Benedetta la facciata restaurata di San Giovanni in Paverano
Lo scorso 16 maggio nella nostra Casa di Paverano abbiamo celebrato la festa liturgica di San Luigi Orione, canonizzato proprio il 16 maggio 2004.
La concelebrazione, presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco, è stata l’occasione per ammirare ed inaugurare la nuova facciata della Chiesa di San Giovanni Battista di Paverano recentemente riportata agli antichi colori tradizionali genovesi.
A seguire l’omelia del Cardinale e il racconto del restauro della facciata che, al di là dell’opera di ripristino, è l’occasione per mostrare come la presenza quasi centenaria di Don Orione a Genova possa far convivere l’antico e il nuovo e come le radici dell’Opera ancora oggi continuano a produrre frutti di bene.
A Genova, lo scorso 16 maggio, sul piazzale della Chiesa medioevale di S. Giovanni in Paverano, ha avuto luogo la festa di S. Luigi Orione. Il Card. Angelo Bagnasco ha presieduto la celebrazione e ha benedetto la ristrutturazione frontale dell’edificio sacro, decorato coi colori delle chiese storiche genovesi. Il Direttore del Piccolo Cottolengo Genovese, Don Dorino Zordan, ha presentato i religiosi e i missionari orionini, i rettori di alcune comunità religiose e i sacerdoti delle parrocchie vicine. Erano presenti Ospiti, amici, ex allievi, collaboratori, volontari, suore e autorità civili e militari. Il Direttore ha ricordato che si festeggiavano i 90 anni dalla fondazione dell’Istituto Paverano e i 900 della Chiesa di S. Giovanni, consacrata da Papa Gelasio II nello stesso anno dell’inaugurazione della cattedrale di Genova. La liturgia è stata accompagnata da un coro di animatori e Ospiti, guidato magistralmente da Laura Crovetti e dal complesso musicale dell’istituto, che ha concluso la festa suonando e cantando l’inno della canonizzazione di S. Luigi Orione.
Il Cardinale Bagnasco ha rivolto un saluto a tutti e ha ringraziato per l’invito a partecipare alla gioia di S. Luigi Orione, alla festa della Carità, della quale, come S. Paolo, egli è uno dei campioni e alla festa della vita che ha senso se c’è relazione e se si trasmette l’Amore di Dio. Sua Eminenza ha ringraziato gli Ospiti in ragione del fatto che stimolano tutti ad essere altruisti e ad amarli come faceva Don Orione che, nei volti dei più bisognosi, vedeva brillare l’immagine di Dio. Prosegue dicendo che è la fiamma dell’Amore di Dio per noi ad alimentare l’amore ai fratelli, perché Egli trasforma il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Se non trasmettiamo l’Amore di Dio, tutto è vano; occorre andare alla fonte dell’Amore e farci trasformare il cuore, farci diventare umani, come ha fatto S. Luigi Orione. Gli Ospiti battevano le mani anche al ritmo delle canzoni e sorridevano contenti.
Al termine il Direttore ha ringraziato e invitato il Cardinale e i presenti al pranzo conviviale e al successivo concerto, offerto da un cantante genovese di fama internazionale emulo di Renato Zero, che ha riscosso un grande successo. Grazie a Dio, anche il bel tempo ha contribuito al successo della festa della famiglia orionina genovese attorno al suo Santo Fondatore che ha favorito il consolidamento delle relazioni interpersonali e con gli Ospiti nell’impegno come amava ripetere Don Orione a “Fare del bene sempre, a tutti…” consapevoli che “Chi dà al povero dà a Dio”.
Tullio Fognani – Amico ed ex allievo del Piccolo Cottolengo Genovese
Rivolgo un saluto ai sacerdoti. Grazie per l’invito a partecipare alla gioia di S. Luigi Orione. Saluto tutti: le autorità e soprattutto gli Ospiti.
Il Vangelo ci parla della festa della carità, dell’amore, di cui, nella storia della Chiesa, S. Luigi è uno dei campioni.
Questa celebrazione è la festa della vita; non c’è vita vera senza amore e non c’è amore senza vita. È la festa della vita perché guardo a voi, cari Ospiti, che siete al centro di questa giornata e della vita di questa casa e che, meglio di ciascuno i noi, esprimete e siete la presenza di Lui, S. Luigi, che – come dice la preghiera appena elevata a Dio – nella luce di Gesù Cristo, per tutta la vita, ha avuto a cuore i poveri e, in particolare, i giovani.
Voi siete il cuore di questa casa. A voi voglio dire il nostro profondo e sincero grazie.
Per esperienza ricordiamo che tutti abbiamo bisogno di tutti, dalla nascita alla fine della nostra esistenza terrena. Chi non lo ricorda è stolto, miope o distratto. Ci sono elle età della vita che dipendono dagli anni. Sono circostanze nelle quali ciascuno, in un modo o in un altro, ha più bisogno degli altri, per l’infermità del corpo, voi ne siete un’espressione visibile.
Voi ora, siete il mazzo di fiori più bello, più vero, più apprezzato intorno all’altare, quello che, per Don Orione è stato sempre la fonte, la sorgente, il vertice e il compimento della sua esistenza di sacerdote e di uomo. Ecco il motivo del nostro profondo grazie a voi che, in questo momento, avete più bisogno di cure, di attenzione, di una parola, di un sorriso, di uno sguardo.
Grazie per il fatto che voi ci tirate fuori dai nostri egoismi. Avendo bisogno di altri, nel corpo e nell’anima, voi ci sollecitate a scardinare la porta che ci chiude in noi stessi, quella delle nostre meschinità, dei nostri piccoli egoismi, degli arrivismi personali. Tutte le volte che ci tendete una mano, una parola o uno sguardo, ci invitate misteriosamente ad uscire da noi stessi, ci costringete a venir fuori, allo scoperto, alla luce del sole, per aiutarci ad uscire dal nostro piccolo mondo e ad essere noi stessi, autentici e felici.
Cari fratelli e sorelle, è per questo che vi guardo con riconoscenza e con amore, in ciò niente è straordinario. Tutti noi che vi siamo attorno, in un modo o in un altro, vogliamo rinnovarvi il ringraziamento, in quanto ci aiutate ad essere dediti, umani e credenti.
Il S. Vangelo ci presenta le opere di misericordia e ci invita a fare della nostra vita un dono, ad essere aperti, ad una vita vera, bella. L’inno alla carità di S. Paolo apostolo è, di tali opere, una chiave di lettura molto presente nella vita di Don Orione e lo ha sostenuto in tutto ciò che ha fatto.
Paolo elenca la cultura, la sapienza, l’intelligenza, la conoscenza delle lingue, la vita fisica, i beni, tutto messo a servizio degli altri. Queste sono espressioni importanti delle persone, fino al dono della vita. Ma, aggiunge che tutto questo, senza la carità, è niente e non giova. Ricordiamo sempre questa lezione data da S. Paolo. Possiamo spendere la vita per il mondo, ma perdere la nostra anima, essere un nulla, agire invano.
Dobbiamo avere l’amore per Dio, per Gesù. Senza di esso, qualunque nostro sacrificio per gli altri rimane paglia, brucia e si consuma. Sono parole severe, ma molto liberanti dalle nostre illusioni, che tenderebbero a far coincidere la quantità con la qualità del nostro spenderci.
La qualità è data dall’abbraccio interiore dell’amore per Dio, per Gesù, che ci fa vedere negli altri, anche in quelli moralmente o fisicamente col volto sfigurato, il volto stesso di Cristo. Dobbiamo cercare quell’amore che ci sostiene nelle fatiche quotidiane e che ha sostenuto Don Orione sempre.
Occorre, nell’anima, mantenere accesa la brace dell’Amore, per vedere il volto di Cristo negli altri, che invocano il nostro aiuto, quando essi sono nella malattia, nella fame, nella prigionia, nel dubbio…
Non noi possiamo alimentare la fiamma dell’amore a Dio e ai fratelli, ma è l’amore di Dio per noi. Questo è il punto originario e conclusivo dell’amore fraterno e dell’amore per Dio.
Dio amandoci trasforma il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Ecco l’origine della vita cristiana e di ogni opera piccola o grande. Tutto è grande se è fatto davanti a Dio per amore e per fede. L’intimità con Dio, con Gesù, lo stare davanti al roveto ardente come Mosè, per esserne illuminati e infuocati, sta qui l’origine della carità. È utile il richiamo di San Paolo, al fine di nulla spendere a vuoto e di nulla spegnere fuori e dentro di noi. È necessario tornare al roveto ardente, alla fonte dell’Amore ed arrenderci a Dio ogni giorno.
Una persona forte, determinata, caparbia nella santità, come Don Orione, ha vissuto dentro la consegna ricevuta da Dio, come resa continua al Suo Amore, che gli ha trasformato il cuore e trasfigurato la sua umanità. Auguro che ciò avvenga anche a noi.
Trascrizione a cura di Tullio Fognani
Il 16 maggio scorso, in occasione della festa di Don Orione, il Cardinale Angelo Bagnasco ha benedetto la nuova facciata della Chiesa di Paverano dedicata a S. Giovanni Battista. Questa si presenta totalmente rinnovata rispetto a prima, quando era colorata uniformemente come tutto l’Istituto. Si è deciso di riprendere e rielaborare il motivo a righe orizzontali bianche e grigie tipico delle chiese genovesi, che caratterizzava la stessa chiesa agli inizi del 1900, quando il Paverano era un ricovero di mendicità.
Durante i lavori è emerso, inciso nell’intonaco del timpano, il disegno di un antico rosone, che probabilmente andò distrutto insieme al tetto della chiesa nel bombardamento della seconda guerra mondiale, e venne successivamente murato. Si è perciò deciso di farlo riprodurre alla ditta Rivotti di Parma secondo il disegno originale, in modo da rendere la facciata più bella e al contempo dando luce ad una camera del reparto Crocifisso, che risultava alquanto buia. È adesso in fase di realizzazione dal fabbro Rasore una grande croce metallica, da collocare all’apice della facciata in sostituzione di quella preesistente, piccola e corrosa dalla ruggine.
Questo restauro, realizzato con grande spirito di collaborazione dall’Area Tecnica del Piccolo Cottolengo Genovese insieme all’architetto Paolo Pontiggia e all’impresa Edil Devito, è stato l’ultimo di una serie di interventi sulle facciate della Casa di Paverano che erano caratterizzate da importanti fenomeni di degrado delle tinte e degli intonaci. Il Piccolo Cottolengo Genovese ha approfittato degli incentivi statali degli scorsi anni che, garantendo il recupero del 90% o del 65% della spesa, hanno permesso la sostenibilità economica dei lavori che altrimenti non sarebbero stati possibili a causa delle difficoltà di bilancio emerse nel periodo legato alla pandemia e che ancora purtroppo permangono.
La necessità di intervenire sulle facciate degradate ha permesso di portare avanti un progetto generale dei prospetti di Paverano, da tempo concordato con il Comune di Genova su iniziativa della nostra Area Tecnica, che prevede il radicale cambiamento dell’esterno della Casa, passando da un monocolore uniforme per tutti i suoi edifici all’adozione di una policromia con i colori della tradizione genovese; in questo modo si evidenzia e differenzia ogni volume ed edificio del Paverano e si modifica la percezione della Casa, da grande istituto, anonimamente nascosto nel quartiere di San Fruttuoso, diventa colorato borgo ligure composto da tante costruzioni successive nel tempo e di diverso colore, che lo rende un luogo di vita vivace e caratteristico. I lavori delle altre facciate sono stati eseguiti dall’impresa Cosmo negli anni 2021 e 2022 e con nuovi colori e nuovi dettagli rendono il Paverano un luogo più gradevole e curato.
Nel contesto di questa differenziazione di colori, il disegno a righe orizzontali bianche e grigie della nuova facciata della chiesa viene ripreso negli altri interventi per divenire elemento caratterizzante di ogni ingresso di Paverano, compresi i centri Von Pauer e Boggiano Pico, insieme a nuovi grandi cartelli, che rappresentano il logo del Piccolo Cottolengo Genovese col viso stilizzato del nostro Santo Fondatore. Questo logo oggi caratterizza l’entrata delle Case di Paverano, della Castagna e del Villaggio della Carità di Camaldoli e rende evidente a chi transita che sono tutte case del medesimo Piccolo Cottolengo Genovese di Don Orione.
In occasione del rifacimento del prospetto su via Paverano Don Paolo Clerici, Parroco della parrocchia orionina San Giuseppe Cottolengo, ha voluto eliminare le vecchie reti di ferro, che proteggevano le finestre della chiesa, e sostituirle tutte con nuove vetrate policrome realizzate dalla ditta Poli di Verona. Le vetrate rappresentano con un disegno stilizzato e colori tenui i momenti principali della fede e sono molto luminose e visibili anche dall’esterno. La facciata su via Paverano, che corrisponde al lato nord della parrocchia, risulta dunque abbellita dalle nuove vetrate, messe in evidenza da cornici colorate, e da una grande scritta “Opera Don Orione”, dipinta a mano dalle pittrici della Decorarte secondo la calligrafia del nostro Santo Fondatore.
Per chi potesse e volesse, l’invito è quello di contribuire economicamente secondo le possibilità per aiutarci a sostenere queste ingenti spese: il mantenimento delle Case è gravoso e ogni aiuto è prezioso!
Luca Falchi
Responsabile dell’ Area Tecnica del Piccolo Cottolengo Genovese