Un po’ di storia: 20 luglio 2008: San Luigi Orione in Vaticano
Mercoledì, 25 giugno, prima della consueta udienza generale, Il Santo Padre ha benedetto, alle ore 10.15 in Vaticano, la statua di san Luigi Orione, posta in una nicchia esterna della basilica di San Pietro. La cerimonia è l’epilogo delle iniziative che i religiosi e le religiose della Piccola Opera della Divina Provvidenza hanno promosso a partire dalla canonizzazione del loro fondatore, avvenuta il 16 maggio 2004. “In quell’occasione – spiega il direttore generale dell’Opera Don Orione, don Flavio Peloso – Giovanni Paolo II definì san Luigi Orione “stratega della carità, “uomo totalmente donato alla causa di Cristo e del suo Regno. Quest’umile figlio di un selciatore proclama che solo la carità salverà il mondo e a tutti ripete che la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini”. Lo scultore scelto per realizzare l’opera, in marmo bianco di Carrara, è stato Alessandro Romano. “Don Orione è rappresentato in cammino – spiega don Peloso -, nell’atto di accompagnare fuori dalle macerie della povertà un ragazzo povero cui posa amabilmente la mano sulla testa, mentre con l’altra mano porge e indica il Vangelo su cui campeggia la frase ‘solo la carità salverà il mondo’. E’ un po’ la sintesi della sua vita e del suo carisma”. La statua è alta metri 5.45 e ha un peso di 23 tonnellate. Il popolo orionino è convenuto a Roma da ogni parte d’Italia, con molti rappresentanti anche di molte altre nazioni. Il contesto della benedizione della statua è stato quello dell’annuale Festa del Papa, iniziata con il convegno di studio tenuto all’Università di Genova il 20-22 giugno, sul tema “L’aiuto alla vita debole come educazione alla civiltà dell’amore”. La cerimonia della benedizione della statua si è svolta presso la nicchia esterna della Basilica ove è collocata. Papa Benedetto XVI è giunto con puntualità svolgendovi il breve rito, assistito dal segretario personale Georg Ganswein e dal cerimoniere Guido Marini. Ha ammirato la statua e si è intrattenuto con cordialità salutando personalmente alcuni dei presenti.
Tra gli ecclesiastici erano presenti il card. Angelo Comastri, l’arcivescovo James Michael Harvey, il vescovo Vittorio Lanzani, Carlo De Nicolò, l’orionino Andrea Gemma, Sergio Pagano originario di Tortona. Non sono mancati i sindaci delle città legate a San Luigi Orione, tra i quali Scaglia di Pontecurone, Marguati di Tortona e Alemanno di Roma e altri rappresentanti della società civile. “C’era tutta la comunità di Don Orione – ha commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno lasciando San Pietro – una comunità che più delle altre è riuscita a lavorare sul sociale, con una forte identità dei valori. Per noi a Roma questa comunità è molto importante perché ha costruito fondamentali strutture e processi di riabilitazione e sostegno verso chi si trova in condizioni di disagio”. La giornata era cominciata, alle 9.00, con la celebrazione di una solenne Messa di ringraziamento nella Basilica di San Pietro presieduta dal cardinale Angelo Comastri. L’alto Prelato è un grande ammiratore di Don Orione e della sua Piccola Opera. Ha indicato proprio nella santità espressa nell’umiltà e nella carità la grandezza dell'”apostolo della carità”. Con parole semplici e affettuose ha ricordato a tutti che “c’è una nicchia di santità per ciascuno da non lasciare vuota”. Il numero dei pellegrini orionini presenti nella Basilica era di circa 3.000 persone. Ultimo atto della giornata, dopo la benedizione della statua, è stata l’udienza generale del Papa, durante la quale Benedetto XVI ha detto: “Con grande affetto saluto ora il folto gruppo della Famiglia Orionina, gioiosamente radunata attorno al Vicario di Cristo per celebrare la festa del Papa. L’inaugurazione della statua del vostro Fondatore costituisca, per tutti i suoi figli spirituali, un rinnovato stimolo a proseguire sul cammino tracciato da san Luigi Orione specialmente per portare al Successore di Pietro – come diceva lui stesso – “i piccoli, le classi umili, i poveri operai e i reietti della vita che sono i più cari a Cristo e i veri tesori della Chiesa di Gesù Cristo”.
Antonio Piacentini