Una donna vestita di sole
Tradizionalmente il mese di Maggio è ancora dedicato alla Madonna, anche se i liturgisti ricordano che il periodo più adatto alla devozione mariana è il tempo di Avvento.
La giovane Maria, scelta per diventare la madre di Gesù figlio di Dio, l’attende con fede e vi si prepara interiormente con la preghiera, diventando anche per noi modello di accoglienza della Parola fatta carne.
E siamo abituati dalla catechesi tradizionale, da statue e dipinti artistici che decorano le chiese e le nostre case, a identificare nella Vergine Maria quella donna vestita di sole che San Giovanni descrive nel capitolo 12 del libro dell’Apocalisse.
“Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per 1260 giorni”.
In realtà l’identificazione di questa donna con la Madonna è più tardiva ed è una deduzione teologica.
Il libro dell’Apocalisse parla per segni e simboli, che non sono da prendere alla lettera ma da tradurre e interpretare, esattamente come facciamo con una lingua straniera. Segni e simboli che fanno parte del linguaggio tipico dell’Apocalittica, genere letterario molto in voga negli ultimi secoli prima di Cristo e nei primi successivi.
Apocalisse non è sinonimo di distruzione o catastrofe, ma significa semplicemente rivelazione, re-velatio, azione che rimuove il velo e mostra ciò che è nascosto.
L’immagine della donna insidiata dal drago cerca di spiegare un evento del passato prima che una previsione del futuro.
Sono due segni contrapposti, una donna e un drago, un animale fantastico con sette teste, figura evocativa del male e del caos primordiale. Questa donna, più che una figura singola, è l’espressione riassuntiva di tutta l’umanità, è l’essere umano nella sua originaria contrapposizione al male, dove il serpente non è uomo ma mostro caotico negativo, tentatore diabolico. È il peccato.
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sulla testa una corona di 12 stelle. Una visione simbolica, intellettuale, che non può essere tradotta per immagini concrete e si deve guardare più con l’intelligenza che con gli occhi fisici.
La luna cosa significa? È l’elemento astronomico che determina il computo del tempo, delle settimane e dei mesi, è determinante nel ciclo della natura e della fecondità. La luna è l’elemento mutabile per eccellenza. Dominare la luna mettendola sotto i piedi indica il superamento della mutevolezza, significa una umanità al di là della transitorietà del tempo che scorre misurato da giorni, settimane, mesi e anni.
Questa donna ha 12 stelle attorno alla testa, immagine molto bella, poetica, ma è solo per dire che è il centro, il termine dell’universo, identificata con la bellezza stessa della luce. L’autore ha voluto evocare l’umanità nello splendore della creazione, l’umanità creata bella, l’essere umano al centro del cosmo che supera la transitorietà del tempo.
Di fronte però c’è l’aspetto brutto. È il caos, il disordine, il mostro, il serpente, enorme, rosso. Anche il colore è simbolico. Un serpente rosso non è facile da trovare in natura, ma è l’immagine dell’animale pericoloso e sanguinario. L’elemento tipicamente rosso è il sangue. Versare il sangue è uccidere. Così la molteplicità delle teste e dei diademi, sette teste e dieci corna, dice appunto una grandezza pericolosa.
Questo mostro si pone davanti alla donna che sta per partorire, pronto a divorarne il figlio. Il figlio nasce ma viene subito rapito presso il trono di Dio sottraendolo al male. Anche la donna fugge nel deserto dove Dio le ha preparato un posto per esservi nutrita per 1260 giorni. Corrisponde a 42 mesi, cioè 3 anni e mezzo, ovvero la metà di sette, un tempo, due tempi e la metà di un tempo. È il linguaggio apocalittico per indicare il potere del male. Quanto domina il male? Tre e mezzo. Non di più. Sette è il tempo pieno, tre e mezzo ne è la metà. Il male domina ma parzialmente. Il serpente tira giù ancora con la coda un terzo delle stelle del cielo. Solo un terzo, ne rimangono due terzi, la maggioranza. Chiaramente non è un evento astronomico ma simbolico. Allude anche alla ribellione originale degli angeli e alla loro caduta. Si parla di una guerra in cielo tra Michele e i suoi angeli contro il drago e i suoi angeli.
Giovanni ha voluto descrivere con questo linguaggio immaginifico la storia dell’umanità, partendo dall’inizio, dallo scontro originale con la forza del male. Una storia fatta di lotte, tentazioni, persecuzioni, cadute, ma anche di protezione da parte di Dio, ciò che le permetterà di essere alla fine vittoriosa.
Ma ecco il passaggio. Quando si riflette sulla persona di Maria madre di Gesù alla luce delle scritture, si comprende che è lei la piena realizzazione dell’umanità così come Dio l’ha pensata.
Ed è attraverso l’umanità di Gesù Cristo che il male viene sconfitto. “Porrò inimicizia tra te, dice Dio rivolto al serpente, e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe. Questa ti schiaccerà la testa”. Chi schiaccia la testa al serpente non è la donna ma il figlio, la sua discendenza.
I teologi cristiani hanno riconosciuto facilmente in Maria quella donna primordiale che significava l’umanità intera secondo il progetto di Dio. Per cui esegeticamente posso dire che l’Apocalisse parla dell’umanità, teologicamente riconosco che in Maria c’è quell’umanità dell’inizio che può vincere il male, e Maria come persona ne è un esempio e una garanzia.
Questo è in fondo il messaggio dell’Immacolata Concezione, non semplicemente un privilegio personale, ma l’annuncio di speranza che l’umanità, grazie all’intervento della incarnazione del Figlio di Dio, può trionfare sul peccato e sul male. A ciascuno di noi spetta adesso far propria questa vittoria accogliendo lo Spirito che Egli ci comunica.
d.g.m.