Un incontro particolare a Quezzi

Una sera piovosa del 2005 salivo in automobile con Don Flavio Peloso alla Casa della Madonna della Salute in Quezzi. Scopo del viaggio era quello di conoscere il complesso delle Piccole Suore Missionarie della Carità e di valutare la possibilità di iniziare in quella sede l’attività della Associazione “L’abbraccio di Don Orione” e lì aprire la “Casa di accoglienza del neonato”.

Il progetto relativo allo scopo ed alle operatività di questa associazione era stato ben disegnato sia dai soci fondatori sia in collaborazione con l’allora Presidente del Tribunale dei Minorenni, Dr. Adriano Sansa, con gli psicologi dell’età evolutiva che collaboravano a stretto contatto con i giudici del tribunale stesso.

Suor Caterina Adelfio, allora Madre Provinciale, messa al corrente di questo progetto dalla Madre Generale, aveva aderito entusiasticamente apprezzandone in particolare il messaggio principale che consiste nella tutela alla vita nascente e fragile.

L’appoggio delle Piccole Suore Missionarie della Carità era stato, come dicevo, subito forte ed entusiastico, tanto che in un primo momento ed in prima ipotesi si era pensato di collocare la casa di accoglienza dei neonati nel complesso di Santa Caterina in Portoria, vicino al tribunale dei minorenni.

Di quella sera ricordo l’entusiasmo positivo e propositivo di Don Flavio (quella che sarà per noi successivamente una costante nel sostegno e nella guida all’Associazione) ed il mio scarso entusiasmo e lo scetticismo per la scelta di quella sede che vedevo per la prima volta di notte e nella pioggia.

Ad accoglierci fu Suor Ilde, determinata, positiva e forte. Ci accompagnò a visitare una casa, a metà rustica con seminterrato dedicato al ricovero del trattore e degli attrezzi agricoli, al piano superiore in parte ristrutturata per ospitare suore nel corso degli esercizi spirituali. I locali freddi e privi di illuminazione, abbandonati da un po’ di tempo con arredi di recupero, non contribuirono certo a farmi cambiare idea.

Suor Ilde illuminava con una torcia a pile il corridoio e le stanze; all’ingresso aveva dovuto spostare, e noi sappiamo con quale difficoltà stante il suo problema fisico, un poco di materiale di accantonamento e lo aveva fatto con decisione, rifiutando ogni aiuto, come colei che, con piena padronanza del luogo, unica, potesse districarsi dominando quel groviglio di tubi e lamiere.

Al termine della visita concluse la sua descrizione dei locali dicendo: “Sono belli, non è vero? Io me li immagino già ripuliti, con il sole e tanta luce… da qui si vede Genova e noi siamo nel verde… uno spettacolo!”.

Dovetti credere sulla parola perché la nebbia non consentiva neppure di vedere la Casa, ma la determinazione di Suor Ilde mi aveva convinto; Don Flavio sorrideva compiaciuto avendo in cuor suo ben realizzato che il punto cardine di tutta la visita era stata Suor Ilde.

Il 5 dicembre 2017 Suor Maria Ildefonsa è tornata alla casa del Padre, noi possiamo dire che ci ha accolti, sostenuti, apprezzati ed incoraggiati fin dai primi passi della nostra Associazione, per noi invece incerti e dubbiosi. Oggi l’Abbraccio vuole idealmente abbracciarla e dirle grazie per la sua forza, la sua stabilità, la sua decisionalità nelle scelte che sembrarono per noi difficili, ma che per lei erano semplici e quasi scontate perché disegnate con la mano invisibile di Don Orione.

 

Ezio Fulcheri