Editoriale del Direttore – giornalino maggio – giugno 2021
Editoriale – 3 maggio 1941:
dopo opportuni lavori di restauro dell’edificio acquistato l’11 ottobre 1940, Don Carlo Sterpi, il primo successore di Don Orione, accoglie nel “Villaggio della Carità” di Camaldoli i primi 5 ospiti. Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, nel 1946 gli ospiti saranno già oltre 350.
È doveroso ricordare questa gloriosa pagina di storia orionina genovese e celebrare in modo solenne gli 80 anni di vita di questa istituzione.
Camaldoli: la località prese il nome da una comunità di monaci camaldolesi che vi dimorò dal 1600 per circa due secoli. Ospitò anche padre Mauro Capellari, che poi divenne Papa col nome di Gregorio XVI. (Ricordiamo che i monaci Camaldolesi furono fondati da San Romualdo poco dopo l’anno Mille in provincia di Arezzo, su una proprietà donata dal conte Maldolo; da qui il nome: “Cà Maldoli”).
Dopo alterne vicende e passaggi di proprietà, i Camaldoli di Genova furono acquistati dall’impresario teatrale Daniele Chiarella, che voleva creare il “Villaggio degli artisti”. Nel 1926 il cav. Chiarella chiese a Don Orione se gli vendeva la proprietà di Quezzi, regalata a Don Orione dall’amico e benefattore Tommaso Canepa. Don Orione rifiutò la proposta e lanciò una controproposta: “Io, anzi, volevo chiedere alla S. V. se volesse, nella generosità del suo cuore, cedermi Camaldoli per trasportarvi alcune centinaia di poveri di ogni età, colpiti da diversi mali, e fare dei Camaldoli la “città della carità”. Questo desiderio di Don Orione si è realizzato subito dopo la sua morte, appunto l’11 ottobre 1940. Lasciamo ora la parola a Don Carlo Sterpi, successore di Don Orione, che ha seguito ed è stato testimone di come la Provvidenza ha aperto le porte di Camaldoli alla Congregazione di Don Orione: “Voglia Iddio largamente ricompensare, e così benedica – in questa cara, generosissima Città, a nessun altro seconda nelle opere di bene – quanti hanno contribuito che i Camaldoli si inserissero nella corona delle Istituzioni onde il Piccolo Cottolengo di Don Orione sembra circondare Genova in una fascia di carità… Si riaccenda in tutti sempre più viva la fiducia nella Divina Provvidenza … che veglia con materna predilezione sui sofferenti, e muove in loro soccorso i cuori dei buoni; che sostiene, alimenta, moltiplica le case di carità; che ogni cosa dispone, “fortemente e soavemente”, e nel flusso e riflusso delle umane vicende è sempre l’ultima a vincere col trionfo delle divine misericordie”.
Questo augurio, scritto da Don Sterpi il 10 agosto 1950, si estenda su tutti coloro che oggi vivono e lavorano nel “Villaggio della carità” di Camaldoli e celebrano gli 80 anni di vita di questa straordinaria Istituzione.
Don Dorino Zordan