MLO – Testimoni della Resurrezione: San Giovanni

GIOVANNI,   IL DISCEPOLO CHE GESU’ AMAVA

Sono vecchio, ormai. Spesso mi guardo attorno e vedo che sono rimasto solo. Tutti i  miei compagni, Pietro, Andrea, mio fratello Giacomo, tutti, se ne sono andati… mi è di conforto stare con i  cristiani della comunità qui a Efeso.  Ogni giorno mi chiedono di raccontare loro qualcosa di Gesù. E vi confesso mi è dolce abbandonarmi ai ricordi …Mi dicono che parlo sempre del comandamento dell’amore, lasciatoci dal Signore…. Ma sapete come siamo noi anziani:  ripetiamo sempre le stesse cose. Quelle che contano e  sono il condensato della nostra vita. Come si fa a tenersi per sé una esperienza come quella che abbiamo fatto con Lui?: CIÒ CHE NOI ABBIAMO UDITO, CIÒ CHE  NOI ABBIAMO VEDUTO CON I NOSTRI OCCHI, CIÒ CHE LE NOSTRE MANI HANNO TOCCATO, OSSIA IL VERBO DELLA VITA …NOI LO ANNUNZIAMO ANCHE A VOI. Ricordo ancora, dopo 60 anni, l’ora esatta del mio primo incontro con Lui. “ERANO CIRCA LE QUATTRO DEL POMERIGGIO” E quelle sue prime parole che mi scavarono nell’anima “CHE CERCATE?” e l’invito  a fare un’esperienza con Lui: “VENITE E VEDETE” Un’esperienza di  poche ore  che mi cambiò la vita. Ne parlai a mio fratello Giacomo… Qualche giorno dopo, mentre eravamo al lavoro,  Lui ripassò. Ci chiamò. Irresistibilmente. ED ESSI, LASCIATO IL  LORO PADRE ZEBEDÈO SULLA BARCA CON I GARZONI, LO SEGUIRONO. Ero il più giovane dei discepoli. Forse per questo tutti mi volevano bene. Ma soprattutto mi voleva bene Lui, Gesù. Se ne erano accorti tutti, tanto che i miei compagni hanno cominciato a chiamarmi: “IL DISCEPOLO CHE  GESÙ AMAVA” Devo ammetterlo, era un po’ vero. E spesso approfittando di questo,  riuscivo a stargli anche fisicamente  vicino e a carpirgli qualche sguardo più intenso che mi allargava il cuore. Altre volte ho condiviso questa fortuna con Pietro e mio fratello Giacomo,. Ricordo in particolare quando ci ha portati con sé in casa di Giairo, il capo della sinagoga a cui era morta la figlioletta di 12 anni  E non  permise a nessuno di seguirlo fuorchè a PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI,  FRATELLO DI GIACOMO. Entrammo in casa… La gente attorno piangeva disperata…Gesù mandò via tutti dicendo una frase un po’ strana “LA BAMBINA NON È  MORTA, MA DORME”. Era la prima volta che vedevo una ragazzina di soli 12 anni, morta! Gesù le si avvicinò, la prese per mano e gridò forte: ”TALITÀ KUM, FANCIULLA ALZATI” La vidi riaprire gli occhi, come svegliandosi da un sonno profondo. Gesù le sorrise, come sapeva sorridere Lui, e le chiese se …aveva fame! La fanciulla rispose di si. Mentre la riconsegnava, viva, ai  suoi genitori “GESÙ ORDINÒ DI DARLE DA MANGIARE” Era la prima volta che costatavo  così da vicino la bontà del Signore. Mi fece tanta impressione. Anche perché,  a quel tempo ero tutt’altro che mite e umile di cuore .Quanta pazienza di Gesù nel correggere la impulsività mia e di mio fratello. Ci aveva appioppato anche un nomignolo: ci chiamava  Boanèrghes, cioè figli del tuono Eravamo per le soluzioni radicali . Un giorno, passando per un villaggio della Samaria, avevamo invocato il fuoco sugli abitanti che non ci avevano accolti:  “SIGNORE, VUOI CHE  DICIAMO CHE  SCENDA UN FUOCO DAL CIELO E LI CONSUMI ?”. Gesù ci diede una bella lavata di capo : Ma Gesù si  voltò e li rimproverò. Un’altra volta,( mi vergogno perfino a ricordarlo!) mentre salivamo a Gerusalemme e Gesù ci stava parlando del suo destino di umiliazione e di morte, io e mio fratello sfacciatamente ci siamo fatti  avanti e gli abbiamo chiesto: “concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra” Questo scatenò ovviamente la gelosia degli altri: All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e  Giovanni. ERAVAMO TUTTI TANTO MESCHINI. Verso la fine della vita di Gesù… Stavamo andando a Gerusalemme.  Ci eravamo fermati a mangiare un boccone seduti sul ciglio della strada, quando Gesù venne fuori un’altra volta con un discorso strano sulla sua prossima fine dolorosa. La cosa  non ci era piaciuta affatto. Gesù se ne accorse e una  mattina…PRESE CON SÉ PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI E  LI PORTÒ SOPRA UN MONTE ALTO, IN UN LUOGO APPARTATO, LORO SOLI. Giunti sulla cima,  mentre stavamo ammirando lo stupendo panorama, mi accorsi che  poco a poco… LE SUE VESTI DIVENNERO SPLENDENTI,  BIANCHISSIME “NESSUN LAVANDAIO SULLA TERRA POTREBBE RENDERLE COSÌ  BIANCHE” Rimanemmo estasiati  a guardare Gesù. Lo sentivamo parlare con qualcuno della sua prossima fine… Eppure c’era  un clima di pace profonda che ci inondava il cuore. Avremmo voluto rimanere lì per sempre. Ma Lui ci scosse e via, di nuovo giù a valle …Giungemmo a Gerusalemme per la festa di Pasqua e Gesù volle usare ancora una delicatezza con me: mi mandò insieme a Pietro a fare i preparativi per la festa .“ANDATE  A PREPARARE PER NOI LA PASQUA, PERCHÉ POSSIAMO MANGIARE”. Un signore ci mise a disposizione una bella sala. Naturalmente mi riservai il posto accanto a Lui, anche quella sera. Soprattutto quella sera. Perché sentivo nell’aria un’atmosfera solenne e densa di mistero. Quando fummo a mensa…                                             GESÙ SI ALZÒ DA TAVOLA, depose le vesti e, preso un asciugatoio,  se lo cinse attorno alla vita.  poi versò dell’acqua nel catino e  cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio  di cui si era cinto. Che sensazione, mio Dio, vederlo in ginocchio davanti a me. A lavarmi i piedi sporchi di terra e ad asciugarli amorevolmente. Alla fine si mise a tavola anche Lui e ci raccomandò di volerci bene tra noi : Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho  fatto io, facciate anche voi. Subito però si fece triste e ci confidò il segreto che si portava in cuore da  tempo Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò:   “IN VERITÀ, IN VERITÀ VI DICO: UNO DI VOI MI TRADIRÀ”. Rimanemmo senza fiato. Pietro mi fece cenno di chiedergli chi fosse colui che lo avrebbe tradito. Mi feci coraggio : “CHI È SIGNORE?” Gesù stava per rispondermi, quando notai Giuda alzarsi, furtivo, da tavola e uscire di scatto. ED ERA NOTTE . Davvero la notte era scesa nel suo cuore.  E un velo di profonda tristezza ci avvolse tutti,  quella sera . E il cibo non andava più giù. Gesù fece di tutto per confortarci: NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE…VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACECi rivelò la sua intimità col Padre,  come non aveva mai fatto prima: “VI HO CHIAMATO AMICI PERCHÉ  TUTTO CIÒ  CHE HO UDITO DAL PADRE L’HO FATTO CONOSCERE A VOI. Ci disse che si sarebbe allontanato da noi,  ma solo per un poco. Non ci voleva lasciare orfani. E ci promise la luce e la forza del suo Santo Spirito. Poi, alzati gli occhi al cielo, (era bello vederlo in quella posizione che gli era abituale!…)  si mise a pregare il Padre anche per noi : NON CHIEDO CHE TU LI TOLGA DAL MONDO, MA CHE LI CUSTODISCA DAL  MALIGNO. Dopo poco ci ritrovammo nell’orto del Getsemani… Ricordo che stava  a pochi metri da me, in ginocchio per terra, immerso nella preghiera e prostrato dal dolore . Ad un certo punto si avvicinò a  noi, mezzo addormentati,  e ci confidò l’angoscia che lo divorava: LA MIA ANIMA È TRISTE FINO ALLA MORTE. RESTATE QUI  E VEGLIATE” E ci raccomandò di pregare perché non venisse meno la nostra fede … All’improvviso le cose precipitarono: l’arresto di Gesù . L’abbandono e la fuga vergognosa di tutti noi, suoi discepoli Al mattino,  seppi che era stato condannato e che già si stavano facendo i preparativi per l’esecuzione… Mi unii, smarrito e confuso,  a un piccolo corteo di donne fedeli che  si dirigevano verso il Golgota. Ci stringemmo accanto a Maria, impietrita dal dolore. Lo sguardo fisso al Figlio spogliato, inchiodato, innalzato sulla Croce. STAVANO PRESSO LA CROCE DI GESÙ SUA MADRE, LA SORELLA DI SUA MADRE, MARIA DI CLÈOFA E MARIA DI MÀGDALA. E Gesù morente  si mise a invocare il perdono del Padre sui suoi crocifissori: “PADRE,  PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”. Quale lezione per me che avevo invocato il fuoco dal cielo sugli abitanti di Samaria. Ad un tratto in un supremo sforzo Gesù si rivolse con parole soffocate a sua Madre: “DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO!”e a me mormorò: ECCO TUA MADRE. Tesoro più prezioso non poteva lasciarmi. Da quel momento davvero lei fu la mia mamma e io, suo figlio e suo trepido custode: E DA QUEL MOMENTO IL DISCEPOLO LA PRESE NELLA SUA CASA. Dopo quei tremendi giorni di Gerusalemme, alcuni di noi tornarono in Galilea. Come per ricominciare dal paese da cui eravamo partiti tre anni prima. Eravamo solo in 7 quel giorno. Facevamo fatica, senza di Lui, a stare tutti uniti. Pietro ci invitò ad andare a pescare… Ma quella notte non prendemmo nulla. Stavamo tornando a riva, stanchi e sconsolati, quando scorgemmo un signore sulla riva che ci chiese premurosamente: “FIGLIOLI, NON  AVETE NULLA DA MANGIARE?”. Alla nostra risposta negativa, ci invitò a gettare le reti sulla parte destra della barca. Un comando ridicolo per noi esperti di pesca. Ma gli obbedimmo. Ed ecco insperatamente, la rete piena di pesci… Guardammo tutti verso quello strano signore che passeggiava sulla riva …Ricordo che un fremito mi percorse la vita. Sentii che era Lui! Lo gridai pieno di gioia ai miei compagni “E’ IL SIGNORE!” Ancora una volta potevo costatare la sua premura nel venirci incontro nei momenti di difficoltà. E questa volta lo faceva con sfumature materne: ci aveva acceso il fuoco, di mattino presto,  per prepararci  la colazione, come fa  una mamma con i suoi figlioli. APPENA SCESI A TERRA, VIDERO UN FUOCO DI BRACE CON DEL PESCE  SOPRA, E DEL PANE. DISSE LORO GESÙ: “PORTATE UN PÒ DEL PESCE CHE  AVETE PRESO OR ORA”. Dunque era vivo. Era davvero risorto.  Era con noi. Per sempre . Non dimenticherò mai quella “colazione” che ad un certo punto prese toni che mi fecero ricordare l’ultima Cena con lui: Gesù disse loro: “VENITE A MANGIARE” ALLORA GESÙ SI AVVICINÒ, PRESE IL PANE E LO DIEDE A LORO, E COSÌ  PURE IL PESCE. Queste sue delicatezze mi stavano cambiando dentro. Stavo capendo che alla fine solo l’amore conta e vince…Anche a Pietro altro non chiese se non una triplice testimonianza di sincero amore: SIMONE DI  GIOVANNI, MI VUOI BENE?” PASCI LE MIE PECORELLE”. Sono passati 60 anni da quel giorno. E mi convinco sempre più che l’amore è il cuore di tutto quello che abbiamo vissuto e che ha cambiato il mondo.“noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” Veramente mi ha cambiato il suo amore. Il suo amore, cambierà il mondo. Giovanni, il discepolo che Gesù amava.

RISONANZE PERSONALI: Che cosa ha cambiato Giovanni?…Che cosa cambierà noi e il mondo? QUALE contributo possiamo dare noi nel nostro piccolo ?       ————————–donalesiani@gmail.com        Se vuoi, puoi ascoltare  il messaggio https://open.spotify.com/show/4p6EOUwzvMrYnsIo0B6qZl