Orionini in cammino nella Chiesa di Papa Francesco
NOTIZIE DI FAMIGLIA
Il quadrimestre settembre – dicembre del 2013 è stato caratterizzato da importanti avvenimenti congregazionali. Primo fra tutti l’Assemblea generale di verifica, tenuta ad Aparecida (Brasile) dal 13 al 20 ottobre 2013. Si è svolta in un buon clima fraterno, con scopo e metodologia precisi: verificare e rilanciare il cammino indicato dal Capitolo generale del 2010. Il Documento prodotto dall’Assemblea è piuttosto semplice e propone alcune nuove indicazioni pratiche per dare continuità al cammino di rinnovamento promosso dal Capitolo. Come sempre, in queste riunioni di Congregazione sono importanti alcuni sentimenti e orientamenti condivisi che poi maturano successivi cammini e decisioni. Al riguardo, abbiamo fatto una risonanza alla fine dell’Assemblea della quale ho annotato alcuni punti. • È da curare meglio il vitale collegamento alle fonti della carità dalle quali discende poi tutto il dinamismo di Dio in noi, nelle relazioni fraterne, nei ministeri della carità, nella fecondità vocazionale e nelle nuove frontiere della testimonianza. • C’è nostalgia e desiderio di recupero di relazioni più dirette tra religiosi e persone cui siamo destinati, tra religiosi e opere, reagendo all’inflazione istituzionale e virtuale delle relazioni. • Il buon clima di famiglia, che generalmente sostiene la vita della Congregazione, deve maturare una più concreta correzione e promozione fraterna. • C’è fiducia di fronte alla notevole vitalità di ripartenze carismatiche, con nuove risposte alle nuove sfide e necessità poste dalla società e dalla cultura di oggi; queste hanno per protagonisti soprattutto i laici con l’appoggio e l’animazione dei religiosi. • Nei contesti sociali in cui viviamo, caratterizzati da una continua evoluzione, occorre privilegiare opere di carità più snelle, più duttili e significative. Alle istituzioni “fari di fede e di civiltà” occorre sempre più affiancare opere e relazioni “fermento” e “sale” nella massa. • Tanti elementi ci dicono che religiosi, comunità e Congregazione vivono una grande fragilità; veramente, portiamo un grande tesoro in vasi di creta. È una fragilità da assumere con compassione spirituale e pratica, come una occasione di nuova evangelizzazione della nostra vita e di aiuto fraterno. • Certamente dobbiamo concentrarci nella fedeltà (fare “meglio”) ma occorrerà impegnarci nella creatività (fare “nuovo”) perché il carisma è un investimento (il talento) e una energia rinnovabile (il fuoco). Per questo, la fedeltà al carisma ci chiede di concentrarci più sul discernimento che sull’adempimento, più sul progetto che sulla programmazione.
La Assemblea generale ha avuto un contorno di altri eventi di Famiglia Orionina molto importanti. A Montevideo, dall’8 al 10 ottobre, si è tenuta l’Assemblea generale del Movimento Laicale Orionino, la prima dopo il riconoscimento canonico come Associazione pubblica internazionale di fedeli laici, avuto il 20 novembre 2012. In essa è stato approvato un Regolamento pratico che integra quanto è già presente nello Statuto. L’assemblea era anche elettiva per cui è stato scelto il nuovo Coordinamento generale per il triennio 2013-2016: il signor Javier Rodriguez (Spagna) è stato confermato coordinatore generale; vice-coordinatrice è stata eletta Virginia Zalba (Argentina); Segreteria generale è stata riconfermata Armanda Sano (Italia), coadiuvata da Alejandro Bianco (Argentina), Giovanni Botteri (Italia) e Luigina Collico (Italia).
Il 13 ottobre, mentre ad Aparecida si riuniva l’Assemblea generale, venivano beatificati a Tarragona i due nostri martiri spagnoli Padre Ricardo Gil e Antonio Arrué Peirò, assieme ad un numeroso gruppo di eroici testimoni della fede in Spagna. Era presente una numerosa delegazione della nostra Congregazione, guidati dal postulatore Don Aurelio Fusi e dal superiore provinciale di Spagna e Venezuela, P. José Antonio Ruiz. A ricordo di questo importante evento, possono essere le parole di Papa Francesco che hanno fatto da apertura della cerimonia di beatificazione: “dobbiamo sempre uscire da noi e aprirci a Cristo, non dobbiamo essere cristiani mediocri ed egoisti, dobbiamo essere battezzati fedeli e chiedere la intercessione dei martiri per essere cristiani concreti di fatti e non di parole”.
Il 20 ottobre, ad Aparecida, a conclusione dell’Assemblea generale, c’è stata la celebrazione di inizio dell’Anno Missionario Orionino. Un evento di Famiglia con una eccezionale rappresentatività di categorie (FDP, PSMC, ISO, MLO) e di nazioni: circa 2000 pellegrini orionini provenienti dalle case del Brasile, 120 concelebranti, tra i quali i nostri vescovi Lazzaris, Mykycej, Uriona e Ahoua, tutto il Consiglio generale, i Superiori provinciali e i Delegati delle varie nazioni all’Assemblea generale. Erano presenti la superiora generale Suor Maria Mabel e un buon gruppo di PSMC, la Responsabile ISO del Brasile, il Coordinatore generale del MLO. A significare che il carisma orionino è diffuso nei vari popoli raggiunti dopo la partenza dei primi missionari nel 1913, ho consegnato al Brasile un prezioso reliquiario contenente il Sangue di Don Orione che peregrinerà nelle varie case e parrocchie. Simile reliquiario sarà consegnato alle principali nazioni in cui oggi è presente il carisma di Don Orione mediante i suoi figli e figlie.
Terminate le grandi riunioni, sono andato a visitare le nostre nuove missioni a Buritis e Porto Velho; il Sangue di Don Orione continua a scorrere con tanta vitalità tra quella gente e quei poveri.
Tra gli altri eventi più significativi merita una menzione il Sinodo orionino per l’Africa, che ha visto riuniti dall’8 al 10 settembre, a Bonoua, rappresentanti della Congregazione orionina provenienti da Costa d’Avorio, Togo, Burkina Faso, Kenya, Mozambico e Madagascar; ero presente anch’io, il consigliere generale, Don Eldo Musso, i superiori provinciali Don Pierangelo Ondei, P. Aparecido Da Silva, P. Malcolm Dyer, P. Basile Aka. Scopo del Sinodo è stato guardare insieme (=sinodo) confrontando esperienze e orientamenti su alcuni temi pratici di inculturazione della vita religiosa e del nostro carisma in Africa, e anche studiare qualche forma di collaborazione stabile per favorire un cammino unitario e identificato della Congregazione in diverse nazioni di Africa Madagascar”.
A Montebello e Tortona, dal 4 al 14 novembre, si è tenuto il corso di formazione al carisma per formatori orionini, tenuto a Montebello e Tortona dal 4 al 14 novembre. Sono emerse alcune Linee pratiche di formazione al carisma che il consigliere generale Pe. Freitas ha provveduto a diffondere.
Ricordo anche alcune mie visite di questi ultimi mesi che mi hanno dato modo di sperimentare la comunione e la vitalità della Congregazione: in Polonia, in occasione del 90° dell’inizio della Congregazione; in Venezuela, dove ho trovato una sorprendente vivacità orionina, pastorale e caritativa, pur tra tante difficoltà sociali; in Giordania, dove Don Orione parla arabo attraverso quei nostri cari Confratelli e i tanti Laici che hanno fatto proprio lo spirito di Don Orione.
La nostra comunione di preghiera
Come sempre, invito alla preghiera per i nostri cari Defunti. Il Signore ha chiamato a sé alcuni Confratelli particolarmente significativi nella vita della Congregazione: P. José Oscar Baldussi: per tanti anni formatore e padre spirituale in Argentina; Don Valentino Barbiero: una vocazione di Don Orione, prete umile tra gli umili; P. Luigi Carbonelli, generoso missionario in Argentina; Sac. Marian Kliś: professore, formatore, provinciale in Polonia; Don Ettore Conti, zelante padre e pastore d’anime; e i due giovani confratelli, Don Lorenzo Benzi, di 59 anni, missionario e formatore in Costa d’Avorio; P. Oscar Alcides Pezzarini, di 51 anni, una colonna fisica e pastorale in Argentina.
Preghiamo per altri defunti della nostra Famiglia: le Piccole Suore Missionarie della Carità: Sr. Maria Louiza, Sr. Maria Guidina, Sr. Maria Eletta, Sr. Maria Rosina e Sr. Maria Luisa; il papà di: Don Gaetano Ceravolo, di P. Kokou Fo Edem Paul Assidenou e di Pe. Ricardo Paganini; la mamma di Fratel Bruno Piccini (già morto); il fratello di Don Mario Ghio, di Don Fulvio Ferrari, di Pe. Geraldo Maiela e Pe. José Geraldo Da Silva, di Don Gino e Angelo Pasinato (già morti); la sorella di Don Giuseppe Vallauri, di Fr. Adelmo Masi (già morto).
Auguro buon servizio e invito a pregare per i nuovi superiori di comunità entrati in carica nelle Province di America Latina.
Preghiamo per i nostri Confratelli anziani; io li chiamo i “magnifici”, perché è veramente grande e degno di lode chi persevera nella vocazione e serve la Congregazione giungendo a veneranda età.
Ringraziamo e preghiamo il Signore per il dono di nuove vocazioni e per l’arrivo di nuovi fratelli in Congregazione: sono 45 i novizi sparsi nel mondo orionino. Auguriamo perseveranza nel cammino di Dio ai nuovi 37 professi, ai 23 diaconi e 9 sacerdoti del 2013.
Preghiamo per i nostri malati, per i quali è più difficile fare elenco, e per quanti stanno passando per limiti o momenti di prove spirituali o morali: la nostra comunione di affetto e l’aiuto fraterno possano dare loro aiuto per la salute e conforto al cuore.
Infine, all’inizio del nuovo anno 2014, su tutti voi, cari Confratelli, e su quanti abitano o frequentano le nostre case, le scuole, le parrocchie e le missioni, invoco la bella benedizione della liturgia del 1° gennaio: «Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24-26).
In Cristo e in Don Orione,
Don Flavio Peloso FDP (superiore generale)
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[1] Non è stato pubblicato il testo di quanto detto da Papa Francesco ai Superiori generali. Non c’erano giornalisti o cineprese, eccetto all’inizio. È stato autorizzato padre Antonio Spadaro, gesuita, a redigere un resoconto, rivisto da Papa Francesco, e pubblicato su La Civiltà Cattolica, Quaderno N°3925 del 4 gennaio 2014, p.3-17. Mi servo di appunti personali.
[2] E’ la famosa preghiera di Ausonio Franchi, ritoccata e voluta da Don Orione come preghiera caratteristica della nostra Congregazione; in “Comunità orionina in preghiera”, p. 37-39.
[3] Sono innumerevoli i passaggi in cui Don Orione ci illustra le esigenze filiali dell’amore al Papa. “Facciamoci un grande e dolce obbligo di praticare anche le minime raccomandazioni del Papa. In una parola, siate sempre e dovunque, o miei cari, siate figli devotissimi del Papa”; Scritti 52, 112. “Noi siamo tutti del Papa, dalla testa ai piedi; siamo del Papa di dentro e di fuori, con una totale adesione di mente e di cuore, di azione, di opere, di vita, a quelli che possono essere i desideri del Papa”; Parola VI, 192.
[4] Giornali e televisioni tempestarono l’opinione pubblica con interviste e statistiche per mostrare i tanti “no” alla morale del Papa e della Chiesa de quegli stessi giovani che lo osannavano.
[5] Corifeo, significa capocoro, guida della sinfonia; è il titolo ecumenico riconosciuto a Pietro anche dalla Chiesa greca.
[6] Da appunti dell’intervento di Bartolomeo Sorge alla Assemblea dell’USG del maggio 2013.
[7] Sarà citata EG. Ha un particolare valore per noi il videomessaggio del card. Jorge Bergoglio indirizzato al Capitolo provinciale tenutosi a Buenos Aires, nel novembre del 2009, in preparazione al Capitolo generale dell’anno seguente; fece alcune riflessioni “Solo la carità salverà il mondo”, anticipando alcuni orientamenti, ora diventati le grandi linee del suo pontificato. Citerò questo documento “Al Capitolo”.
[8] Papa Francesco, gesuita, ha particolare stima dei carismi di vita consacrata. Scrive: “Lo Spirito Santo arricchisce tutta la Chiesa che evangelizza anche con diversi carismi. Essi sono doni per rinnovare ed edificare la Chiesa. Quanto più un carisma volgerà il suo sguardo al cuore del Vangelo, tanto più il suo esercizio sarà ecclesiale” (EG 130).
[9] È il titolo del bel documento sulla vita consacrata nel terzo millennio (2002).
[10] In EG 8, avverte che “c’è un relativismo pratico ancora più pericoloso di quello dottrinale” che “consiste nell’agire come se Dio non esistesse, decidere come se i poveri non esistessero… Solo grazie all’incontro – o reincontro – con l’amore di Dio, che si tramuta in felice amicizia, siamo riscattati dalla nostra coscienza isolata e dall’autoreferenzialità”. Si veda la Circolare “Figli della fede”: Atti e comunicazioni 2012, n.239, p.187-202.
[11] Ascoltai per la prima volta questa espressione nell’omelia di Papa Francesco alla Messa del Crisma del Giovedì Santo del 2013; poi è divenuta ricorrente. Prende l’odore di pecore – spiega in EG 24 – chi “si mette mediante opere e gesti nella vita quotidiana degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione se è necessario, e assume la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo. Gli evangelizzatori hanno così odore di pecore e queste ascoltano la loro voce”.
[12] Sui passi di Don Orione, p.88. Cfr la Circolare La sola cosa necessaria. Identità e ruolo della nostra vita religiosa oggi: Atti e comunicazioni 2007, n.234, p.187-209. In quella Circolare del 28 dicembre 2007, citavo il Card. Bergoglio che contrapponeva il mettere al centro Gesù Cristo alla mondanità spirituale che consiste nel mettere al centro se stessi (p. 190, nota 8).
[13] Da una predica degli esercizi spirituali delle Piccole Suore Missionarie della Carità del 11 settembre 1919; sono appunti presi dal vivo e non ipsissima verba, ma credo che la sostanza sia chiara.
[14] In quel discorso Al Capitolo spiegò: “Una Congregazione che si chiude nelle sue cosette finisce come tutte le cosette chiuse, buttate via, con odore di muffa, inservibile, inferma. La strada più sicura verso l’infermità spirituale è vivere chiusi in cosette piccole. Una Congregazione che esce nella strada corre il pericolo di incidentarsi. Chiedete a Dio mille volte la grazia di essere una Congregazione incidentata e non una Congregazione inferma”.
[15] Lettera di Don Orione riportata in Sui passi, p. 274.
[16] “Oggi si può riscontrare in molti operatori pastorali, comprese persone consacrate, una preoccupazione esagerata per gli spazi personali di autonomia e di distensione, che porta a vivere i propri compiti come una mera appendice della vita, come se non facessero parte della propria identità”, “come se un compito di evangelizzazione fosse un veleno pericoloso invece che una gioiosa risposta all’amore di Dio che ci convoca alla missione e ci rende completi e fecondi. Alcuni fanno resistenza a provare fino in fondo il gusto della missione e rimangono avvolti in un’accidia paralizzante” (EG 78).
[17] Così in Intervista a “La civiltà cattolica”.
[18] Papa Francesco, in una sua recente confidenza, ha detto: “Adesso sento molte persone che mi dicono: non si consulti troppo e decida. Credo invece che la consultazione sia molto importante”.
[19] A tale proposito Francesco osserva: “Il sacerdozio riservato agli uomini, come segno di Cristo Sposo che si consegna nell’Eucaristia, è una questione che non si pone in discussione, ma può diventare motivo di particolare conflitto se si identifica troppo la potestà sacramentale con il potere. Non bisogna dimenticare che quando parliamo di potestà sacerdotale « ci troviamo nell’ambito della funzione, non della dignità e della santità»” (EG 104).
[20] In questo senso vanno valorizzate le riunioni di comunità (art.221, Norma 29); la meditazione (art.72) e lectio divina (CG 13 dec.3), la “periodica revisione comunitaria di vita” (art.77) che è uno dei contenuti delle riunioni comunitarie (art.29), e della giornata comunitaria (dec.11); la correzione/promozione fraterna “fatta con delicatezza e carità” (art.64), che il Capitolo 12° ha definito “atto di amore reciproco e momento provvidenziale per la crescita della comunione” (Doc.76) e che ha il suo senso ultimo nell’aiutarci reciprocamente a compiere la Volontà di Dio; il progetto comunitario sceglie alcune linee comuni di crescita nella risposta a Dio. Specifiche forme di discernimento sono previste anche per l’esercizio del governo locale, provinciale e generale.
[21] Scritti 55, 13.
[22] Cfr la Circolare “Sia fatta la tua volontà”. Figlio della Divina Provvidenza significa figlio dell’obbedienza : Atti e comunicazioni 2008, n.226, p.107-127.
[23] Così in Intervista a “La civiltà cattolica”.
[24] Confessio trinitatis, signum fraternitatis e servitium caritatis sono le tre dimensioni e compiti della vita consacrata esposte nell’Esortazione postsinodale Vita consecrata (1996).
[25] I numeri 197-201 di EG trattano del “il posto privilegiato dei poveri nel Popolo di Dio”. “Questa opzione – insegnava Benedetto XVI – «è implicita nella fede cristologica in quel Dio che si è fatto povero per noi, per arricchirci mediante la sua povertà»” (EG 164). Cfr “Vedere e servire Cristo nell’uomo”: Atti e comunicazioni 2008, n.227, p.251-269.
[26] Si veda la Circolare “Resti ben determinato che la Piccola opera è per i poveri”: Atti e comunicazioni 2010, n.231, p. 3-11.
[27] È un’espressione detta da Francesco di certe suore incontrando le Clarisse di Assisi: “sorridono col sorriso di un’assistente di volo ma non con il sorriso della gioia che viene da dentro”.
[28] Perché tante facce da funerale? “Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita”.