Più che vincitori
In queste settimane di prova – nel senso biblico del termine – ci stanno lasciando, nascendo al
Cielo, tanti sacerdoti orionini. Questa foto di Don Cirillo Longo, morto ieri sera, 19 marzo, alle ore
23.30, nella nostra (e “sua”!) Casa di Bergamo, in qualche modo li rappresenta tutti.
La foto è stata scattata poche ore prima della sua morte e testimonia il noto grande temperamento di
Don Longo.
Ma questa foto dice al contempo qualcosa di più, dice a tutti qualcosa che va oltre il temperamento
umano del singolo, divenendo un simbolo stesso sia del sacerdozio che del lavoro di tanti laici che
in queste ore curano i nostri Ospiti.
La vita è un dono e va a sua volta donata. Ecco il testamento di Don Longo e di tutti i sacerdoti e
suore orionini morti in queste ore: Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo
pungiglione?1
Ecco il perché di quelle braccia che Don Longo alza in segno di vittoria.
Ecco perché questo gesto che svela un cuore di fanciullo in un sacerdote quasi centenario è il
simbolo del fondamento della nostra speranza, in queste ore di sofferenza e angoscia. Ecco perché è
il simbolo della nostra vittoria.
«Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la
fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte
tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello.
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti
persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né
altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù,
nostro Signore».2
Quante volte in riferimento alla morte di una persona malata sentiamo il commento “non ce l’ha
fatta”, “è stato sconfitto dalla malattia”, ecc. Se ragioniamo in questo modo il mondo è popolato da
8 miliardi di sconfitti, perché se per sconfitti intendiamo il fatto che prima o poi moriremo, sconfitti
lo saremo tutti.
Non vince chi di fronte al coronavirus o ad una grave malattia o ad un incidente “l’ha scampata”.
In questa vita vince solo chi ama.
Genova, Paverano 20 marzo 2020
Davide Gandini
- Corinzi 15, 55
- Romani 8, 35-39