Vittoria Forno
Il 6 gennaio abbiamo perso la “Bambola” degli “Angeli Custodi”, il reparto che l’aveva accolta nel 1967, a sette anni d’età. Proveniva da Comitini (AG) dove ora è tornata per volontà dei congiunti. Il nomignolo stava ad indicarne la bellezza ed il sorriso, non certo i problemi che l’avevano indirizzata al Paverano, come del resto tante altre malate giunte da molte regioni italiane grazie alla notorietà acquisita nell’arco di un trentennio. Da anni era “mamma” degli “Angeli” l’indimenticabile Anna Giambruno. Non era una dipendente né una suora, ma una semplice ospite entrata nel ’41 corredata di handicap. Aveva la stessa età di Vittoria, una mente aperta tendente allo scherzoso. Forse l’esperienza vissuta in prima persona le suggerì il modo di realizzarsi. Chi volete presentasse la “bambola” ai visitatori? Sono sette anni che Anna è tornata in cielo e il pasticcio del nome resiste. Chissà che confusione, lassù.