Laboratorio sensoriale
I sensi sono i primi strumenti che l’uomo ha per relazionarsi con il mondo: sentire, esplorare e poi percepire. Lo stimolo esterno provoca una risposta a livello di organi di senso, questi attivandosi generano una sensazione. Sentire il mondo permette di rendersi conto che esiste un “oltre a sé”, un contesto, un ambiente interattivo che genera energia sotto forma di stimoli, che comunica in attesa di una risposta (la relazione è la base dell’esistenza). Attraverso i sensi cogliamo informazioni e dalla collaborazione dei sistemi sensoriali le integriamo. Una stimolazione pertinente ad una data modalità sensoriale, per esempio un suono, produce risposte non solo nello specifico canale sensoriale sollecitato, ma anche in un sistema diverso, per esempio in quello visivo (R.S. Feldman a cura di G. Amoretti, M.R. Ciceri, 2008) evocando contemporaneamente la percezione di un colore, di un tratto, di una forma, nonostante la vista non sia direttamente stimolata. Questo accade anche per quanto riguarda i ricordi, infatti il cervello, anziché raggruppare le immagini, i suoni e gli odori di un ricordo in un unico punto, distribuisce la memoria nelle differenti aree e può risvegliarla anche mediante uno solo di questi canali sensoriali (Neuron, vol 42).
Attraverso la stimolazione sensoriale è quindi possibile entrare in contatto con emozioni e memoria. La percezione olfattiva ad esempio è strettamente connessa al sistema limbico, responsabile tra l’altro della memoria a breve termine, delle emozioni e dell’umore. Questo tipo di memoria, non solo permette di evocare ricordi precisi ma agisce a livello inconscio suscitando emozioni e stati d’animo molto intensi e vividi.
Sentire è anche percepire una vibrazione, che appartiene a tutti i corpi, noi stessi siamo corpi vibranti in grado di percepire e creare vibrazioni (Scardovelli, 1991).
Il laboratorio sensoriale nasce dall’idea di utilizzare il canale della stimolazione sensoriale come via preferenziale per la sperimentazione, espressione e comunicazione. Già nel 2012 al Boggiano Pico e dal 2016 presso i reparti S. Gabriele e Angeli custodi coinvolge ragazze e donne con caratteristiche differenti ma spesso accomunate dalla difficoltà comunicativa ed espressiva data dalle condizioni di salute connaturate oppure acquisite.
L’esperienza con “Terri”, ad esempio, è nata da una danza di sguardi, è passata attraverso differenti stimolazioni e ad un percorso di narrazioni fatte di sensazioni, fino ad arrivare a veri e propri viaggi, attraverso i quali si è cercato di riprodurre i suoni, i profumi e i colori dei panorami (Perù, Cuba, Irlanda e molti altri).
La musica può farci viaggiare con la mente e con il cuore rievocando ricordi lontani, attraverso la relazione si può viaggiare insieme e condividere emozioni.
Fornendo la possibilità di sperimentare stimoli sensoriali attraverso l’utilizzo di differenti materiali, il progetto propone di trovare la risposta allo stimolo più adeguata sulla quale instaurare una possibilità comunicativa e relazionale. Partendo da un ascolto profondo, dalla storia di vita ,dall’ ISO (Identità sonora) dall’intento di valorizzare le potenzialità della persona si cerca di creare un gioco di proposte, imitazione e risposte, teso a stimolare le relazioni tra persona e oggetto e quelle interpersonali (Benezon, 2007). Sfruttando i fenomeni sinestesici si sperimentano possibilità, considerando le potenzialità dell’individuo, di attivare più canali, in una visione che comprende un ambiente, il poter interagire con esso e con l’altro da sé. I sensi e la loro attivazione permettono anche di lavorare sull’ auto percezione, sui confini corporei, sul dentro e fuori di sè. Trovare un canale sensoriale preferenziale a seconda della persona permette anche una possibilità espressiva e di sperimentazione verso un processo creativo di variazione e divenire.
Il laboratorio sensoriale utilizza differenti metodologie integrandole. Basandosi su tecniche di artiterapie integrate unisce tecniche di playback- theatre, psicodramma, musicoterapia attivo recettiva, arteterapia plastico-figurativa e danzamovimentoterapia; l’insieme di queste tecniche permette di avere una “cassetta degli attrezzi” dotata di strumenti da utilizzare a seconda delle esigenze, adattandole ai bisogni e alle preferenze della persona. La proposta e la sperimentazione permette di cercare la chiave, il punto di incontro sul quale instaurare la relazione d’ aiuto contribuendo a migliorare la qualità della vita.
Ilaria Bonamini