tutti: è con tutti noi in questo cammino dell’unità!
Non è possibile – avverte il Papa – considerare le divisioni nella Chiesa come un fenomeno naturale, inevitabile:
Questa sera, mentre siamo qui riuniti in preghiera, avvertiamo che Cristo, che non può essere diviso, vuole attirarci a sé, verso i sentimenti del suo cuore, verso il suo totale e confidente abbandono nelle mani del Padre, verso il suo radicale svuotarsi per amore dell’umanità. Solo Lui può essere il principio, la causa, il motore della nostra unità. Mentre ci troviamo alla sua presenza, diventiamo ancora più consapevoli che non possiamo considerare le divisioni nella Chiesa come un fenomeno in qualche modo naturale, inevitabile per ogni forma di vita associativa. Le nostre divisioni feriscono il suo corpo, feriscono la testimonianza che siamo chiamati a rendergli nel mondo.
L’unità cui esortava san Paolo rivolgendosi alla comunità di Corinto attraversata da divisioni tra chi diceva: “Io sono di Paolo, io di Cefa, io di Apollo”, o “Io di Cristo”, usando il nome dell’unico Salvatore per prendere le distanze da altri fratelli all’interno della comunità, quell’unanimità nel parlare e unione di pensiero – ammonisce il Papa – non può essere frutto di strategie umane”:
Mentre guardiamo con gratitudine ai passi che il Signore ci ha concesso di compiere, e senza nasconderci le difficoltà che oggi il dialogo ecumenico attraversa, chiediamo di poter essere tutti rivestiti dei sentimenti di Cristo, per poter camminare verso l’unità da lui voluta.
Papa Francesco quindi ricorda l’impegno ecumenico ormai proprio del Successore di Pietro grazie ai suoi predecessori: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II:
L’opera di questi Pontefici ha fatto sì che la dimensione del dialogo ecumenico sia diventata un aspetto essenziale del ministero del Vescovo di Roma, tanto che oggi non si comprenderebbe pienamente il servizio petrino senza includervi questa apertura al dialogo con tutti i credenti in Cristo.
“Il cammino ecumenico – prosegue il Santo Padre – ha permesso di approfondire la comprensione del ministero del Successore di Pietro e dobbiamo avere fiducia che continuerà ad agire in tal senso anche per il futuro”.
Dal sito: www.news.va