Il Natale interiore di Don Luigi Orione
“Non temete, ecco vi annunciamo una gioia grande, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,10-11).
Don Orione viveva il Natale come serenità e grande gioia interiore considerati segni della dolcezza, potenza sanatrice e della bontà con cui Gesù Cristo attirava a se tutti gli uomini, in modo particolare i feriti nell’animo. A questo proposito, in una lettera ai benefattori, egli scrive “Nulla attrae anche le anime lontane,viandanti,traviati o smarriti, come attrae il chiarore del casolare paterno nella foresta oscura. Oh divina luce di Gesù Bambino… Fratelli, siamo buoni della bontà del Signore, e poi non temete mai che la vostra opera vada perduta: ogni parola è soffio di Dio : ogni santo e grande di amore di Dio e degli uomini è immortale. (…) Tutto l’odio, tutto il male, tutte le tenebre di questo mondo (…) davanti al Natale (…) Davanti a Gesù e a Gesù Bambino, sono proprio un nulla!”.
Amore di Cristo e la sua venuta sono, per don Orione e noi, gioia che riempie la vita e che sarà sempre vincente sui mali che la colpiscono, perché il Signore vince sempre nella misericordia che ci illumina, ci consola, ci porta al di là delle nostre fatiche quotidiane. Gesù che viene ci insegna ad amare la povertà e le croci della nostra vita trasformandole in percorsi di resurrezione.
Lo stesso don Orione vivrà nella sua vita l’eterno passaggio della misericordia di Dio che lo supportava nelle sue situazioni difficili. Pensiamo quante miserie umane nel bene e nel male ha incontrato. Come era dolce per don Orione volersi e volere bene in Cristo Gesù, come era bello e vitale vivere dell’amore soprannaturale a Cristo.
In una strenna di natale del 1934, sempre ai benefattori scriveva ”Guardiamo al bambino Gesù che ci sorride e ci tende le braccia e ci invita a vivere d’amore di Dio e del Prossimo. Adoriamolo, amiamolo, deponiamo ai suoi piedi tutto il cuore e la vita nostra! Beati voi misericordiosi perché ai piedi di Gesù troverete misericordia!”.
Don Orione sapeva bene come la carità che alimentava il suo cuore e il cuore dei suoi Figli della Divina Provvidenza e dei credenti nasceva dall’incontro con il Bambino Gesù che veniva a salvarci e a rivelare il volto del Padre che è amore. Per questo dava vita anche ai presepi viventi che lui usava come vie per ravvivare il sentimento religioso della gente e dei suoi confratelli perché secondo lui “lo facciamo per ravvivare il sentimento religioso della gente, perché quello che cade sotto gli occhi resta più vivamente impresso nella memoria, specie dei piccoli e del popolo”.
Charles Dickens riguardo al Natale affermava ”…È bene tornare bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale, allorché il suo Onnipotente fondatore era egli stesso un bambino”. Guardando alla greppia del presepe non possiamo anche noi che avere lo stesso entusiasmo di Don Orione, nel vivere questo incontro fondamentale con Dio che ci chiama alla vita nutrendoci ogni giorno, nell’eucarestia, di quel bambino che, diventato adulto, ci rivelò il vero volto del Padre, amore immenso nella nostra esistenza che ogni Natale ci invita ad accoglierlo e a viverlo. Buon Natale a tutti e buon cammino in Cristo.
Don Ivan Concolato