Collaboratori di Dio: “Lavorare per amare”
Nel 1935 Don Orione scriveva: “Al Piccolo Cottolengo si lavora, nella misura consentita dalle forze”. Questa regola di vita è ancora e sempre valida, è un impegno anche per il PCDO genovese, oggi.
Tutti siamo invitati a dare il nostro contributo per il benessere della nostra grande famiglia. Naturalmente abbiamo gli “specialisti della cura” (medici, infermieri, OSS, fisioterapisti …), gli “specialisti dell’amministrazione”, i “tecnici” …, ma ognuno può svolgere una parte importante per il bene di tutti. Quanto vale il lavoro di Pino e che valore ha il suo saluto: “buon giorno, buona giornata!”, che rivolge a tutte le persone che incontra, indistintamente? E non ha valore il servizio del volontario, anche a 90 anni? Potremmo dire che siamo una “famiglia patriarcale” dove, non solo nessuno viene scartato, ma dove ognuno offre un contributo prezioso per il benessere dell’intera comunità. E questo mi pare in perfetta sintonia con il desiderio di Don Orione, con lo scopo per cui ha aperto queste Case.
E allora vogliamo prendere coscienza di questo aspetto della nostra giornata quotidiana, della nostra attività.
Le schede di formazione al carisma per i collaboratori laici delle Case di Don Orione in Italia quest’anno hanno per tema proprio il lavoro, in tutti i suoi aspetti.
Certamente il lavoro è fatica, ma ha grandi riflessi benefici per chi lo compie e per le persone a cui si rivolge. Ogni nostro lavoro, ogni nostro servizio, ogni nostra attività puo’ avere un fondamento straordinario: siamo collaboratori di Dio, prestiamo a Dio le nostre mani, la nostra forza, la nostra intelligenza per il bene nostro e dei nostri fratelli. Perché questo si realizzi, diventi scelta consapevole, ascoltiamo il suggerimento di Lev Tolstoj: “Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare: lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo”.
Buon lavoro a tutti, allora!
E don Orione concluderebbe: “Chi più felice di noi?”
Don Dorino Zordan