Il Papa all’ospedale Gaslini: chi serve i malati con amore, serve Gesù
Penultima immancabile tappa in questa visita del Papa nella città di Genova è l’Ospedale pediatrico Giannina Gaslini. “Chi serve i malati con amore serve Gesù” afferma Francesco, salutando il personale sanitario, i medici, e i pazienti radunati sul piazzale della struttura, che guarda il mare. Visitando la terapia intensiva, il Pontefice porta la sua carezza ai piccoli degenti.
Come aveva promesso, parlando dai microfoni dell’emittente “Radio fra le note”, lo scorso mercoledì, Francesco porta la carezza di Gesù ai piccoli dell’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova, che da 80 anni si dedica con passione e competenza all’assistenza dell’infanzia. Una tappa – dice il Papa – salutando medici, personale e famiglie dei pazienti, radunatisi sul piazzale che di certo non poteva mancare, perché la sofferenza dei piccoli è la più dura da accettare e in assenza di risposte alla domanda sul “perché soffrono i bambini?”, il Pontefice antepone, di nuovo, il messaggio della Croce, il fermarsi a guardare, ma soprattutto a toccare la sofferenza della carne.
“Il Signore mi chiama a stare, anche se brevemente, vicino a questi bambini e ragazzi e ai loro familiari. Tante volte mi faccio e mi rifaccio la domanda: perché soffrono i bambini? E non trovo spiegazione. Solo guardo il Crocifisso e mi fermo lì”.
ecco perché del personale di questa struttura il Papa loda la professionalità, la dedizione nelle cure specialistiche rivolte ai piccoli pazienti, ma non solo:
“Loro infatti hanno bisogno anche dei vostri gesti di amicizia, della vostra comprensione, del vostro affetto e sostegno paterno e materno”.
Francesco rievoca la storia del nosocomio, nato come atto d’amore del Senatore Gaslini, che per onorare la figlia Giannina, morta in tenera età, decide di spogliarsi di tutti i suoi beni, e dar vita a questa struttura conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, stabilendo però nell’atto di fondazione che sempre fosse animata e ispirata dalla fede cattolica:
“Noi sappiamo che la fede opera soprattutto attraverso la carità e senza di questa è morta. Perciò incoraggio tutti voi a svolgere la vostra delicata opera spinti dalla carità, pensando spesso al ‘buon samaritano’ del Vangelo: attenti alle necessità dei vostri piccoli pazienti, chinandovi con tenerezza sulle loro fragilità, e vedendo in loro il Signore. Chi serve i malati con amore serve Gesù che ci apre il Regno dei cieli”.
Da qui l’invito che il Gaslini possa continuare ad essere simbolo di generosità e solidarietà e proseguire, restando fedele alla sua missione, l’opera di cura e di ricerca mediante anche l’apporto e il contributo generoso e disinteressato di tutte le categorie e a tutti i livelli.
Prima del saluto pubblico, la visita privata, fuori dall’occhio delle telecamere nel reparto di rianimazione e terapia intensiva, cuore dell’ospedale. Il Papa si fa padre e madre in questo santuario di sofferenza e tenerezza andando subito a pregare per i piccoli pazienti, ricoverati nel reparto 16, che lottano tra la vita e la morte. Nel corridoio però oltre cento bimbi coi loro genitori hanno lasciato i letti per incontrare Francesco. Nessuno resta senza i suoi abbracci, senza i sorrisi. E qui, tra le mura di questo luogo, che ammutolisce la mente, è il suo sguardo di amore e speranza a trionfare sulle parole.
Al termine della visita, un pensiero scritto a mano sul Libro d’onore. “A tutti coloro che lavorano in questo Ospedale, dove il dolore trova tenerezza, amore e guarigione, ringrazio di cuore il loro lavoro, la loro umanità, le loro carezze a tanti bambini che, da piccoli, portano la croce. Con ammirazione e gratitudine. E, per favore, non dimenticateVi di pregare per me”.
(Da Radio Vaticana)