L’importante è non farsi sorpassare dalla vita
La fede cristiana non è un’idea, ma una vita.
Attraverso l’incontro con Cristo Salvatore possiamo imparare a vivere una vita buona e bella, ricolma di senso; assumiamo quegli atteggiamenti che possono rendere il vivere umano autentico, segnato dal bene, salvezza per se e per il prossimo. Gesù ci insegna a gustare il bene nella nostra vita, trasformandolo in noi come bene da ridonare. Tutto ciò rende l’esistenza umana bella, felice, vera, autentica, piena di pace e di gioia della vita.
Si può dunque affermare che la nostra fede è una vita trasformata e vissuta con completezza? Affermo con certezza di sì se viviamo il contatto profondo con Dio. La comunione profonda e personale con Lui ci strappa alla quotidianità ripetitiva per viverne un’altra creativa, che si evolve nel tempo, perché spinta verso la meta propostaci da Dio con suo Figlio Gesù, cioè la Risurrezione.
La fede, come ci indica Paolo, l’Apostolo delle Genti, è una luce che permea la vita, trasforma il nostro modo di pensare, sentire, agire, essere. In una parola ci rende testimoni credibili del nostro tempo. Ci porta ad assumere e considerare il proprio amore come segno e strumento dell’amore di Dio, sorgente, fondamento e modello di quello umano.
La fede ci permette di prendere coscienza, di essere rappresentanti della paternità e maternità di Dio, facendoci scoprire la grandezza della persona umana, l’originalità di ogni individuo, la sua dignità di “figlio di Dio” e la centralità degli uomini e donne che incontriamo nella nostra esistenza. Ci aiuta a seminare nel mondo la speranza che non delude per costruire il Regno di Dio ed il futuro secondo il Suo disegno.
Nella nostra vita dobbiamo incarnare il senso dell’accoglienza, della delicatezza, della dedizione, della dignità, di immettere dinamiche di amore in ogni gesto e parola per orientare a vivere in modo autentico la dimensione “relazionale”, il dialogo, la reciprocità, l’interattività, la comunicazione, ed anche la comunicazione della fede per vivere la vita come una missione, spesso sconosciuta o sottovalutata da altri, ma preziosa gli occhi di Dio. Una fede che ci spinge alla solidarietà, alla vicinanza spirituale e alla lotta contro ogni forma di male.
Don Orione invitava a vivere una vita ardente di amore, operosa, che rinnovi se stessi e gli altri, piena di Fede, Speranza e Carità. Una vita che ci permetta di vivere coscientemente l’essere Discepoli del Signore. Accogliamo l’invito fattoci dal nostro Santo nella lettera per la questua delle vocazioni: “Anime, Anime! Cerco Anime, e, con l’aiuto divino e di Vostra Signoria, di far opera suscitatrice di buoni religiosi, santi sacerdoti, Apostoli”. Noi possiamo aiutarlo vivendo la vocazione di Cristiani pure nella vita quotidiana di padri, madri, figli, operai, datori di lavoro, maestri, poliziotti, operatori sanitari … . Viviamo la vita, non facciamoci assorbire da essa. Viviamola con il Signore. Viviamola da Risorti. La Risurrezione si prepara ora, nel tempo in cui viviamo. Dobbiamo arrivare preparati e gioire, con Paolo, di essere giunti alla meta.
Don Ivan Concolato