Orionini in cammino nella Chiesa di Papa Francesco

b.Religiosi che hanno la loro autorevolezza nell’autenticità.

La nostra credibilità è legata alla corrispondenza delle parole e dei gesti con la verità della vita. Dall’autenticità viene l’autorevolezza, dall’autorevolezza viene la parresìa e la gioia dell’evangelizzazione, “non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desidera­bile. La Chiesa non cresce per proselitismo ma «per attrazione»” (EG 14).

Papa Francesco denuncia spesso e chiama per nome le più comuni espressioni della “mondanità spirituale”, che “consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana e il benessere personale”.

Troviamo tutto un elenco di espressioni di mondanità spirituale ai n.93-97 di Evangelii gaudium: “fascino dello gnosticismo della fede rinchiusa nell’immanenza della propria ragione e sentimenti”, “neopelagianesimo autoreferenziale e prometeico”, “elitarismo narcisista e autoritario”, “cura del prestigio della Chiesa senza reale inserimento del Vangelo nel Popolo di Dio”, “fascino di poter mostrare conquiste sociali e politiche”, “funzionalismo manageriale”, “autocompiacimento egocentrico”, ”maestri spirituali ed esperti di pastorale del si dovrebbe fare che danno istruzioni rimanendo all’esterno”.

Ognuno di noi deve stare attento a “non conformarsi alla mentalità di questo secolo” (Rm 12,2) e a custodire la propria trasparenza interiore, scrostandosi di dosso le “mondanità” a cui è più soggetto, per essere se stesso, cioè più di Dio.

Parlando direttamente a noi Orionini, Papa Bergoglio ha indicato in particolare: “La vostra carità è segnata, deve essere segnata, dalla povertà. Vivete giorno per giorno della Provvidenza… Non ingrossate le casse, perché, nel fondo, quando ingrossiamo le casse, mettiamo la nostra speranza lì. E se voi mettete la speranza lì, perdete la cosa più genuina che è la speranza nella Provvidenza di Dio. È la cosa più genuina che vi ha dato il Fondatore”. In questo modo, ha aggiunto, “sono sicuro che la Congregazione rifiorirà di nuove vocazioni e avrete quella gioia che, fin dalla fondazione, vi portava ad esclamare ad ogni momento Deo gratias” (Al Capitolo).

Papa Francesco teme la mondanità religiosa più di ogni altro male della Chiesa: “Dio ci liberi da una Chiesa mondana sotto drappeggi spirituali o pastorali! Bisogna evitarla mettendo la Chiesa in movimento di uscita da sé, di missione centrata in Gesù Cristo, di impegno verso i poveri”. È quanto sta facendo. È una caratteristica della Chiesa promossa da Papa Francesco.

c.Religiosi che si esprimono con profonda umanità.

Siamo invitati a combattere con decisione la cultura dello scarto che può entrare anche nella nostra vita, riconoscendo e difendendo i beni fondamentali di ogni persona; siamo chiamati  ad avere il coraggio di esprimere tenerezza, soprattutto verso i più deboli e svantaggiati.

Papa Francesco aveva già spiegato a noi Orionini, che stavamo per celebrare il Capitolo del “Solo la carità salverà il mondo”, come reagire alla cultura dello scarto: “Voi sapete che state in questo sistema mondano, paganizzato: ci sono quelli che ci stanno (caben) e quelli che non ci stanno (no caben); quelli che non ci stanno nel sistema… sono di troppo (sobran), e quelli che sono di troppo sono di scarto. Queste sono le frontiere esistenziali. Lì dovete andare voi. Non con i soddisfatti, con le persone ben sistemate, con quelli a cui non manca niente. No, alle frontiere esistenziali. Mi è piaciuto molto che una suora della vostra Congregazione insistesse tanto che le postulanti, prima di entrare al noviziato, passassero un lungo tempo nei Cottolengo. Lì sta la frontiera esistenziale più concreta del vostro carisma. Ciò significa perdere tempo per il ritardato mentale, per l’infermo, ed il terminale; perdere il tempo, consumare il tempo con loro, perché sono la carne di Gesù”.

Anche noi religiosi dobbiamo riconoscere i nostri peccati e limiti umani, senza pretendere di avere sempre le risposte per tutto e per tutti, ma piuttosto ricercare pazientemente la verità e il bene insieme ai fratelli. Papa Francesco parla di “rivoluzione della tenerezza” (EG 88), di “tenerezza combattiva” (EG 85), di “tenerezza eucaristica”.

“Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri… che accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza” (EG 270).