Giubileo degli ammalati e dei disabili: testimonianza di Mario Branca
Domenica 12 giugno ho partecipato in piazza San Pietro alla celebrazione eucaristica presieduta da papa Francesco per il giubileo degli ammalati e dei disabili.
Il giorno 9 giugno mi sono recato a Roma con l’associazione Kecharitomene, che si occupa dell’accompagnamento e dell’assistenza, nei pellegrinaggi, di persone malate o con disabilità. Da Roma abbiamo raggiunto Collevalenza con pullman attrezzato, sul quale abbiamo incontrato le persone che avremmo accompagnato durante i 3 giorni di pellegrinaggio. Per la maggioranza, erano provenienti dall’Istituto Santo Stefano (Marche).
Per me, anche se in ferie, continuava la realtà quotidiana, dal momento che lavoro al Piccolo Cottolengo don Orione di Genova; incontravo quindi, pur per la prima volta, persone …di famiglia. Sono state proprio loro, tanto tempo fa, le care persone con disabilità, che mi hanno attratto e introdotto alla realtà dell’incontro con loro, una realtà che puoi conoscere davvero solo se la vivi, una realtà che ci richiede di calarci nel profondo di noi stessi fino all’emergere di una evidenza: “tu sei qui per me, io sono qui per te!”.
Le giornate di venerdì 10 e sabato 11 giugno le abbiamo trascorse all’interno della bella Casa fondata a Collevalenza da questa grande suora spagnola, dove vivono alcune suore anziane e un testimone della vita e dell’opera di Madre Speranza. Ho colto in questo luogo un Disegno Superiore, che trapela sia nell’aspetto architettonico che nel clima di pace spirituale. Come ho già detto, ero in ferie, ma consideravo che non ci sarebbero stati altro luogo o condizione che avrebbero potuto “ossigenarmi” meglio!
I due giorni sono trascorsi veloci ed intensi per i vari eventi in programma: l’incontro con le confessioni con il vescovo orionino Mons. Giovanni D’ Ercole, il passaggio della porta santa nel Santuario e l’esperienza del bagno nelle piscine come a Lourdes : immersione che…”lava”! Momenti di intensa riflessione sulla fede e sullo strano Amore di Dio. Quanti dubbi e quante chiarificazioni sulle scelte personali. Credere e non credere. Quanto mi sentivo distante dall’umiltà necessaria per avvicinarmi a chi “E’” già vicino!
Domenica 12 giugno levataccia! Alle tre della mattina aiuto nella preparazione delle persone, colazione e partenza per Roma piazza San Pietro. Il tempo era grigio plumbeo e non prometteva una giornata…comoda! Tutti sotto le mantelle, pronti, contro la minaccia di acquazzoni. Attraverso percorsi organizzatissimi, ci sistemiamo all’interno della zona per disabili in carrozzina. Il tempo sembra proprio intenzionato al peggio e anche le previsioni meteo fanno ben poco sperare. Siamo a poche decine di metri dall’altare dove arriverà papa Francesco.
Volgo lo sguardo a trecentosessanta gradi intono a me per ammirare la folla immensa presente. Un gabbiano nell’aria traccia elegantemente una circonferenza sopra di noi, quasi a significare un grande abbraccio di accoglienza. Con le persone vicine scambiamo un sorriso silenzioso di senziente condivisione e in quel momento, un presentatore dal palco irrompe per un caloroso benvenuto a tutti.
Dentro di me intanto stava fiorendo, maturando, uno stato emotivo che all’inizio cercavo di respingere (da molto tempo, forse da quasi 40 anni, non piangevo, né per gioia né per dolore). Questa sensazione era in aumento e sentivo un faccia a faccia col serio invito alla conversione del cuore. Se è vero che Dio ama il povero e i poveri sono Suoi, mi sentivo di essere circondato dall’Abbraccio della Chiesa povera che Lui ama. La Chiesa che è Gesù crocifisso in ognuno, con la propria riconosciuta, benedetta croce offerta, per condivisione del senso riconosciuto nella Sua Missione: la Missione della Vita e per la Vita!
La splendida e semplice omelia di Francesco, come sempre chiara per tutti (cosa vogliamo di più?), mi stava preparando al momento della Consacrazione del Pane e del Vino. E proprio in quel Momento è salito da dentro un silenzioso pianto di gratitudine per la Grazia di essere lì, tra migliaia di persone, in caloroso silenzio!
Grazie per la Misericordia di Dio verso me, verso la fragilità e i limiti umani di ogni Sua creatura.
Grazie del Perdono!
Grazie a Kecharitomene per questo momento di vero e meraviglioso amore!
Grazie all’Opera di San Luigi Orione che ogni giorno mi mette da tanti anni, di fronte alla chiave spirituale delle “Beatitudini”!
Grazie di tutto Signore Gesù!
Grazie Maria, Madre di Misericordia, per l’esempio di sapiente umiltà offerto in Terra!
A trecentosessanta gradi, “tu sei qui per me ed io sono qui per te!”.
La Messa continuava, sopra di noi il cielo si stava aprendo velocemente facendo spazio al caldo sole, in barba alle minacciose previsioni.
Mario Branca