Gli insegnamenti
Si può dire che ogni pagina dell’immenso epistolario di San Luigi Orione (circa 12.000 lettere) è contrassegnata dal sigillo della fedeltà e dell’amore per la Chiesa e per il Papa. Eccone alcune esortazioni tra le più significative
“Nessuno ci vinca nella sincerità dell’amore, nella devozione, nella generosità verso la Madre Chiesa e il Papa; nessuno ci vinca nel lavorare, perché si seguano i desideri della Chiesa e del Papa, perché si conoscano e si amino di più la Chiesa e il Papa…”.
(lettera del 3 luglio 1912; Scritti, 52, 155)
“Parliamo volentieri di chi tanto amiamo, del Papa: parliamo della Sua autorità, dell’obbedienza che gli dobbiamo, della sapienza delle sue disposizioni, della devozione che si deve al Papa. Il nostro credo è il Papa, la nostra morale è il Papa; il nostro amore, il nostro cuore, la ragione della nostra vita è il Papa. Per noi il Papa è Gesù Cristo: amare il Papa e amare Gesù è la stessa cosa; ascoltare e seguire il Papa è ascoltare e seguire Gesù Cristo; servire il Papa è servire Gesù Cristo; dare la vita per il Papa è dare la vita per Gesù Cristo!”.
(Lettera del 5 gennaio 1928; Scritti, 52, 66)
“Detestiamo e teniamo lontani dalle nostre case ogni scritto dove si dicesse male del Papa, dove se ne scemasse l’autorità e le prerogative, dove se ne censurassero le disposizioni o si contenessero dottrine o sentimenti meno che conformi ai suoi insegnamenti”.
(Lettera del 5 gennaio 1928; Scritti 52, 66)
“Vivere e morire d’amore per il Papa: ecco, questa e solo questa, è la Piccola Opera della Divina Provvidenza. Non vogliamo, non conosciamo altro maestro né altra luce…non conosciamo, non vogliamo altro pastore; non conosciamo né vogliamo altro Padre, né altro Cristo pubblico e visibile in terra. Nelle conversazioni non tolleriamo parola e non dico parole, ma parola men che rispettosa verso la persona o l’autorità del Papa, delle Sacre Romane Congregazioni, dei Nunzi Pontifici o Legati Papali, o meno deferente alle disposizioni della Santa Sede”.
(Lettera del 5 gennaio 1928; Scritti, 52, 66)
“Facciamoci un grande e dolce obbligo di praticare anche le minime raccomandazioni del Papa. In una parola, siate sempre e ovunque figli devotissimi del Papa; date energie, cuore, mente e vita a sostegno della Chiesa di Roma, Madre e Capo di ogni e di tutte le Chiese del mondo; a sostegno del Papa, della Sua autorità e libertà, e a diffusione del Suo amore”.
(Lettera del 5 gennaio 1928; Scritti, 52, 66)
“Amiamo il Papa! E amiamo come amarono i Santi. Non troverete un Santo che non sia col Papa in tutto. Vi sono però oggi taluni che credono la Religione una ispirazione della propria coscienza: essi vogliono stare nella Chiesa, ma vogliono poi pensare ad agire contro il Papa. Se nella fede e nella morale non sono in tutto col Papa, essi sono fuori della diritta via del Signore…”.
(Appunti senza data; Scritti, 108, 37)
“Oggi taluni credono che la religione sia un concetto o un’ispirazione della propria coscienza o della propria opinione o della propria ragione…Essi si dicono cattolici, ma lo sono sino ad un certo punto: vogliono essere cattolici, ma a modo loro. Vogliono stare nella Chiesa, ma pensano e agiscono contro il Papa; in verità essi non sono cattolici e sono tra i nemici più pericolosi della santa Chiesa di Gesù Cristo”.
(Appunti senza data; Scritti, 108, 37)
“Questa è l’eredità che vi lascio: che nessuno ci dovrà mai superare nell’amore e obbedienza, la più piena, la più filiale, la più dolce al Papa e ai Vescovi”.
(Lettera del 27 maggio 1930; Scritti, 20, 222)
“Il Papa è la sintesi vivente di tutto il Cristianesimo, è il capo e cuore della Chiesa, è luce di verità indefettibile, è fiamma perenne che arde e splende sul monte santo”.
(Lettera del 29 giugno 1937; Scritti,52, 39)
“Il Papa è Pietro: parla il Papa, parla Pietro; parla Pietro, parla Cristo; amare il Papa, è amare Pietro, è amare Cristo: in Pietro si celebra il Papa, si celebra Cristo”.
(Lettera del 29 giugno 1937; Scritti, 52, 39)