Dante Alighieri nel “Paradiso” della “Divina Commedia” supera l’esame di laurea
Quest’anno si celebrano i settecento anni dalla salita al cielo di Dante Alighieri, questo contributo è un omaggio al Poeta sommo cantore della Fede Cristiana.
Quest’anno si celebra il 700° dalla salita al cielo di Dante Alighieri, padre della lingua e della cultura italiana che ha conciliato la civiltà greco-romana con quella cristiana. Nel Medioevo, periodo storico luminoso di scienza e cultura, in coincidenza con la costruzione delle cattedrali, vennero fondate anche le università, per mano della Chiesa.
Dante Alighieri, sommo conoscitore delle scienze e conoscenze del suo tempo, nella Divina Commedia, il suo capolavoro, esprime il desiderio di essere incoronato poeta cristiano sul suo fonte battesimale e immagina di affrontare un esame di laurea, rispondendo alle domande del primo Papa, San Pietro, che lo interroga sulle questioni lievi e gravi del credere (“levia et gravia” del tradizionale dibattito teologico). Il poeta ricorre ad un’immagine accademica, comparandosi al “baccialer”, al baccelliere (n.d.r. giovane studente), nella tensione dell’esame universitario. Le domande sono cinque, alle quali Dante risponde da esperto teologo. Alla fine San Pietro gli gira intorno tre volte, lo benedice e lo abbraccia. Il pittore Raffaello Sanzio lo incoronerà di alloro.
Cento anni fa, Il papa genovese Benedetto XV disse che “il sommo poeta fu nutrito di sapienza cristiana” e che deve la sua grandezza anche alla fede cattolica. Papa Benedetto XVI°, nell’ Introduzione al Cristianesimo (la sua opera più nota prima di diventare Papa) evoca la conclusione della Divina Commedia, dove il poeta, con estatico rapimento, scorge la propria immagine, contemplando il mistero di Dio al centro dell’abbagliante cerchio di fiamme, formate da “l’Amor che move il sole e l’altre stelle”. Nel Paradiso, XXXIII°,130-132, rimanda all’incarnazione di Cristo e “quella nostra effige” è il volto umano di Gesù, nel quale “il mio viso in lei tutto era messo”. Questo richiama la creazione dell’uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1.26). È stato celebrato Colui che ha trasfigurato l’amore umano per portarlo a Dio.
Per il nostro poeta la fede è: sintesi della grazia dell’Amore di Dio con la cooperazione umana e intelligenza, perché è ragionevole credere. (S. Tommaso: “Credo ut intelligam, intelligo ut credam”). La volontà e la ragione si influenzano reciprocamente e anche le scelte morali condizionano la ragione. Papa Paolo VI disse che, in lui: “Tutto spira amore a Cristo”. Nel Canto XXIV° del Paradiso, scrisse riferendosi alla fede: “…è luce intellettual piena d’Amore, come stella in me scintilla, come favilla che si dilata”.
Nel 1965, in occasione Concilio ecumenico Vaticano II, è stato proclamato ufficialmente Dottore, ovvero laureato!
Tullio Fognani
Amico del Piccolo Cottolengo Genovese
Cenni biografici • Nasce a Firenze nel 1265. All’età di 9 anni vede Beatrice, che diventa il suo amore ideale. Nel 1295 inizia l’attività politica. Partecipa alla battaglia di Campaldino. Nel 1300, a 35 anni è uno dei 6 priori che governano Firenze. Appartiene al partito guelfo dei Bianchi. Nel 1301 è ambasciatore a Roma, dove viene trattenuto dal papa Bonifacio VIII che, a Firenze, sostiene il partito dei Neri. Dante viene bandito dalla sua città e troverà ospitalità presso varie corti italiane. Nel 1321 muore a Ravenna, dove ancora oggi riposa nel mausoleo a Lui dedicato.