Ho trascorso tutta la vita attaccato alla veste di Don Orione
Fra i vari inviti fatti dal Fondatore ai suoi religiosi accenniamo a due imprese in stralci brevi e significativi. Per quanto bande musicali e ufficio stampa abbiano pochi elementi in comune, ci spinge la prossimità degli scritti (14 e 15 febbraio 1938) e il duplice invito all’allora chierico Giovanni Venturelli.
“Carissimo – gli scrive – ti raccomando vivamente l’iniziativa e ti sarò grato di quanto vorrai fare perché qui si possa costituire la banda musicale “Madonna della Guardia”, formata tutta dai nostri bravi chierici. Questi poi, quando andranno nelle diverse Case, per assistere o insegnare, si faranno iniziatori di fanfare e di musiche strumentali fra i nostri giovani, opere tanto utili alla vita e al bene degli istituti di educazione e oratori festivi”.
Per la stampa, oltre ad una circolare inviata a tutte le case dell’Opera, altra è diretta a Don Domenico Sparpaglione:”Ti comunico che da oggi ho costituito un modestissimo ufficio stampa qui, in una delle stanzette che danno sul ballatoio sopra la tipografia. E vi ho posto a capo te, Don Franceschini e Don Orlandi, più due chierici che mostrano una qualche tendenza all’apostolato della stampa, Venturelli e Rubinelli, di terza e quarta teologia. Scopo è di raccogliere e trasmettere alla stampa della congregazione, in Italia ed anche ai bollettini che si hanno all’Estero, le notizie che si ritiene necessario o utile vengano largamente diffuse, e anche trasmesse tramite corrispondenti a giornali della stampa quotidiana non nostra, siano o no di spirito cattolico. La stampa è tra le prime forze, e non va trascurata, ma urge valersene a fini alti e santi”.
Tornando a Don Venturelli, Don Giuseppe Zambarbieri, quand’era direttore generale, gli chiese: “ I fratelli che conoscono il tuo lavoro, mi domandano: come fai a stare sempre lì, tra tante scartoffie e carte?”. La risposta è chiara e sottende un qualche commento sulla sua abitudine di sparpagliare un pò ovunque appunti a cui altri non avevano accesso. “Di solito non rispondo, o solo evasivamente. È tale l’importanza del lavoro e l’utilità della pazienza esercitata che ogni pena… mi è diletto. Del resto la gratitudine che sento verso Don Orione, Don Sterpi e la Congregazione è così sincera e viva che mi rimane soltanto da benedire il Signore per le difficoltò incontrate e soprattutto che mi abbia destinato a questa mansione”.
Per citare solo qualcosa della sua immensa e documentata produzione possiamo ricordare i quattro volumi di “Don Orione nella luce di Maria”, le sei di “Don Orione e la Piccola opera della Divina Provvidenza”, oltre 600 pagine ciascuno, la biografia di Frate Ave Maria e di Don Gaspare Goggi. Se, come ricreazione, spese nel primo periodo anche sette anni di insegnamento, nel secondo, sempre in concomitanza col resto, per circa 50 anni lavorò nella postulazione, cioè raccolse le testimonianze e la documentazione per i processi di canonizzazione di Don Orione, Don Sterpi, Frate Ave Maria.