Gesù l’Emmanuele, il Dio con noi
È nella persona di Gesù che bisogna cogliere il senso pieno degli annunci degli antichi profeti. Tutto si compie e si realizza in Gesù Cristo.
Una formula caratteristica dell’evangelista Matteo è: “questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta”. Egli scriveva appunto per i cristiani provenienti dal Giudaismo che ben conoscevano la Sacra Scrittura.
Per Matteo è importante notare come questo evento unico, straordinario di un Dio che nasce bambino in questo mondo, non si inserisce nel vuoto ma porta a compimento una storia salvifica già iniziata nelle vicende di Israele.
La storia di Gesù è una storia annunciata, c’è sempre una somiglianza tra i fatti di Gesù e i testi degli antichi profeti riferiti al Messia.
Per questo riprende il versetto del profeta Isaia: “la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele, che significa Dio con noi”.
A Giuseppe è offerto lo stesso segno che fu dato al re Acaz. Solo che Acaz non lo volle accogliere, avendo già deciso le sue alleanze umane contro il parere del profeta di Dio, mentre Giuseppe si fidò di Dio e adattò i suoi progetti a quelli di Dio. Dio darà comunque questo segno del bambino che nascerà, a testimoniare la sua volontà di essere vicino al proprio popolo per salvarlo.
Ma non sarà tanto il figlio che la giovane moglie darà al re a salvare Israele, quanto un altro discendente. Il vero Salvatore sarà Gesù, come indica il suo nome. Sarà lui a salvare l’umanità intera da quel primo nemico, il più insidioso, che è il peccato, il quale porta sempre l’uomo a ribellarsi a Dio.
Gesù diventa così l’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio che si inserisce nella storia umana per rafforzare l’azione, indebolita dal peccato. Ma il Dio con noi non vuol dire il Dio che si sostituisce a noi, che viene ad abolire la libertà e la responsabilità umana. La storia la fa lui, ma non senza la cooperazione umana. Ha bisogno di Maria ma, per dimostrare che è lui a fare, ecco il segno di una fecondità che viene non dalle leggi umane ma da una verginità. È dono completo di Dio, e opera dello Spirito Santo.
Ha bisogno così di Giuseppe. Giuseppe capisce che stanno avvenendo cose più grandi di lui, in cui lui non c’entra ed è tentato di ritirarsi, non perché dubita di Maria ma per non intralciare il piano di Dio. Dio gli fa capire che ha bisogno anche di lui, pur non essendo lui il genitore dovrà comunque essere il padre di questo bambino nato da Maria e immetterlo nella sua dinastia davidica, e così adempiere le Scritture.
Ecco qui dunque il Natale. I personaggi ci sono tutti, Gesù, Maria e Giuseppe.
Ma perché ci sia il Natale vero ci dobbiamo essere tutti. Non ci può essere Natale senza di noi, senza fare la nostra parte. Lo ripetiamo, non perché Dio si sostituisca a noi , ma viene per affiancarsi a noi, per illuminare, per irrobustire e dare le motivazioni. Ha fiducia in noi, insieme a lui ce la possiamo fare.
Questa è la realtà del Natale, un Dio con noi. Gli uomini cercano sì in tanti modi di annullare l’incarnazione, di fare a meno di lui, ma Dio non vuole e non può perdere l’umanità, per sempre vuole essere il Dio con noi.
Il segno della sua presenza è sempre quello, quello di una fecondità che venga da una verginità, cioè da una grande disponibilità a lui, che si trasforma poi sempre in disponibilità al prossimo. I più grandi benefattori dell’umanità sono sempre i santi, cioè quelli che hanno fede in Dio. Il cristiano non può essere sterile, deve essere fecondo, deve comunicare speranza, deve comunicare Cristo al mondo.
Natale è Dio con noi, ma prima ancora è Dio in noi e attraverso noi. Il Natale non è questione di un giorno, è una vita e uno stile di vita.
Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Proprio con queste parole di Gesù ai suoi discepoli l’evangelista Matteo termina il suo vangelo. Non c’è appunto un allontanamento ma la promessa di una presenza. Non promette al futuro ma al presente e con continuità, tutti i giorni, non in occasioni solenni ma nella quotidianità. Il Figlio di Dio si coinvolge con noi e ci coinvolge con lui. Questo è il Natale. Auguri così a tutti voi carissimi amici di Don Orione e del Piccolo Cottolengo di Genova.
d.g.m.