Natale con Maria
Due testi a confronto, due testi molto lontani nel tempo ma che si spiegano e si completano a vicenda. Eppure per noi due modi diversi di prepararsi al Natale.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: «Tu costruirai a me una casa perché io vi abiti? Ma Io non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi. Sono andato vagando sotto una tenda durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con gli Israeliti: ho forse mai detto ad alcuno dei giudici d’Israele, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele: perché non mi avete edificato una casa di cedro? Sarò io invece a costruire una casa per te e per la tua discendenza dopo di te».
E il profeta Isaia poco più tardi specificherà: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, che significa Dio con noi”. È la profezia dell’incarnazione del Figlio di Dio: Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi, facendo degli uomini e delle donne la sua dimora permanente. Questa è la tenda che preferisce.
Otto secoli dopo, l’arcangelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Due modi diversi di vivere l’attesa, Davide e Maria, due modi di interpretare l’Avvento.
Davide preoccupato di allestire uno spazio esterno a Dio, Maria disponibile ad offrire uno spazio interiore di ascolto e di accoglienza.
Davide affannato a realizzare il suo progetto di costruire un tempio anche a Dio dopo aver realizzato una reggia per se e ottenuto un impero con la sconfitta dei suoi nemici.
Il profeta Natan mandato da Dio gli fa notare alcune ambiguità, che Dio non può essere un elemento che entri in gioco nel proprio progetto solo alla fine dopo aver sistemato le proprie cose da solo, perché potrebbe essere interpretato come un tentativo di sistemare anche Dio dopo averlo tenuto fuori dalla propria vita e dai propri affari. A Dio non si possono donare delle cose esterne, Dio vuole noi, il nostro intimo, Dio deve essere alla base di ogni progetto di vita, bisogna tenerlo presente sempre in ogni fase, fin dall’inizio. E così i progetti di Davide per quanto generosi vengono bocciati da Dio.
Al contrario, Maria è capace di inserirsi nel progetto di Dio con fede. Entra nel mistero di Dio, si lascia condurre fino alla donazione completa di sé: eccomi sono la serva del Signore. E con lei anche Giuseppe, uomo giusto proprio perché lascia sconvolgere i suoi piani per adeguarli a quelli di Dio.
Due modi diversi di prepararsi al Natale possiamo interpretare noi: un correre affannoso per preparare mille cose o fermarsi un attimo per ritrovare sé stessi, le nostre vere esigenze nella calma interiore e nella preghiera.
Se Davide pensava di onorare Dio in futuro con la solennità degli atti di culto nel chiuso di un tempio, Dio gli mostra di preferire un’abitazione molto diversa. Dio vuole un’abitazione viva, vuole abitare nel suo popolo, là dove le persone vivono quotidianamente. Dio pose la sua tenda fra gli uomini dice San Giovanni. Dio vuole abitare negli uomini, in ogni uomo. Noi lo dobbiamo ritrovare dentro la nostra vita. Noi siamo le pietre vive per un edificio spirituale dirà ancora San Pietro più tardi. Dio non se ne fa nulla di un bel tempio di pietre se poi quelli che lo frequentano non vivono l’amore e la concordia. Se Dio non è in noi, nei nostri sentimenti, nelle nostre scelte, nei nostri valori, se alla fine è Lui in grande assente, allora non servono a nulla tutti i nostri preparativi e anche tutti i bei monumenti artistici.
Per fortuna c’è lei, Maria, a ricondurci all’essenzialità con il suo silenzio, la sua preghiera, la sua straordinaria capacità di accogliere Dio.
Dio ha bisogno di lei come creatura non ingombrata né dalle cose né da sé stessa.
La sua grandezza è in quell’eccomi, offre a Dio l’unico spazio di cui Dio ha bisogno: il suo corpo, la sua mente, la sua interiorità, tutto il suo essere.
Ecco il Natale per noi: solo la nostra piccolezza può abbracciare la grandezza di Dio, solo la nostra fede può contenere la gloria di Dio.
Buon Natale a tutti voi carissimi amici del Piccolo Cottolengo di Don Orione.
d.g.m.