Lettera del Direttore alle famiglie
Genova, 3 aprile 2020
Carissime famiglie,
Vi scrivo in uno dei periodi più difficili della storia dell’Opera Don Orione a Genova dall’ultimo dopoguerra e, certamente, anche della vostra vita familiare.Questi sono giorni drammatici, segnati da grande preoccupazione e da profonda incertezza per i nostri cari, la nostra amata Italia e per il mondo intero. Siamo stati, ognuno in modo diverso, travolti da qualcosa di inaspettato che ci ha colti impreparati e ci ha fatti sentire immensamente vulnerabili: un nemico invisibile e subdolo contro il quale abbiamo intrapreso una vera e propria guerra.
Ci avete affidato i vostri cari perché ci occupassimo dei loro bisogni fisici, psicologici, spirituali e delle loro fragilità. Proprio loro sono le persone più deboli e più esposte al rischio di contagio in questo grave frangente. Ma prima di tutto sono le vostre madri, padri, sorelle, fratelli, nonni, compagni di una vita; ci avete chiesto che la nostra casa fosse la loro casa. La pandemia ci chiama alla responsabilità e all’amore nei loro confronti ora più che mai, ora che ne hanno così bisogno.
Dall’inizio dell’emergenza abbiamo preso molte decisioni difficili. Ci siamo attenuti minuziosamente a tutte le indicazioni fornite dalle autorità civili e sanitarie, e disposto ogni misura igienica e comportamentale per contenere il contagio e tutelare la salute di tutti, dei vostri cari e dei nostri operatori. In alcuni casi lo abbiamo fatto ancor prima che fosse richiesto dalle normative.
Abbiamo limitato e poi sospeso le vostre visite – un passo dolorosissimo, ma necessario – vietato l’accesso ai volontari e le uscite dei nostri ospiti, monitorato la temperatura a tutti gli operatori sociosanitari e a chiunque fosse autorizzato ad accedere, e trattenuto a casa preventivamente il personale che presentasse sintomi simil-influenzali o avesse avuto contatti con persone positive, sospette o addirittura contatto di contatto. In tutti i casi possibili, ci siamo organizzati con il telelavoro. Ci siamo dotati, incontrando enormi difficoltà nel reperimento, dei presidi di protezione individuale disponibili, e abbiamo integrato le mancanze con soluzioni artigianali che abbiamo operosamente prodotto.
Nonostante gli sforzi, però, il nemico invisibile è riuscito a insinuarsi nelle nostre Case. Abbiamo pregato e sperato che si arrestasse alla porta, ma era impossibile escludere ogni rischio: il virus infatti non si palesa e diviene inarrestabile negli asintomatici.
Purtroppo alcuni dei nostri ospiti hanno contratto l’infezione, mentre altri presentano sintomi sospetti. Per questi ultimi, secondo le istruzioni fornite dalle autorità competenti, abbiamo richiesto i tamponi e attendiamo fiduciosi un riscontro. Abbiamo proceduto al ricovero in ospedale quando necessario, isolato i singoli e gli ambienti interessati, contenuto le situazioni più vulnerabili e messo in sicurezza gli altri ospiti. Il mio pensiero più caro va ai nostri malati e a voi famiglie costrette a stare lontano; prego per voi insieme a tutta la Comunità dei Religiosi e Religiose orionine di Genova. Il nostro personale sociosanitario sta facendo il possibile per aggiornarvi sulle condizioni di salute dei vostri cari e per mettervi in contatto diretto con loro. Sappiamo quanto sia importante sentirvi vicini. Un pensiero va a anche a coloro che lavorano con sacrificio e dedizione per garantire cure amorevoli e assistenza ai più fragili. Quanto coraggio e quanto sacrificio stanno esprimendo!
Per tutti gli altri ospiti in condizioni ordinarie di salute, stiamo continuando a monitorare la situazione
con grande attenzione, e nel contempo stiamo lavorando strenuamente perché le loro abitudini siano
per quanto possibile mantenute. Continuiamo a stare loro vicino, a farli sorridere, offrendo serenità e
conforto come sempre abbiamo fatto – con tutto l’amore di cui siamo capaci. Pur dentro le circostanze
di questo periodo straordinario ci prendiamo cura dei loro bisogni e dei loro desideri come ci avete
chiesto di fare, offrendo cura al corpo, alla mente e allo Spirito, con la presenza di noi religiosi e l’aiuto
del circuito audiovisivo interno che trasmette ogni giorno le preghiere del mattino, il Rosario e la Messa.
Carissimi ospiti, nostri amati Padroni come si rivolge a voi San Luigi Orione, oggi più che mai siete
Agnellini affidati alle nostre mani e alle mani di Dio. Vi proteggeremo nella vostra Casa con tenerezza
e spirito di fratellanza, come madri, padri, figli, compagni di vita, affidando a Dio il buon esito di tutti i
nostri sforzi.
È così, il virus ci ha contagiati di grande solitudine. Proprio quando il bisogno dell’altro, di consolazione,
di famiglia, di vicinanza è in noi più che mai forte, siamo chiamati alla distanza e alla responsabilità.
Sappiate, care famiglie, che comprendo la vostra angoscia e la vostra preoccupazione. Le
comprendiamo tutti qui al Don Orione e soffriamo con voi per la distanza con i vostri cari. Per coloro
che avessero bisogno di un sostegno in più, abbiamo attivato uno sportello psicologico telefonico e
siamo vostra disposizione.
Stiamo facendo tutto ciò che è necessario per mettervi in relazione. Abbiamo acquistato dispositivi
tecnologici per potervi videochiamare e mandare foto; abbiamo dotato i reparti di cellulari e telefoni
aggiuntivi perché personale e ospiti non usassero in modo promiscuo lo stesso apparecchio, a
salvaguardia dei più fragili. Perdonateci se non riusciamo a fare di più o se potremmo fare meglio.
Stiamo lavorando in condizioni di grande fatica; alcuni operatori sono in malattia, altri sono a casa
preventivamente in quanto sintomatici. Auguro a loro una buona e pronta guarigione. Chi è sul campo
– genitori, figli, fratelli, mariti, mogli anche loro – non si sta risparmiando.
Sappiate che la salute e il benessere dei vostri cari è la nostra priorità. Per questo abbiamo avviato
un’operazione di monitoraggio degli ospiti e del personale attraverso test sierologici con l’obiettivo di
evidenziare le possibili situazioni di contagio e adottare le contromisure necessarie.
La pandemia non ha risparmiato nessuno. Abbraccio idealmente chi tra di voi ha perso qualcuno senza
poterlo vedere un’ultima volta, chi di voi sta lottando contro la malattia o conosce qualcuno che è in
battaglia. Forza, prego anche per voi.
“Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa.
Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo
importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su
questa barca… ci siamo tutti.” – Papa Francesco
Questa sarà una lotta lunga e difficile. Non sappiamo che cosa accadrà prossimamente, come oscillerà
la curva del contagio e quale sarà lo scenario che si paleserà ai nostri occhi. La ragion d’essere delle
nostre Case è offrire accoglienza e dare risposta al bisogno e alla sofferenza, testimoniando che la
Speranza sulla quale Don Luigi Orione ha fondato la propria vita non è una illusione ed è la nostra
stessa Speranza, che condividiamo con voi, oggi più che mai. Perciò, con San Luigi Orione, vi chiedo
il dono più grande: pregando per i vostri cari, pregate anche per noi, i nostri medici e tutti i nostri
operatori.
Con fiducia nel Signore, un caro saluto a tutti,
Don Dorino Zordan
Direttore
Piccolo Cottolengo Genovese Don Orione