Don Alvigini, stringi ancora
“In Congregazione abbiamo avuto i nostri morti, ci hanno preceduto nel lavoro e caddero primi, in tempi di sofferenze e di pene, nell’età eroica. Abbiamo avuto chierici giovani, suore, eremiti, fratelli che morirono santi e, perché non si perda la loro memoria, ve ne parlerò.
Questa sera vi dirò qualcosa del nostro primo sacerdote passato all’altra vita: Don Giovanni Battista Alvigini. Nativo di Garbagna, distante da Tortona una quindicina di chilometri, venne a noi già chierico e malato di petto, tisico: sapete che accogliamo anche quelli che altri licenziano per malattia. L’abbiamo ricevuto fra noi, andò a Sanremo dove il clima è più adatto e dove era direttore Don Sterpi. Venne poi pure a Roma in ore grigie per la Congregazione, ore di dolore e di pene. Diventato sacerdote fu un angelo, come era stato da chierico. Era devotissimo della Madonna. L’ho condotto al Santuario di Oropa. Ai piedi di questa Madonna nera l’ho visto pregare e piangere. Aggravandosi, tornò al suo paese.
Un giorno dico a Don Lovazzano, canonico a Tortona ma originario di Garbagna: “Sento che Don Alvigini muore, andiamo a trovarlo”. Durante il percorso chiedo al cocchiere del calesse che ci trasporta di fermarsi, e a Don Lovazzano: “Hai l’orologio? Che ore sono? Don Alvigini muore, preghiamo” e abbiamo recitato il requiem. Il mio compagno di viaggio però non ci credeva e subito soggiunse: “He, lo sappiamo che Don Orione è matto”! A dieci minuti dal paese incontriamo il signor Gaspare Alvigini, non parente, ma molto legato al nostro sacerdote. Gli chiediamo notizie del malato. E lui: “È morto alla tal ora”, coincidente con quella rilevata lungo la strada, mentre le campane ne davano conferma. Nel correre verso la casa incontrammo Don Reggiardo, allora parroco; oltre a segnalare l’ora del decesso, ormai appurata, precisò che l’avevano appena vestito. Entrato, lo trovai sul letto vestito con la talare nera, la cotta e la stola, invece dei paramenti sacerdotali e della pianeta violacea (così mi vestirete, quando morirò).
“Senti – dissi a Don Reggiardo – ti pagherò la pianeta, ma me lo devi dare violaceo”. Me la diede e non volle niente. Allora misi a Don Alvigini l’amitto, il camice, il cingolo, il manipolo, la stola, la pianeta e, infine, la corona (del rosario) tra le mani. Improvvisamente, mentre compivo quell’operazione, il morto mi strinse la mano! E tutti hanno visto, compreso Don Lovazzano. Allora prontamente chiesi: “Don Alvigini, stringi ancora”, e lui me la strinse nuovamente. È questo il primo sacerdote che è morto nella nostra Congregazione. Quando l’abbiamo accompagnato al camposanto, nevicava … Lo abbiamo seppellito e le “Figlie di Maria” innalzavano un canto: al ciel, al ciel, al ciel”.
Dal discorso di Don Orione dell’8 aprile 1932. Don Alvigini, morto a Garbagna il 28 gennaio 1904, aveva 24 anni d’età e 2 di sacerdozio.