“Gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi”. Lettera di convocazione del 15° Capitolo Generale
“Gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi”. Per Evangelizzare il mondo mediante la Profezia della Carità, nuova nello stile, nella forma e nelle frontiere.
Anime e Anime!
Roma, 31 maggio 2021
Carissimi Confratelli,
Figli della Divina Provvidenza,
Con questa mia lettera circolare, nella Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, a norma dell’articolo 139 delle Costituzioni, convoco il 15° Capitolo Generale, che si svolgerà al Centro di spiritualità di Montebello della Battaglia (Pavia – Italia), dal 31 maggio al 18 giugno 2022.
Come accade ad ogni sei anni, è arrivato il momento di dare, ancor più fortemente, la parola al Fondatore perché la Congregazione possa discernere quello che, in questo frangente storico, la Divina Provvidenza vuole da noi. Percorreremo, già da adesso, un itinerario sinodale, in tutti i suoi aspetti, perché il Capitolo sia per la nostra Famiglia Religiosa, come dicono le Costituzioni, il “principale segno dell’unità, nella diversità” e il “momento privilegiato della sua vita comunitaria” (cfr. Cost. art. 138).
È l’inizio di un itinerario che, nei suoi vari dinamismi e tappe – personale, comunitario, provinciale e generale -, ci darà la possibilità di “trattare i problemi di maggiore importanza riguardanti la vita della Piccola Opera, perché questa si mantenga fedele al Vangelo, allo spirito del Fondatore e perché, docile allo Spirito Santo, risponda ai bisogni dei tempi e dei luoghi” (cfr. Cost. art. 138).
Il tempo della preparazione – da adesso – sarà per noi anche il tempo della preghiera, della riflessione e della condivisione. Sono le condizioni necessarie perché lo Spirito Santo possa ispirarci alla fedeltà al Vangelo e al Fondatore. Solo con la preghiera sarà possibile creare un tale clima spirituale da suscitare in tutta la Congregazione il desiderio e l’impulso della conversione, frutto maturo dell’evento capitolare.
Cari Confratelli, preghiamo e facciamo pregare per il buon esito del 15° Capitolo Generale. Preghiamo noi, personalmente e nelle nostre Comunità. Chiediamo alle nostre Suore, ai Consacrati Secolari, ai nostri laici del Movimento Laicale e, soprattutto, ai nostri poveri, di pregare per noi.
Invochiamo l’intercessione dei Santi di Famiglia! Guidati da San Luigi Orione, otterranno, per noi, la grazia di corrispondere ai disegni del Signore. Affidiamoci anche alla materna protezione di Maria Santissima, nostra Madre e Celeste Fondatrice, perché il Capitolo sia un evento di grazia per la nostra Congregazione.
Mi permetto, infine, di manifestare un ulteriore desiderio: che il testo di questa lettera di convocazione possa essere oggetto di meditazione personale e comunitaria. Questo non solo per appropriarsi del suo contenuto e prepararsi meglio per vivere i dinamismi dell’itinerario capitolare, ma soprattutto per essere in grado di arricchire la riflessione e le scelte fatte con il contributo personale e comunitario, nelle varie tappe di partecipazione.
“Gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi”
Per evangelizzare il mondo mediante la profezia della carità,
nuova nello stile, nella forma, nelle frontiere.
L’espressione che dà il titolo al nostro prossimo Capitolo – “Gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi” – è un messaggio che ricorre più volte negli scritti di San Luigi Orione.
Il 6 ottobre 1918, nei locali dell’episcopio di Tortona, si svolge la Prima Riunione dei propagandisti diocesani dell’Unione Popolare. Alla riunione è presente anche don Luigi Orione. Nel verbale viene riportato questo suo appassionato appello: “L’umanità, afflitta da tanti mali, ha bisogno di ristorarsi nella fede: ha bisogno del cuore di Gesù Cristo. Andiamo al popolo e portiamogli Gesù Cristo… È urgente necessità e dovere di gettarci nel fuoco dei tempi nuovi, per l’amore di Gesù Cristo e del popolo, nonché del Paese, poiché l’umanità ha oggi supremamente bisogno di ristorarsi nella fede e di rivivere nella carità del cuore di Gesù Cristo: carità all’anima del popolo e carità al suo corpo: carità che sarà giustizia per tutti nella società elevare il popolo a Gesù Cristo cominciando a curarne le piaghe morali con la fede e con il trarlo alla vita cristiana, ma di qui andare alle piaghe sociali e aiutarlo in tutti i modi” (Scritti 52,221).
All’indomani della riunione, Don Orione, da Tortona, informa un canonico suo amico con queste parole: “Caro canonico, la riunione andò abbastanza bene… In quest’ora, stare più oltre tristemente guardandoci, non si può: dobbiamo farci il segno di croce e gettarci nel fuoco dei tempi nuovi, per l’amore a Gesù Cristo, al popolo, che invoca un rimedio ai suoi mali…” (Scritti 31,21).
In altre minute senza data ritroviamo lo stesso accorato appello: “Facciamoci il segno della croce e gettiamoci fidenti nel fuoco dei tempi nuovi per il bene del popolo: la causa del popolo è la causa della Chiesa e di Cristo stesso… Non attendiamo il dopoguerra: Caritas Christi urget nos.” (Scritti 75,242). E ancora: “Gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi per fare il bene, cacciamoci in mezzo al popolo per salvarlo. Troveremo sempre nuova fede e nuovo coraggio ad operare, se non lavoreremo per fini umani. Ariamo e poi riseminiamo Gesù Cristo nell’anima del popolo: l’umanità oggi ha supremamente bisogno del Cuore di Gesù Cristo” (Scritti 79,287).
Queste parole sono particolarmente illuminanti per la preparazione e la realizzazione del Capitolo Generale. Nel voler dare, durante il tempo capitolare, la voce a Don Orione, abbiamo scelto di appropriarci del suo metodo per affrontare i “tempi nuovi”, del suo atteggiamento di disponibilità a dialogare con la realtà e della sua capacità di reazione per dare una risposta, a modo suo, con la fantasia e le strategie della carità. Infine, vogliamo essere in grado di sognare i suoi sogni, con il suo stesso ardore apostolico e la sua fedeltà alla Chiesa.
Saremo guidati in questo cammino anche dal Magistero stimolante di Papa Francesco che riconosciamo profondamente in sintonia con quanto voleva il nostro Fondatore. Di fatto, il Papa aveva già detto al nostro Capitolo del 2016: “Con Don Orione, anch’io vi esorto a non rimanere chiusi nei vostri ambienti, ma ad andare fuori.” (27/05/2016). Queste parole, riprese oggi, particolarmente nel contesto delle diverse “chiusure” causate dall’emergenza sanitaria, risuonano di attualità. Come anche queste del nostro Fondatore: “Sono nuovi i tempi? Muoviamoci alla loro conquista con ardente e intenso spirito di apostolato. Non esitiamo: gettiamoci alle nuove forme, ai nuovi metodi di azione religiosa e sociale, con fede ferma, ma con criteri e spirito largo” (Scritti 79,300).
“GETTIAMOCI…”: RAGIONI DELLA SCELTA
Nel preparare il Capitolo, il Consiglio Generale si è valso dei suggerimenti espressi durante l’Assemblea di Verifica (ottobre 2019), delle proposte pervenute da una consultazione ai Consigli Provinciali (ottobre 2020) e delle risposte dei confratelli all’indagine online realizzata nel 2020. Quest’ultima ha avuto una risonanza notevole perché i confratelli hanno voluto dare importanti indicazioni spontanee per il Capitolo.
- Un’espressione orionina – Gettiamoci…
La prima e sicuramente più forte ragione che ci ha portato alla scelta di questa espressione è il suo richiamo all’atteggiamento paradigmatico di Don Orione, sempre proteso a mettersi in azione a favore della Chiesa e dei poveri, nonostante la complessità dei tempi e delle situazioni che doveva affrontare. Come abbiamo visto, ricordando solo alcuni brani dei suoi Scritti, è un’espressione fortemente e tipicamente del Fondatore, nella quale si esprime con “audacia missionaria”. Per lui, come sappiamo, si trattava di “buttarsi nella realtà” con uno sguardo contemplativo e con intraprendenza apostolica. L’espressione, pertanto, appartiene a noi ed è un marchio orionino!
- Un’espressione sinodale – Gettiamoci…
È un invito, non una prescrizione! È un appello, da essere accolto con tutta la libertà. Non è un ordine militaresco! È un’esortazione, quasi una preghiera! Da esaudire al plurale e non al singolare; di fatto, Don Orione non invita semplicemente a “gettarsi”, ma a “gettarci”, impostando il nostro movimento secondo un dinamismo comunitario e congregazionale. Così ci inserisce pienamente dentro una prospettiva sinodale per farci percorrere, insieme, un cammino di conversione. Di fatto, il Capitolo è già una risposta e una proposta: “Gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi”.
- Un’espressione “verbale” – Gettiamoci…
Si tratta di una frase semplice, coinvolgente, intuitiva e molto potente, che comunica immediatamente la forza del “verbo”, dell’azione, mettendoci in una prospettiva di movimento. Nel dare preferenza alla “cultura del verbo”, lasciamo un po’ da parte quella “dell’aggettivo”, che può portarci facilmente all’autoreferenzialità. In questo modo siamo in armonia non solo con il pensiero del Fondatore, quello del “Fuori di sagrestia” e del “Urge partire!”, ma anche con il pensiero insistente di Papa Francesco che ci sprona ad “uscire”, ad essere una “Congregazione in uscita”.
- Un’espressione che ci mette in linea di continuità con gli ultimi Capitoli
Di fronte al titolo che sottolinea fortemente l’aspetto della novità, qualcuno potrebbe commentare: “Ma si ricomincia sempre da capo? E tutto quello fatto finora? Non vale più? Sono stati sforzi inutili?”. Il rinnovamento non vuol dire un buttare via tutto e ricominciare, ma un appoggiarsi su quanto già fatto e ridare vigore ed entusiasmo ai confratelli per continuare. D’altronde anche Don Orione ha fatto dei cambiamenti radicali, non è però mai cambiato il suo focus, il suo desiderio di salvare le anime, anzi, proprio questo desiderio lo ha spinto a fare dei cambiamenti di programma e di stile di vita.
Questo capitolo, nel lanciare la proposta di rinnovamento, invita alla fedeltà e continuità. Dopo il 13° CG che ha assunto la “Solo la carità salverà il mondo” come “dinamica di conversione e di rinnovamento spirituale, comunitario e apostolico” e dopo il 14° CG che si è concentrato sulla persona del religioso “Servo di Cristo e dei poveri”, ci è sembrato doveroso proporre un itinerario di riflessione e di approfondimento la cui dinamica centrale possa mettere la Congregazione in un atteggiamento apostolico “di uscita”. Lo facciamo per accogliere, nell’oggi della storia, il perenne invito di Don Orione – Urge Partire! – e l’appello attuale di Papa Francesco – bisogna uscire per portare la misericordia di Dio a tutti! Saremo, evidentemente, in linea di continuità anche con i Capitoli precedenti: vogliamo “Essere Don Orione, oggi” (10CG), “Religiosi e Laici in missione” (11CG), “in fedeltà creativa” (12CG). Questo non solo per una approssimazione tematica, ma soprattutto per un contenuto qualificativo, cioè, coniugando la riflessione sulla nostra identità e sui tempi nuovi che viviamo, con la scelta di un apostolato coraggioso.
In altre parole, se è vero che l’essere sta alla base dell’agire, è anche vero che l’agire buono, dal punto di vista carismatico, dà sostanza al nostro essere, in tutte le dimensioni che lo costituiscono: umana, sociale, spirituale e religiosa.
“…NEL FUOCO DEI TEMPI NUOVI”: UNA METODOLOGIA PER IL LAVORO
“Maturano tempi nuovi: prepariamoci in Cristo! (Scritti 106,148). Come accogliere, con speranza cristiana e con stile orionino, la novità del tempo che viviamo? Tempo di cui Papa Francesco, il 21 dicembre 2019, in modo profetico, ha detto: “Siamo in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali; costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza”.
In ogni momento della nostra storia, i Capitoli hanno lanciato proposte di rinnovamento per la Congregazione, provocando i religiosi a sviluppare dei dinamismi di attualizzazione del carisma. Il 15° si inserisce in questa stessa scia e, “in ascolto dello Spirito, vuole aiutarci a riconoscere comunitariamente i segni dei tempi” (cfr. EG 14).
Il Consiglio Generale dopo aver ascoltato i religiosi, i Consigli Provinciali, e tenendo conto delle proprie riflessioni fatte nelle sedute di lavoro, propone il seguente metodo di riflessione e di decisione basato su una triplice azione: Scoprire, Sognare, Proporre.
Prima tappa: Scoprire
Questa tappa ci chiede di analizzare la nostra realtà nella sua complessità (luci e ombre). È il momento “Descrittivo” che non si serve, però, di una visione puramente sociologica o umana, ma che è fatta attraverso gli occhi della Provvidenza di Dio. Ben sappiamo che il Fondatore aveva uno speciale istinto nell’interpretare i segni dei tempi. Sarà difficile, per noi, nei nostri limiti, avere la sua stessa competenza. Insieme, però, possiamo farlo: riflettendo, pregando, ascoltando, dialogando, discernendo e proponendo.
L’analisi che facciamo, quindi, non ha lo scopo di fare un inventario, ma di aprirci mente e cuore a quanto ancora manca perché Dio regni nelle nostre realtà e indicarci come noi possiamo contribuire per la realizzazione del Suo Regno. La realtà è vista sia nelle sue fortezze e risorse che nelle sue debolezze e difficoltà.
Ad incoraggiarci in questo itinerario è arrivato di recente, il 17 maggio 2021, un avvertimento di Papa Francesco ai consacrati: “Quando la vita consacrata perde la dimensione di dialogo con la realtà e di riflessione su quanto succede, inizia a diventare sterile. (…) Mantenere vivo il carisma fondazionale è mantenerlo in cammino e in crescita, in dialogo con quello che lo Spirito ci viene dicendo nella storia dei tempi, nei luoghi, in diverse epoche, in diverse situazioni. (…) Non si può mantenere un carisma fondazionale senza coraggio apostolico, ossia senza camminare, senza discernimento e senza preghiera.”
Per facilitare la riflessione e il dialogo ci possono essere utili alcune domande che non vogliono essere esclusive, ma servire come provocazione per l’inizio: Quali sono i “tempi nuovi” che ci troviamo ad affrontare? Quali sono le novità che ognuno di noi o la nostra comunità/provincia trova come ostacoli per attualizzare, oggi, il carisma di Don Orione? Guardando, in particolare all’ultimo Capitolo Generale e alle proposte che ha fatto, quali passi sono stati fatti nella cui direzione dobbiamo proseguire?
Il frutto di questo lavoro ci apre le porte al secondo momento.
Seconda tappa: Sognare
Il discernimento precedente ci ha ispirati a desiderare traguardi nuovi. Lo Spirito Santo che agisce in noi ci spinge in alto per superare i nostri limiti umani e per lanciarci negli orizzonti divini. Ora, dobbiamo individuare i punti di riferimento per continuare il nostro itinerario. Abbiamo davanti la Parola di Dio, l’esempio e le parole del Fondatore e di tanti confratelli eroici, gli insegnamenti della Chiesa e del magistero di Papa Francesco.
Questi ci fanno sognare. Ci sarebbe però il pericolo che il sogno resti qualcosa di astratto e teorico. Allora, dobbiamo trasformarlo in un racconto concreto, e per fare questo, ci possiamo servire di qualche episodio della Bibbia o della vita di Don Orione. È il momento “Narrativo”.
In poche parole, ci chiediamo: Don Orione, cosa avrebbe sognato? A quali sogni Dio ci chiama a partecipare? Quale sogno vogliamo realizzare per abbracciare nuovi stili, forme e frontiere della profezia della carità?
Terza tappa: Proporre
Dopo che l’analisi della realtà (Scoprire) ci ha provocato a Sognare, è tempo di proporre delle linee concrete di azione per la missione della carità. È il momento “Propositivo”.
Uno degli scopi del Capitolo è programmare la nostra vita e il nostro apostolato per il prossimo sessennio. Perché le nostre conclusioni abbiano un futuro non sarà sufficiente “fare meglio”, ma occorrerà “fare nuovo” quello che la tradizione della Vita Consacrata e del Carisma ci hanno consegnato come un dono e un’energia rinnovabile. Cioè, prospettare un modello di vita e di apostolato “nuovi”, espressi da religiosi discepoli/testimoni che vogliono incarnare una nuova forma di fraternità, nelle nuove frontiere della profezia della carità.
Qui siamo chiamati a formulare delle proposte da presentare all’istanza superiore (la Comunità al Capitolo Provinciale e questo al Generale), e delle decisioni concrete già realizzabili nella nostra comunità/provincia. Per quanto riguarda le proposte, dobbiamo fare attenzione a che abbiano un obiettivo specifico da raggiungere, un’azione prolungata nel tempo, descritta come percorso da attuare.
I NUCLEI TEMATICI DEL 15° CAPITOLO GENERALE
Nel compito di “Gettarci nel fuoco dei tempi nuovi”, il Consiglio Generale ha scelto di orientare l’attenzione su tre nuclei tematici che si possono formulare attraverso altrettante domande:
- Chi? – Identità; Diventare Discepoli.
- Come? – Comunione; Diventare Testimoni.
- Per chi? – Missione; Diventare Profeti.
La metodologia di lavoro che abbiamo visto nelle pagine precedenti, dovrà essere applicata a ciascuno di essi. Nella presentazione dei nuclei tematici, di seguito, abbiamo scelto di non fornire un questionario con domande chiuse a cui rispondere. Una serie di domande avrebbe reso il lavoro più facile, ma meno coinvolgente e, forse anche, meno fruttuoso. Abbiamo preferito lanciare delle provocazioni perché i confratelli riflettano e si sentano più liberi nel contributo da dare.
Delle direttive più concrete su come fare il lavoro verranno date nel Quaderno Personale che ciascuno di voi riceverà.
La prospettiva che ci accompagnerà e che collegherà tutto il cammino tematico del Capitolo è quella indicataci da Don Orione stesso: la ricerca della santità (“Dobbiamo essere santi”, “dobbiamo farci santi”).
1° nucleo tematico: L’identità
Ho bisogno di figli santi! (1914)
Per diventare discepoli
Il 3 marzo 1914, pensando ai futuri missionari, Don Orione lancia questo accorato appello: “Sì, potremo fare un grandissimo bene; ma ho bisogno di figli santi!” (Scritti 2,76).
Volendo attuare questo desiderio del Fondatore, affrontiamo il tema della nostra identità di religiosi chiamati a “Gettarci nel fuoco dei tempi nuovi”. Questa riflessione ci permette di approfondire ulteriormente quanto detto dal Capitolo precedente sull’identità del Religioso e sulla sua umanità.
È vero che Dio agisce anche nella nostra fragilità e si serve della nostra debolezza per mostrare al mondo la forza del suo amore. È anche vero, però, che ci chiama ad un costante sforzo di conformarci alla persona di Cristo e al suo insegnamento seguendo l’esempio di Don Orione e l’incoraggiamento dei santi e del Papa.
In questo primo nucleo siamo invitati a guardare all’ideale alto propostoci, quello della santità che deve permeare tutti i momenti della nostra vita.
Don Orione ci ha mostrato una grande spiritualità, una ricerca costante della volontà di Dio, una fiducia incrollabile nella Divina Provvidenza. Questo ci interpella sul rapporto tra il nostro essere uomini di Dio ed essere amministratori delle nostre opere.
Papa Francesco ci ha indicato un modo diverso di andare alla gente con una spinta missionaria che vuol giungere a tutti. Lui ci ha raccomandato come stile di apostolato, la misericordia e la tenerezza. Questo ci interpella sul nostro modo di presentarci alla gente.
Siamo inseriti nel lavoro e lo facciamo spesso con generosità e intraprendenza, ma a volte siamo stanchi, sfiduciati o demotivati. Forse alcuni hanno paura ad inserirsi nelle nostre opere, o non le sentono più “nostre”. Questo ci interpella sulle radici del nostro essere e del nostro operare, sulla nostra coscienza di essere “orionini” e di cosa questo significhi concretamente nella vita quotidiana.
Forse nella nostra vita sta subentrando la stanchezza della quotidianità, della routine. Questo ci interpella su quale potrebbe essere un nuovo modo di essere orionini dedicati con tutto il cuore alla missione di Dio e della Chiesa.
Quindi, ispirati da Don Orione e da Papa Francesco, noi Orionini quale stile dobbiamo assumere per “Gettarci nel fuoco dei tempi nuovi” e diventare discepoli?
2° nucleo tematico: La comunione
La santità nella fraterna e dolce carità! (1922)
Per diventare testimoni
Il 24 giugno 1922, parlando di San Pacomio e di Santo Antonio Abate, Don Orione diceva che loro avevano tante attività, ma coltivavano “soprattutto, la santità nella fraterna e dolce carità” (Scritti 82,114).
Anche noi siamo chiamati a vivere la “santità comunitaria”. Sappiamo bene che il vivere in comunità è una caratteristica essenziale della vita religiosa e del nostro essere orionini. Lo sappiamo, ci crediamo e lo desideriamo, ma non possiamo nasconderci che nella vita quotidiana è difficile da praticare.
Il Vangelo e il Magistero ci ricordano che la testimonianza della vita fraterna e dell’amore reciproco è l’arma più potente del nostro apostolato. Questo ci interpella su quale testimonianza le nostre comunità diano alle persone che ci frequentano.
Forse anche qui siamo legati a schemi vecchi, stili tradizionali che da una parte salvaguardano la fedeltà alle “pratiche comunitarie” ma non incoraggiano la creatività, l’espressione esterna del nostro essere “fratelli”. Ci vogliamo bene, ma alle volte abbiamo vergogna di dircelo o mostrarcelo. Testimoniare vuol dire “far vedere” e questo ci interpella su quali novità potremmo introdurre nelle nostre case perché si senta di più lo stile di famiglia, la stima e l’aiuto vicendevole.
Le nuove tecnologie ci permettono di essere in contatto con persone sparse nei 5 continenti e questa è una cosa formidabile. Ma spesso siamo così presi da essa che ci dimentichiamo di guardare a chi sta fisicamente accanto a noi. Comunichiamo con il mondo ma non riusciamo a comunicare con chi sta in casa. Questo ci interpella sulla qualità dei nostri rapporti, su quanto tempo dedichiamo all’ascolto e al dialogo con i nostri fratelli, sulle dinamiche fraterne.
Negli anni è cresciuta la coscienza di appartenere non solo a una congregazione ma a una “famiglia carismatica” dove lo spirito di Don Orione si esprime con una varietà maggiore di forme. Questo ci interpella su come viviamo questa familiarità con gli altri membri (PSMC, ISO, IMN, MLO).
Quindi, quale stile di fraternità ci vuole per “Gettarci nel fuoco dei tempi nuovi” e diventare testimoni?
3° nucleo tematico: La missione
Santi del popolo e della salute sociale! (1939)
Per diventare profeti
Nel famoso foglietto “Anime! Anime!” (probabilmente del 1939), Don Orione ha lasciato scritto: “Dobbiamo essere santi, ma farci tali santi che la nostra santità non appartenga solo al culto dei fedeli, né stia solo nella Chiesa, ma trascenda e getti nella società tanto splendore di luce, tanta vita di amore di Dio e degli uomini da essere più che i santi della Chiesa i santi del popolo e della salute sociale” (Scritti 57,104c).
I “santi del popolo e della salute sociale”: è così che Don Orione ci vuole. Lui ci ha detto di uscire di sacrestia e Papa Francesco ci ha ricordato che ci conoscevano come “i preti che corrono”. Oggi possiamo fare di più. Il Santo Padre ci propone una triplice conversione: pastorale e missionaria (Evangelii gaudium); per un’ecologia integrale (Laudato Si’); verso una fraternità senza confini (Fratelli tutti).
Il campo dell’apostolato è sempre più vasto ed ogni giorno emergono “nuove povertà”: i colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia, i profughi, i giovani sempre più disorientati, e tanti altri che incontriamo nella nostra realtà, ma che spesso non sappiamo riconoscere. Il Fondatore diceva: “Dobbiamo svecchiarci anche nel modo di lavorare per le anime: se vogliamo andare davvero al popolo e avere efficacia dobbiamo svecchiarci in molte cose, e abbiamo bisogno d’un bagno di benintesa modernità” (Scritti 52,221). Questo ci interpella: sentiamo ancora dentro di noi l’ansia di Don Orione di correre ai poveri, agli ultimi? Sappiamo vedere in tutti il volto di Cristo? Ci preoccupiamo di andare alla ricerca di chi è lontano o ci accontentiamo di chi viene da noi? Se le nostre opere e parrocchie sono permeate da quest’ansia apostolica, daranno una testimonianza forte del carisma e chi le frequenta sperimenterà la dolcezza dell’essere in famiglia.
Un Capitolo precedente ci ha invitati ad avviare attività snelle, leggere, di frontiera. Questo paradigma apostolico va continuato e potenziato. D’altra parte, qualcuno si chiede: Come gestire le grandi opere che spesso ci creano ansia, preoccupazione per l’adeguamento alle normative e qualche volta anche debiti? Oggi, per gestire le nostre opere, specie le più grandi e complesse, non basta più la sola “buona volontà”. Occorrono soprattutto la competenza, la professionalità e l’autorevolezza.
I “tempi nuovi” ci chiamano a gestire le nostre opere in un modo diverso dal passato, in un certo senso inedito. Ci dobbiamo interrogare se e in quale modo i religiosi possono ancora gestire le opere o bisogna semplicemente lasciarle in mano a professionisti qualificati. Le scelte che faremo da quali motivazioni saranno spinte? Saranno solo frutto di una rassegnazione che cerca di “camuffare” la nostra impreparazione?
Quindi, quale stile di apostolato ci vuole per “Gettarci nel fuoco dei tempi nuovi” e diventare profeti?
Altri temi particolari
Data la vastità della Congregazione e la varietà degli ambienti in cui essa opera, ogni Comunità/Provincia si trova ad affrontare temi particolari che possono sfuggire ai tre nuclei sopraindicati. È bene che a tutti i livelli di partecipazione, sia nella fase personale o comunitaria che in quella provinciale, tali temi vengano presentati.
Le Province si facciano promotrici nell’incitare le comunità a suggerire ciò che per loro è importante e, poi, durante il Capitolo Provinciale, valutino cosa deve essere risolto a livello locale e cosa invece è opportuno presentare al Capitolo Generale. Naturalmente, rimane valida la possibilità per ciascun religioso di rivolgersi, a suo tempo, direttamente al Capitolo Generale.
ORGANIZZAZIONE E CALENDARIO
Inizio del cammino capitolare (31 maggio 2021)
L’inizio ufficiale del cammino, con la convocazione del 15° Capitolo Generale, è fissato nel giorno della celebrazione della Visitazione della Beata Vergine Maria. Questo avviene al Santuario dell’Incoronata di Foggia, a un anno esatto dall’inizio del Capitolo Generale. Analogamente, nel mese di giugno, tutte le Comunità sono chiamate a organizzare un momento di preghiera, secondo le modalità che ogni Provincia vorrà indicare.
2021 |
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Giugno – Luglio – Agosto |
Settembre – Ottobre |
Novembre – Dicembre |
Riflessione Personale |
Capitolo nelle Comunità |
Capitoli Provinciali |
Consulta ai Laici |
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Tempo di Preghiera |
Gli impegni per l’anno 2021 sono presentati qui secondo un calendario orientativo; i Consigli provinciali sono chiamati a definire i tempi; l’unico obbligo costituzionale è che il Capitolo Provinciale venga “celebrato almeno sei mesi prima” di quello Generale (cfr. Cost. art. 199).
Riflessione personale (giugno / agosto 2021)
Arrivare all’incontro comunitario (fase successiva) senza esserci prima opportunamente preparati con una lettura e una riflessione dei testi che vengono inviati, rischia di trasformare l’incontro in formalità, dove verranno evidenziate le cose ovvie e potrebbero passare inosservate alcune cose più nascoste, ma forse più essenziali al nostro cammino. Il caldo invito è, quindi, che dedichiamo un considerevole spazio di tempo per la lettura personale e per lasciarci provocare dai testi attraverso l’azione dello Spirito. Il Quaderno Personale è uno strumento di aiuto per fare questo lavoro.
Capitolo nelle comunità o nella regione (settembre / ottobre 2021)
Ogni comunità, con qualche coinvolgimento anche di PSMC e Laici, riflette sul tema a partire dal contributo che ciascun religioso ha annotato nel Quaderno personale di partecipazione al Capitolo.
Scopi del Capitolo nelle Comunità sono: favorire la partecipazione e la corresponsabilità di tutti nel cammino di Congregazione; e l’elaborazione del contributo della comunità al Capitolo provinciale.
Bisognerà fare attenzione a non lasciarsi prendere dalla tentazione del pessimismo, del pensare che è tutto un lavoro inutile tanto nulla cambia; dalla sfiducia. Il contributo di tutti, se sincero, nelle mani della Divina Provvidenza, potrà portare frutti inaspettati.
Lasciamo alla scelta del Consiglio Provinciale vedere dove sia opportuno che alcune comunità numericamente deboli (o per altri motivi) si riuniscano a lavorare assieme per rendere più proficuo il dialogo.
Consulta rivolta agli altri membri della Famiglia Carismatica
È intenzione del Consiglio Generale realizzare, nel settembre prossimo, un’inchiesta online ai membri della Famiglia Carismatica sullo stile di quella proposta ai religiosi nello scorso anno. Il risultato ci permetterà di avere una visione dall’esterno delle nostre opere e comunità e potrà essere utilizzata anche dai Capitoli Provinciali.
Mancando un anno al Capitolo, si potranno valorizzare i contributi pervenuti dai Segretariati e da eventuali convegni.
Capitolo Provinciale (novembre / dicembre 2021)
Ogni Provincia assume i contributi delle comunità, li valuta, elabora autorevolmente il contributo della Provincia al Capitolo generale.
Scopi del Capitolo Provinciale sono: elaborare il contributo della Provincia al Capitolo generale; trattare i temi particolari riguardanti la Provincia stessa; eleggere i Rappresentanti al Capitolo generale.
2022 |
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Gennaio |
Febbraio |
Marzo – Aprile |
Maggio – Giugno |
Consiglio Generale |
Pre-capitolare |
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31/05 – 18/06: 15° CG 23/06: 150° Nascita di D. Orione |
Tempo di Preghiera |
Commissione pre-capitolare (febbraio 2022)
Una Commissione pre-capitolare, con religiosi di diverse Province, raccoglie, studia ed elabora i contributi giunti dai Capitoli provinciali.
Scopi della Commissione pre-capitolare sono:
- Studiare e ordinare i contributi pervenuti compilando un Instrumentum laboris che costituirà il documento base per il lavoro del Capitolo generale.
- Preparare il Capitolo dal punto di vista organizzativo: logistica, proposta di calendario, sussidi, équipe di segreteria, ecc.
- Proporre il testo del regolamento del Capitolo, che verrà sottoposto all’approvazione dell’assemblea capitolare.
Capitolo Generale (31 maggio – 18 giugno 2022)
Il Capitolo generale ha compiti e dinamiche già stabiliti nelle Costituzioni e Norme e ordinati in un Regolamento.
Gli scopi principali del Capitolo generale sono:
- Trattare il tema centrale di revisione/progetto per il sessennio;
- Trattare eventuali altri temi rilevanti e comuni;
- Eleggere il Superiore generale e gli altri membri del Consiglio generale.
Attuazione del Capitolo Generale
Le nostre Norme, al n. 175, indicano: “Ogni Provincia, entro l’anno che segue il Capitolo generale, terrà un’assemblea provinciale presieduta dal Direttore provinciale per la programmazione in ordine alla attuazione delle decisioni del Capitolo generale e alla soluzione dei problemi della Provincia. (…) Anche le Vice province e le Delegazioni terranno un analogo incontro per i medesimi scopi, aperto a tutti i religiosi di voti perpetui.”
TUTTI IIN CAPITOLO PER IL FUTURO DELLA CONGREGAZIONE
Il Capitolo Generale è uno strumento potente che la Provvidenza di Dio e la sapienza della Chiesa ci offrono per il rinnovamento della Congregazione, ma affinché un evento produca frutti veri, dobbiamo sentirci pienamente toccati da esso. Il Capitolo lo facciamo “tutti noi”, con la preghiera e l’impegno fin dalle prime fasi e le riflessioni che riuscirete ad inviare.
La parola che, forse, è ritornata più di frequente in queste pagine è “nuovo”. La novità può stimolare, ma anche produrre timore. “Se consentiamo ai dubbi e ai timori di soffocare qualsiasi audacia, può accadere che, al posto di essere creativi, semplicemente noi restiamo comodi senza provocare alcun avanzamento e, in tal caso, non saremo partecipi di processi storici con la nostra cooperazione, ma semplicemente spettatori di una sterile stagnazione della Chiesa [Congregazione]” (cfr. EG 129).
Il 15° Capitolo Generale deve aiutarci ad aprire l’orizzonte delle aspettative, fissare traguardi alti, che non significa impossibili o irraggiungibili; traguardi che ci permettano di correre dei rischi per contribuire a realizzare un mondo più giusto e umano. Delle volte si ha l’impressione che la paura di affrontare il nuovo stia bloccando la Congregazione, limitando la nostra creatività e, in questo modo, riducendo la forza dell’eredità lasciataci da Don Orione. Siamo chiamati a un “di più”, ad amare di più, a servire di più; non un “più” ostinato, ma il frutto di un movimento di amore generoso alla ricerca della volontà di Dio. “Solo cerchiamo tutti di amare di più, e sempre di più Nostro Signore, e di unirci sempre di più nella carità e nell’amore alla nostra cara Congregazione” (Scritti 4,187).
Don Orione era un sacerdote che, con lucidità e grande fiducia in Dio, ha saputo allargare le reali possibilità e andare oltre, credendo nel sogno dell’Instaurare Omnia in Christo. Noi portiamo nel nostro DNA quest’umile audacia e non possiamo perderla come ci ricorda Papa Francesco: “Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e le modalità di evangelizzazione delle proprie comunità” (EG 33).
Invochiamo l’intercessione di Maria Santissima, nostra Madre, del nostro Padre Fondatore, dei nostri Martiri, perché dal Cielo accompagnino i passi del nostro itinerario verso il 15° Capitolo Generale.
Concludiamo con la preghiera per il Capitolo generale:
Signore Gesù,
Tu che ci hai chiamati a seguirti
come religiosi Figli della Divina Provvidenza,
manda il tuo Spirito ad illuminare le nostre menti
e ad infiammare il nostro cuore
in questo tempo di preparazione
al 15° Capitolo generale.
Rinnovaci nella gioia di vivere il tuo Vangelo
e ravviva in noi il carisma che ci hai donato
per mezzo del nostro Fondatore, san Luigi Orione.
Fa’ che questo tempo di grazia
sia per tutti occasione di rinnovamento spirituale
e rafforzi in noi quel vincolo di carità,
che ci fa gustare la bellezza dell’amore fraterno.
Insegnaci ad allargare le nostre braccia a tutti coloro
per i quali la Congregazione realizza la sua missione di carità
e a gettarci coraggiosamente nel fuoco dei tempi nuovi.
Donaci la forza di essere nel mondo,
profeti di comunione e servitori di quei poveri
che la tua bontà affida alla nostra cura.
Te lo chiediamo per intercessione
di Maria Madre della Divina Provvidenza
e del nostro santo Fondatore. Amen.
Fraternamente,
P. Tarcísio G. Vieira |
Don Oreste Ferrari |
P. Fernando Fornerod |
P. Pierre Assamouan Kouassi |
P. Laureano de la Red Merino |
Don Fulvio Ferrari |