Don Domenico Angelo Brunello
Il 27 agosto 1996, durante la novena nel santuario della Madonna della Guardia in Tortona, i fedeli, numerosi come al solito, e forse più per la presenza del Cardinale Glemp, Primate di Polonia, provarono una profonda emozione. Non era però determinata dal prelato, ma da una notizia diffusa in quel momento: la morte di Don Domenico Angelo Brunello. I “foresti” potevano non averne sentito parlare, ma i residenti l’avevano conosciuto, diffondendone nelle nuove generazioni il mito, colorato spesso da un’idea di miracoloso entrato. Si trattava del giovane che, il 27 ottobre 1930, cadde dal Santuario in costruzione dall’altezza di 18 metri restando illeso.
L’idea del Santuario era ovviamente di Don Orione che, nel marzo 1927, durante un pellegrinaggio a piedi sul monte Figogna, aveva perfezionato il precedente “accordo” con la Madonna aggiungendo non vi fosse alcuna disgrazia durante i lavori. Del resto non dubitava d’essere ascoltato se il contratto iniziale subordinava l’opera (1918) al termine della guerra in corso e al rientro dei combattenti locali sani e salvi, cosa avvenuta e provata. Probabilmente anche questa circostanza contribuì, da subito, a far ritenere l’evento un ulteriore miracolo della Madonna.
Don Domenico faceva parte dei “carissimi”, giovani più grandicelli che aggiungevano allo studio un contributo attivo di lavoro in ogni settore. Nel novembre 1935, subito dopo il noviziato, andò in Sud America dove lo attendeva il Fondatore. Lì, da missionario, visse fino al rientro in Italia (1947) operando in varie sedi nel ruolo di insegnante, vicario o, come preferiva considerarsi, “segretario e tuttofare”.