Attraverso i nostri e i loro occhi
Un bel progetto che ha raccolto le interviste di alcuni Signori che abitano nella Casa di Quarto Castagna. Affiora la preoccupazione per un’emergenza sanitaria ancora in corso ma, soprattutto, tanta forza, molti sorrisi e un po’ di ottimismo: un mix di emozioni e sensazioni, che trapelano dalle loro risposte.
Il Covid, noi, lo viviamo ogni giorno. Lo sentiamo. Quasi lo respiriamo. Ci pervade per uno strano – ma non troppo – gioco di emozioni, testa e cuore. E così da ormai quasi undici mesi. Le nostre giornate sono cambiate, il nostro lavoro è tramutato, forse anche qualcuno di noi, tra croce e delizia, si sente rinnovato. Ci siamo impegnati, talvolta abbiamo perfino vinto; altre volte ci siamo uniti in ritirata, come le migliori delle squadre possibili, sempre pronti a difendere loro, i nostri Signori e le nostre Signore.
E sono proprio loro ad aprirsi e raccontarsi tra consapevolezze e paure, tra forza e sorrisi.
Ecco qui di seguito alcuni stralci delle loro lunghe interviste:
Animatore: “Cosa sai del Covid-19?”
Franco: “È una malattia che prende le persone simpatiche. È un virus, lo chiamano così perché, secondo me, è a forma di corona; comunque la dott. F. ci ha spiegato che è molto contagioso, allora mettiamo tutti le mascherine”
Maria Teresa: “Hanno chiuso tutti i negozi e le persone non avevano più i soldi per tirare avanti, è stato un periodo molto brutto…”
Elisa: “So solo che mi sta facendo arrabbiare!”
Luca: “È un tipo di influenza che si prende… non lo so. Io non l’ho mai presa. Non ho fatto nemmeno il vaccino anti-influenzale (nemmeno mio padre, non ci attacca a noi). Ti viene la febbre e respiri male, ti mettono in quarantena. Io l’ho già fatta, ma sempre negativo, io”
Carmelo: “Qualcuno sostiene sia stato creato in laboratorio per questioni economiche”
Gabriele: “Non so bene come è ma se non stai attento te ne vai all’aldilà. Bisogna non toccarsi la faccia, lavarsi le mani. Noi siamo fortunati che siamo in un ambiente controllato. Ma ho paura”
Sergio: “Siamo stati attaccati da un virus, il nostro corpo presenta dei disturbi; ad oggi non c’è ancora un vaccino, quindi non è stato debellato”
Roberto: “So che bisogna comportarsi un certo modo: lavarsi spesso le mani, mettere la mascherina e mantenere la distanza di sicurezza”
A: “Come sono cambiate le tue giornate?”
Ferdinando: “Qui al Don Orione le giornate non sono cambiate più di tanto. Certo, prima, spesso, veniva a trovarmi mio figlio e adesso lo vedo solo attraverso le videochiamate”
Gianfranco: “È tutto cambiato, mi mancano le attività del pomeriggio, quelle in salone tutti insieme. Adesso ascolto quello che succede, fortunatamente ho la televisione”
Gabriele: “Sto attento a tutto. Percepisco la tensione nell’aria, tutti indossano le mascherine. Tra noi è rimasta la paura, però gli anziani, poverini, non te lo fanno capire…”
Luca: “Eh, che non so cosa fare. Meno male che ci sei tu che mi dai i disegni da colorare (rif. Animatore). Vado a prendermi il caffè e porto qualcosa alla Maria che non sta tanto bene. Prima con Bruno e Luigi facevamo il laboratorio artigianale, speriamo che per Natale si possa costruire qualcosa!”
Sergio: “Mi sono trovato spiazzato. Non posso andare dove voglio e quando voglio, devo imparare a vivere a queste condizioni. Oltre al rapporto con l’a-nimatore abbiamo bisogno di un medico che ci rassicuri, che ci metta una mano sulla spalla perché siamo tanto tesi…”
Roberto: “Siamo bloccati dentro l’istituto; prima uscivo, potevo andare al circolo e a comprare”
A: Cosa ti è mancato e cosa hai imparato ad apprezzare in questo periodo?
Tiziana: “Ci avete protetto bene e vi faccio i complimenti ma mi sono mancati gli affetti”
Virginia: “Ho apprezzato le persone che si dedicano a noi, rischiando di prendersi qualcosa. Mi mancano le persone alle quali voglio bene”
Luca: “Tutto questo mi ha insegnato a prendere le distanze”
Carmelo: “Mi lascia perplesso che gli esperti non siano tutti dello stesso parere, mi ha insegnato però a godere della libertà: è una cosa basilare ed essenziale per la nostra vita e se sei condizionato, diviene dura affrontare i giorni a venire…”
Franco: “Ti rispondo con una battuta di Totò, mi manca una Peroni! (ride) Mi manca uscire, ma ho imparato a rispettare l’amicizia, la bontà delle persone che ci mandano a salutare”
Lidia: “Ho imparato ad apprezzare la salute”
Maria Teresa: “Mi manca mia figlia ma ho imparato ad apprezzare lo spirito di sacrificio di medici e infermieri (…pausa…) non è poi tanto un mondo brutto!”
Elisa: “Mi sono mancate le coccole ma do più peso alle piccole cose”
Ciro: “Non mi è mancato nulla anzi sono sempre stato tranquillo, tutti i tamponi fatti sono risultati negativi quindi sono stato sempre sereno”
Sergio: “La possibilità di dialogare con i miei figli l’ho avuta grazie a voi animatori, quindi non mi mancano. Ringrazio che la mia giornata non sia solo televisione perché ci siete voi che ci aiutate a dialogare, a passare il tempo in modo diverso. Quindi, che ti posso dire? Che questa sia solo un’esperienza negativa? No. Sentirmi dire “Come stai Sergio?” è bellissimo, rispondere “Bene grazie” ancora di più”
Niente rende più roseo il futuro che contemplarlo mediante i propri pensieri, i propri desideri. È doveroso, dunque, porre loro un quesito che ai più può risultar banale ma per noi è ventata di ossigeno puro.
A: “Quale sarà la prima cosa che farai finita la pandemia?”
Luca: “Andrò a Priaruggia a trovare i miei amici, andrò a pranzo o cena fuori e incontrerò mio fratello e mia sorella”
Gabriele: “Aiuterò di più la mia famiglia e i miei conoscenti”
Carmelo: “Assaporerò cosa vuol dire avere libertà di scelta”
Ferdinando: “Rivedrò mio figlio!”
Tiziana: “Faremo una grande festa!”
Elisa: “Andrò in via XX Settembre a comprarmi tante belle cose, alla faccia del virus!”
Sergio: “Imparerò a fare il primo passo per avvicinarmi agli altri”
Roberto: “Andrò al supermercato a comprare qualcosa di buono, al ristorante e al circolo a trovare i miei amici”
Preoccupazione ma anche tanta forza, molti sorrisi e un po’ di ottimismo: un mix di emozioni e sensazioni, che trapelano dalle loro risposte. Si ripresenta quella famosa resilienza di chi qualche battaglia l’ha già combattuta. C’è spazio per tutto: dalle parole cariche d’affetto per il nostro personale, ai momenti di malinconia, di tristezza, di pura speranza. C’è la nostalgia per quello che è stato, le attività ed il rapporto costante con i propri cari, ma anche la giusta consapevolezza che la pazienza porterà a nuovi risultati. Adesso è il tempo di apprezzare le cose semplici, tutti uniti con la certezza che la cura più importante rimarrà sempre la più antica, l’Amore.
E come diceva Don Orione: “Ave Maria e Avanti!”
L’animazione