Tempo di semina… tempo di ottimismo

“Uscì il seminatore a seminare. Parte del seme cadde lungo la strada, vennero gli uccelli e lo portarono via. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra, e subito si seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi che soffocarono il seme e non diede frutto. Altri semi caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Quello che colpisce subito è la grande sproporzione tra la semina e il raccolto. Per più di tre quarti sembra che il seminatore lavori invano, solo per un quarto ha un raccolto abbondante, sia pure in percentuali diverse.
Inesperienza e incapacità del seminatore che non conosce il terreno o generosità e lungimiranza? Il contadino della parabola come ogni seminatore non sa in anticipo dove il seme frutta e dove no.
Se sveliamo subito che stiamo parlando di Dio perché non si tratta di un seminatore qualunque ma è “il seminatore”, ci viene da pensare anche a un’altra parabola, quella del figlio prodigo o con più precisione del padre prodigo nell’amore, che non ha paura di sprecare il suo amore nell’attendere il ritorno del figlio.
In realtà questa parabola è rivolta più che alle folle agli apostoli stessi, delusi dalla scarsa adesione nei confronti di Gesù. È una parabola per tutti i predicatori del vangelo di ogni tempo. I catechisti e gli educatori dei ragazzi queste cose le sanno molto bene, e anche gli insegnanti, e anche chi lavora nelle corsie tra i malati e i loro parenti.
Che fare allora? Discriminare prima? Non resta che una scelta intelligente: seminare dappertutto, senza farsi condizionare troppo dai possibili fallimenti. Anche se il seme portasse frutto da una sola parte ne varrebbe la pena. Nonostante lo spreco e l’insuccesso il seminatore riesce comunque a ottenere un raccolto straordinario. Se al tempo di Gesù la resa del grano poteva essere intorno al 7 per cento e oggi è del 15, Gesù propone addirittura una resa del 30, del 60 e anche del 100 per cento.
È la novità di una fecondità inaudita, c’è una visione ottimista della realtà, una crescita smisurata. Nonostante le reali difficoltà e le perdite che pur ci sono, il risultato sarà decisamente maggiore.
È una parabola quindi di incoraggiamento e ottimismo. Proprio ciò di cui noi abbiamo bisogno nel mese di Settembre quando ricominciamo un nuovo anno di attività e lavoro in una casa di Don Orione, santo per la sua totale fiducia in Dio nonostante prove e delusioni.
La parola di Dio, ma possiamo tranquillamente tradurre il bene, il bene in genere , la generosità, una parola buona, una pazienza esercitata, sarà sempre efficace a modo suo, e non tocca a noi impedire la sua libertà e imprevedibilità.
Appunto perché è parola di Dio, essa percorre strade che non sono le nostre, e anche questa è per fortuna esperienza di chi ha a che fare con le cose di Dio che sono le persone umane. Anche dopo molti anni di attesa si possono avere delle sorprese in positivo e vederne gli effetti in chi si pensava o si credeva tra i più lontani e distratti. Davvero “ i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie”, come dice la Bibbia.
E allora la conclusione è seminare sempre e dovunque, senza pensare per questo di sprecarsi.
Vorremmo rinunciare ai frutti benefici e abbondanti nel mondo intero, a tutto il bene fatto in nome della fede e di Dio, perché c’è da pagare il prezzo di tanti fallimenti?
Certo che poi le responsabilità si fanno anche personali e la parabola non tace questi aspetti. Mentre nei primi terreni i vari ostacoli sono soprattutto fattori esterni, sassi, uccelli, sole, spine che colpiscono il seme nei diversi stadi di crescita, nel quarto il seme fruttifica per la qualità del terreno. Cioè dipende anche dall’impegno di ciascuno. I fattori esterni ci sono per tutti, ma non possiamo solo lamentarci della società o attribuire tutto alle circostanze e vicende che colpiscono la vita. Fondamentali rimangono le proprie decisioni, scelte e responsabilità, oltre naturalmente l’aiuto e la grazia di Dio, perché il campo da seminare è il suo.
d.g.m.