Don Corona: nessun luogo è lontano
Riportiamo qui il saluto di Don Corona pubblicato sul vecchio sito del Piccolo Cottolengo, indirizzato a tutte le persone che aveva conosciuto:
“In alto sulla terrazza della Castagna c’era una insegna luminosa che leggevo ogni volta che passavo. Vi era scritto:” Nessun luogo è lontano “ La firma era la silhouette di un gabbiano. Chiesi più volte chi l’avesse posta e cosa volesse intendere. Non ebbi soddisfazione. Anni dopo ho scoperto che la frase era il titolo di un libro di Richard Bach, autore anche de “ Il gabbiano J. Livingston”. Ecco il perché di quella inusuale firma sull’insegna. L’autore vuol dire che per le persone legate da comunione di intenti, di ideali e di affetti nessun luogo è lontano. Bello! Posto poi sul culmine di una casa che accoglie quelli che la vita ha allontanato dai loro cari, è tutto un programma. La Provvidenza affianca, la Provvidenza separa … materialmente-
Il primo luglio “ Il Mattutino” di Avvenire, curato da G. Ravasi, riportava la seguente frase del teologo J. Leclercq:” Credo che un giorno, il tuo giorno, mio Dio avanzerò verso te con passi titubanti, con tutte le mie lacrime sul palmo della mano, ma anche con questo cuore meraviglioso che ci hai donato, questo cuore troppo grande per noi perché è fatto per te “.
Rimpiango in questi giorni in cui ricordo i cinquanta anni di sacerdozio e mi preparo ad una nuova esperienza, di non essermi reso conto della grande grazia che il Signore mi ha fatto facendomi incontrare tante degnissime persone, come lei, le volontarie, le ospiti, gli amici, i collaboratori.
Cilla è una quindicenne che il Signore ha stregato. Dopo una riunione animata, rientra a casa col fratello che è alla guida. Lei canta una dolce melodia spagnola:” Adios con el corazon porquè co l’alma no puedo. A despedirme de ti de sentimento me muero…”. Un camion sbuca all’improvviso, uno schianto…Il canto muore e con lui Cilla. Poco prima aveva lasciato scritto:” Ciò che conta è che c’è Lui”.
Grazie di tutto.”