Amici di Don Orione
Agli inizi della propria attività caritativa Don Orione intuì di non dover restringere il campo al paesello, alla regione e neppure all’Italia. Una forza interiore lo spingeva oltre. Infatti, non ancora sacerdote, aveva cominciato a tessere rapporti fruttuosi con persone impegnate nel sociale a Genova, Milano… Col crescere, dovuto ad un passaparola intenso e solidale, questi soggetti avevano necessità di riconoscersi in gruppi omogenei, facilmente rintracciabili. Così nacquero gli “Amici di Don Orione” con la specificazione del luogo di appartenenza e, in un secondo momento, pure il bollettino si appropriò di tale titolo, oggi probabilmente vivo solo a Genova. Un amore è per sempre, suggeriscono ancora i nostri vecchi. Del resto il fondatore, nelle numerose lettere inviate ai tanti benefattori quando era lontano, li chiamava e considerava proprio in tal modo.
Il bollettino, a Genova, iniziò a camminare sul finire del 1958. L’occasione fu offerta dai festeggiamenti per il 25° del Paverano, la struttura che in breve tempo divenne centro, anima e sostegno d’una quindicina di istituti sparsi e funzionanti in città. Don Carlo Pensa, secondo successore del fondatore, benedì il labaro della Congregazione decorato dal Comune (Sindaco l’On. Avv. Vittorio Pertusio) e dalla Provincia (Presidente Avv. Giovanni Maggio) con medaglia e croce di benemerenza. Giuseppe Siri è il nostro Cardinale, Giovanni XXIII il Papa. Suor Maria Stanislaa Bertolotti, prima superiora locale, è mancata da due anni, Don Giuseppe Zambarbieri, vicario generale, fra tre anni succederà a Don Pensa.
È modesto, sebbene ricco di informazioni. È stampato dalla nostra scuola tipografica di Tortona e le sue dimensioni sono di cm. 110×165. Non è stabile nel numero delle pagine, cercando di accontentare i diversi collaboratori, anche occasionali. Rileggendolo (per fortuna qualcuno ha pensato di rilegarli per non farli scomparire, come è accaduto a vari numeri dei primi anni) ci si affeziona ad un mondo povero, vissuto ad ogni livello, con una virgola in più sulla miseria. In sostanza racconta il vissuto. Proseguendo si apre uno spiraglio alla propaganda pubblicando poche pagine tratte da numeri già stampati (cosa allora consentita) e inviandole una sola volta a soggetti diversi, con l’intento e la speranza di allargare la platea dei lettori. Iniziata una cinquantina d’anni fa ha praticamente raggiunto ogni angolo d’Italia. La tiratura massima raggiunta è stata di quarantamila bollettini mensili.
La scuola tipografica di Tortona, purtroppo, non era in grado di aggiornarsi. A giugno del 1991 Don Germano Corona decideva di affidarsi alla Velar. Con l’arrivo stabile del colore variano le dimensioni (190×250 fino al 97 e quindi 160×235). L’insieme è piacevole e apprezzato. Tuttavia pare soffriamo una crisi da 25° o giù di là. Infatti Don Alessandro D’Acunto sta cercando una via d’uscita su costi, impostazione grafica, tempi. Vedremo insieme cosa accadrà.
Da sinistra a destra: Card Siri – Don Carlo Pensa – Papa Giovanni XXIII – Don Zambarbieri