La malattia del 12 marzo
Pochi di quanti hanno cercato di approfondire la propria conoscenza su Don Orione ne sono stati esenti. Credo abbia rappresentato uno stimolo all’imitazione nel soccorrere il prossimo meno fortunato, ad essere più giusti ed altruisti.
Non santi, almeno nel mio caso, perché la coercizione, usata nello stabilire la data del matrimonio, non ha funzionato con la nascita del figlio, nonostante il nome imposto fosse promettente: è nato otto giorni dopo. Comunque il fatto di non essere stato servito a puntino non mi ha scoraggiato, anzi. Cerco soggetti che mi diano fiducia e in qualche modo coprano le mie incapacità.
In congregazione i fratelli Zambarbieri sono arcinoti: Giuseppe ed Alberto sacerdoti orionini, Angelo Vescovo. Anche Don Silvio Parodi era conosciuto e stimato dal Fondatore che gli aveva affidato la formazione dei futuri figli, e dagli stessi, a considerare quella specie di venerazione prolungata nel tempo, già uomini maturi e quasi anziani pure loro. Questo quartetto è credibile in sé; l’averli conosciuti conferma la stima e la propaga. Cosa accadde? Il buon Parodi, di Livellato, ai piedi del Santuario della Madonna della Guardia in Genova, sente il bisogno di scrivere una lettera al neo eletto Vescovo. Eccola integrale, esclusi i convenevoli finali.
“Eccellenza reverendissima, la sua nomina a Vescovo coadiutore di Guastalla ha riempito di soave gioia tutti i Figli della Divina Provvidenza, e particolarmente il sottoscritto che vede così avverarsi una confidenza fattagli da Don Orione nel lontano 1939, se non erro, e proprio il 12 marzo. Don Orione, dopo avermi parlato di Vostra Eccellenza con tanto affetto e venerazione, mi disse queste profetiche parole: “Vedi? Quello domani sarà Vescovo”. Non ho mai palesato ad alcuno quella confidenza, fattami in uno di quei momenti in cui Don Orione vedeva lontano, molto lontano, ma ho sempre atteso l’alba di questo giorno. Può pertanto immaginare la commozione che ho provato nell’apprendere la Sua nomina avvenuta proprio il 12 marzo … Don Silvio Parodi”.
Resta un mistero il perché Don Orione desse risalto al 12 marzo; era in grado di immaginare la sua morte ad un anno esatto di distanza? Spero almeno Don Parodi gioisse solo per la perspicacia del Fondatore e non vedesse pure lui oltre. Non so a voi, ma a me dà da pensare; la lettera non è stata inviata un anno dopo!