Racconti dei ragazzi della prima liceo in visita al Paverano
La prima volta che misi piede al Paverano non mi aspettavo nulla di che. Ma stando lì, a contatto con tutte quelle persone, è incredibile come sia cambiata la mia opinione su quel posto. I miei pensieri sono cambiati radicalmente, da scettico e timoroso mi sono trovato incredibilmente felice e contento di avere partecipato.
Francesco
Andando al Paverano sono riuscita a scoprire nuovi lati della vita e nuove emozioni, mi sono sentita felice, uscendo e quando sono tornata a casa. Sono riuscita a scoprire per cosa sono fatta e penso che ognuno di noi dovrebbe fare questa esperienza per scoprire una nuova parte di sé, per incontrare nuovi sguardi.
Giulia
Inizialmente, quando venni informato sul Paverano dalla mia professoressa non avevo la più pallida idea di cosa fosse. Così venne raccontato, a me e ai miei compagni, cosa fosse il Paverano e quali sensazioni facesse provare a chi lo avesse visitato. Inizialmente la cosa mi sembrava un po’ strana, ma non persi l’occasione di recarmici. Ciò che viene da pensare quando viene descritto è una cosa totalmente diversa da ciò che poi, vedendolo, è in realtà. Penso sia stata una delle esperienze più belle e soddisfacenti. Il fatto non solo di aiutare quelle persone intriganti, piene di gioia, simpatiche e sempre colme di vita, ma di passare del tempo assieme mi ha stupito e mi ha fatto capire cosa sia realmente la felicità. Essa infatti non si trova nelle cose materiali, bensì nella gente che ci circonda e nella consapevolezza delle nostre buone azioni. Alla fine questa esperienza mi ha aperto il cuore e non mi farò di certo pregare a tornarci, a tornare a gioire e stupirmi sempre di più tra quelle libere, gioiose e spensierate gocce di felicità.
Andrea
La prima volta che sono andato al Paverano non sapevo bene cosa mi sarei dovuto aspettare e cosa trasmettesse. Ci siamo visti come sempre davanti all’entrata, dopo i saluti siamo entrati e sono andato subito nel reparto degli “Angeli”. Abbiamo salutato tutti i pazienti e ci siamo soffermati nella stanza di Daniela. Lei non vede, e anche se sembra un controsenso è capace di far vedere le cose sotto un’altra luce. Lì al Paverano infatti non era triste, anzi sembrava anche esistesse una vasta vita sociale con fidanzati ed ex. Siamo poi passati in un altro reparto, quello a fianco, se non ricordo male, dove c’erano delle signore molto anziane, una con più di cento anni. Tornando a casa ho riflettuto e ripensato a quel pomeriggio. Quelle persone, anche se passano la loro vita lì, erano capaci di farti apprezzare di più le cose, fuori. Spesso ci lamentiamo se piccole cose, molte volte insignificanti, non vanno come vogliamo, ma passando qualche ora lì con loro le cose materiali sembrano quasi sparire per lasciare il posto a sentimenti e voglia di parlare e aiutare. È stata un’esperienza, un’avventura molto toccante e interessante.
Edoardo
(dal giornalino del mese di maggio 2015)