Fai brillare la tua luce
Lo spettacolo di teatro integrato che ha avuto vita nel Reparto Suor Plautilla il 21 dicembre scorso è stato un ponte con l’esterno nel donare un messaggio di felicità e speranza.
È stato fondamentale in tutto questo periodo focalizzarsi sulla positività e sulla fiducia nella vita; per questo motivo abbiamo cercato di mantenere alta la nostra energia e motivazione prima di tutto per le persone di cui ci prendiamo cura ogni giorno.
Aspetti che possono sembrare scontati, come per esempio il presepe e gli addobbi natalizi in reparto, hanno permesso non solo di arricchirlo esternamente, ma di arricchirci internamente attraverso canti, danze, storie, giochi, filmati; semplicemente con lo scopo di stare bene insieme riconoscendo le proprie emozioni e stati d’animo.
Capire le proprie emozioni non è affatto semplice, poiché esse sono collegate ai bisogni dell’uomo e al suo sistema di valori. La domanda su cui bisogna riflettere è quale sia la causa più profonda che scatena l’esplosione emotiva.
L’intelligenza emotiva si esprime attraverso competenze. La prima, basilare per le altre, è saper riconoscere le emozioni. Classificarle in positive e negative e distinguere quelle che ci fanno star bene da quelle che ci fanno star male. Questo è un lavoro non facile per nessuno e in particolare non lo è per le nostre Signore che vivono nella nostra Casa. Occorre essere in grado di identificare le emozioni, di chiamarle con il loro nome, se vogliamo riconoscere ciò che stiamo provando e la sua intensità. Chi riesce a raggiungere questo status vive in armonia con sé stesso[1].
Le tappe dell’intelligenza emotiva sono 5: riconoscere, comprendere, esprimere, controllare e sfruttare le emozioni. E ciò presuppone l’essere in grado di riconoscere i propri pensieri, le reazioni positive o negative che vi sono associate e le sensazioni piacevoli o spiacevoli che fanno provare. “Reprimere le proprie emozioni è come avere una bomba ad orologeria nel corpo” afferma la scrittrice italiana Emanuela Breda, per questo motivo il nostro obiettivo è sempre stato quello di lavorare con le nostre Ospiti al riconoscimento delle proprie emozioni: l’improvvisazione teatrale e la recitazione hanno tante volte donato la possibilità di godere a pieno di quelle emozioni e dar loro voce e corpo, guardarsi dentro e conoscere lati di sé che non si credevano nemmeno di avere!
Il nostro laboratorio teatrale integrato guidato da Giuseppe Pellegrini è fondamentale in un percorso di crescita personale e lo spettacolo che ha avuto vita nel Reparto Suor Plautilla il 21 dicembre è stato un ponte con l’esterno nel donare un messaggio di felicità e serenità.
Anche quest’anno il laboratorio teatrale Arca di Noè 2.0 è stato comunque integrato anche se in via telematica; le Signore e l’èquipe del reparto Suor Plautilla con la collaborazione di alcune Ospiti ed operatori di Paverano, il gruppo migranti del CPIA Centro Levante Bracelli, i bambini della Scuola Solari/Marconi 5°B dell’Istituto Comprensivo Terralba e i nostri volontari che da 11 anni ci accompagnano in questo percorso, hanno usato il teatro come strumento per comunicare con l’esterno mandando un messaggio di pace, amore, gioia e speranza in questo momento così difficile per tutti.
Mattia Franceschino
[1] Moira Mikolajczak, ricercatrice presso il Fondo Nazionale Belga e la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Lovanio, lo afferma in uno studio pubblicato nell’aprile 2010 dal mensile “Mente e Cervello” dal titolo “Emozioni in equilibrio”
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