Casa di Quezzi
Quezzi è un quartiere collinare di Genova che occupa la valle del Rio Ferreggiano e confina con Marassi, San Fruttuoso e Sant’Eusebio. La casa in Via del Palazzo era una modesta villa di campagna situata sul colle dei Camaldoli di proprietà di Tomaso Canepa. La sua storia è alquanto complessa, dalla lettura della documentazione che attesta i passaggi della proprietà della casa emerge che venne venduta dopo qualche anno dall’acquisto, nel 1902, dallo stesso Tomaso. Nel 1910 con un nuovo atto di compravendita i proprietari diventano Concetta Canepa, la figlia di Tomaso, suo marito e un certo Bruzzo (che cederà poco tempo dopo la sua quota a Concetta). Nel frattempo Tomaso chiede nel 1912 la restituzione dell’immobile al Tribunale. Da questo strano procedere si può ipotizzare che, almeno in questi anni, non sussistessero buoni rapporti tra padre e figlia e che le vendite fossero solo fittizie per motivi che non ci è dato conoscere.
Tomaso donò la casa a Don Orione nel 1915 e fu per un certo tempo luogo di villeggiatura e cura per le Piccole Suore Missionarie della Carità (dal periodico l’Opera della Divina Provvidenza di marzo 1918 si legge: “A Genova si è aperta una casa per le nostre Suore, in una bellissima posizione. È dedicata all’Immacolata”).
Nel 1924 il Patronato Minorenni chiese l’uso della Casa a Don Orione e la ripristinò per costruirvi un centro per ragazzi che avevano commesso piccoli reati e che uscivano dal carcere. Don Orione il 17 gennaio dell’anno successivo, nella sede delle Opere Cattoliche Genovesi di Via San Lorenzo, durante un’assemblea, dichiarò di accettare in maniera definitiva l’opera per i giovani minorenni e di prenderne possesso il giorno successivo (era la Festa della Madonna S.S. della Provvidenza). Si chiamo “l’Opera Benedetto XV”, il comitato dell’opera decise d’affiancare alla villa esistente l’adiacente casa colonica, sita in Via del Palazzo 13, adattandola come colonia agricola e ristrutturandola completamente a sue spese. L’Opera non ebbe però vita lunga: la prima casa fu venduta e lo stabile di Via del Palazzo 13 restò a Don Orione e ritornerà ad essere una casa di cura per le suore ammalate (tra cui le Sacramentine Cieche).
Dal 2006 la Casa di Quezzi è casa per l’accoglienza dei neonati (fino ai 6 mesi di vita); è gestita dall’Abbraccio di Don Orione Onlus che, in sinergia con le Piccole Suore Missionarie della Carità, trovò sulle alture di Quezzi, in questa località protetta e riservata, la sede per sviluppare la propria attività. Lo scopo principale era, ed è, quello di evitare a questi bimbi una lunga ospedalizzazione e anche una permanenza eccessiva nella struttura stessa; l’accoglienza garantisce una cura mirata alla realizzazione del progetto educativo di ogni neonato (definito dal Servizio Sociale sulle basi di disposizioni del Provvedimento del Tribunale dei Minorenni) che punta al suo inserimento in un nucleo familiare (famiglia d’origine, adottiva o affidataria); la Casa offre, nell’attesa che si concretizzi tale collocazione e per favorire al massimo ogni opportunità di realizzazione, un ambiente molto vicino a quello familiare.
Fonti
Archivio del Piccolo Cottolengo Genovese presente nella Casa di Paverano.
Le Mani della provvidenza, Opera Don Orione 2004, Genova
Salita Angeli 69, Scuola Tipografica S. Giuseppe, Tortona 1960.
La Piccola Opera della Divina Provvidenza, periodico mensile delle opere di Don Orione, agosto 1932 e marzo 1918.